lunedì 10 novembre 2014

livio ghersi: Dopo Napolitano non c'è il diluvio

Dopo Napolitano non c'è il diluvio. In un ordinamento democratico nessuno è insostituibile. Tanto più lo è una persona che il prossimo 29 giugno compirà 90 anni. Questa, appunto, è la condizione dell'attuale Presidente della Repubblica. Difficile fare un bilancio della lunga presidenza di Giorgio Napolitano. Per quanto mi riguarda, vedo luci ed ombre; sicuramente, non è stato il salvatore della Patria, come per tanto tempo alcuni si sono sforzati di farci credere. L'aver accettato il secondo mandato, alla sua età, ha costituito oggettivamente una forzatura. Si tratta di argomenti da rinviare, comunque, al giudizio degli storici. L'attuale Parlamento, con tutti i suoi limiti, è perfettamente in grado di eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Ci vorranno cinque votazioni, ce ne vorranno dieci, ce ne vorranno venti, ma alla fine si troverà un'ampia convergenza su un nome. Basta mantenere i nervi saldi. L'importante è che emerga la figura di un Presidente della Repubblica di garanzia, per tutti. Che sia uomo, o donna, poco importa. L'importante che abbia una sua personalità, una sua capacità di giudizio, e molto buon senso. Tante questioni difficili e complesse sono oggi al centro del dibattito politico e dell'azione del Governo: la legge elettorale (che delinea le caratteristiche del sistema politico); la tenuta dei conti pubblici; i rapporti con l'Unione Europea; le riforme della nostra Costituzione. Di fronte a questo scenario, occorre un Presidente della Repubblica che sia nel pieno delle energie fisiche e mentali. E che si comporti da servitore delle Istituzioni democratiche, non da servitore degli interessi di un partito. Gli stessi ambienti che avevano esercitato una forte pressione affinché Giorgio Napolitano accettasse il secondo mandato, lasciando intendere che altrimenti ci sarebbe stato il caos, ancora oggi sembrano non sapersi rassegnare all'evidenza del dato anagrafico. C'è chi sostiene che il Presidente, forzando la sua stessa volontà, dovrebbe consentire in tempi rapidi uno scioglimento delle Camere, per andare prima possibile al voto. In questa tesi leggo un unico intento: dare tutto il potere all'attuale Presidente del Consiglio dei Ministri. Nella previsione che Renzi possa vincere facilmente le elezioni politiche e poi far eleggere un Presidente della Repubblica di sua stretta fiducia, che lo lasci lavorare. Secondo questo disegno, si tratterebbe di passare da un assetto in cui il Presidente della Repubblica è stato al centro del sistema politico italiano ed ha avuto fin troppo potere decisionale, ad un diverso assetto in cui il Presidente potrebbe avere le caratteristiche di un cameriere, o di una cameriera. Il disegno è puro avventurismo; perché una nuova legge elettorale non c'è ancora e, se si votasse con una legge elettorale prevalentemente proporzionale, qual è quella che residua dalla sentenza della Corte Costituzionale, l'esito delle elezioni potrebbe essere molto diverso da quanto immaginato. Con tutto lo scetticismo che si può nutrire nei confronti della lungimiranza degli attuali protagonisti della vita politica italiana, i dirigenti dei vari partiti rappresentati in Parlamento sono in grado di comprendere quale sia il proprio interesse immediato. Di conseguenza, penso che nessuno sarebbe disposto ad approvare in tempi rapidi una legge elettorale costruita su misura per far vincere, anzi stravincere, Renzi. Da questo stallo non si uscirà in tempi brevi. Nel frattempo, liberiamo il Presidente Napolitano. Palermo, 10 novembre 2014 Livio Ghersi

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