Si ha l'impressione che l'Occidente, specie USA, abbiano fatto calcoli sbagliati, visti i costi umani e i risultati politico-istituzionali. Ciò vale non solo per ciò che sta avvenendo nei paesi dell'Africa mediterranea, ma anche per i disastri di più vecchia data quali quelli dell'Irak e dell'Afganistan.La "democrazia" non è un francobollo che si può attaccare con un po' di saliva ai popoli che hanno tradizioni e storia spesso diverse in parte o in tutto dalle nostre. I cambiamenti debbono prima maturare nelle coscienze e richiedono sforzi e impegni graduali .Non cito il Vietnam "per amor di patria" Ancora peggio quando ci si illude di poter esportare e far radicare la democrazia con la forza delle armi.o col solo intento di tutelare gli interessi economici. Da non trascurare che spesso alle spalle ci sono le pressioni dei fabbricanti d'armi. Appena per un soffio si è evitata l'avventura armata in Siria. Significando che strategie e" linguaggi" meritano approfondimenti e cambiamenti valutativi.
Ma poi siamo sicuri che il modello di "democrazia" che si è affermato in Occidente sia un modello che meriti di essere esportato? Forse che esso non abbia bisogno di radicali ritocchi in casa nostra prima di proporlo ad altri? Sono da passare sotto silenzio i disastri liberistico-.finanziari e capitalistico-speculativi che hanno messo in ginocchio i popoli dell'Occidente? La globalizzazione non è forse uno degli elementi da considerare? Una "democrazia" che voglia tutelare il "bene comune", a fronte del sopraggiunto fenomeno della delocalizzazione e dei bassi salari, non ha l'obbligo politico e morale dell'appello:" Lavoratori di tutta Europa unitevi" ?
(Non dico "proletari di tutto il mondo" per non suscitare ipocriti allarmisti. Mi limito ad una più ristretta area geografica .in cui movimenti e forze riformiste, nonchè sindacali, dell'appello dovrebbero farsi carico, se veramente sono interessati alla tutela dell'uomo e dei lavoratori, considerati portatori di dignità e di umanità, contro la barbarie montante del "vitello d'oro", dello sfruttamento selvaggio e del mero profitto, negatori di ogni autentica libertà). Un saluto, Roel
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Si ha l'impressione che l'Occidente, specie USA, abbiano fatto calcoli sbagliati, visti i costi umani e i risultati politico-istituzionali. Ciò vale non solo per ciò che sta avvenendo nei paesi dell'Africa mediterranea, ma anche per i disastri di più vecchia data quali quelli dell'Irak e dell'Afganistan.La "democrazia" non è un francobollo che si può attaccare con un po' di saliva ai popoli che hanno tradizioni e storia spesso diverse in parte o in tutto dalle nostre. I cambiamenti debbono prima maturare nelle coscienze e richiedono sforzi e impegni graduali .Non cito il Vietnam "per amor di patria" Ancora peggio quando ci si illude di poter esportare e far radicare la democrazia con la forza delle armi.o col solo intento di tutelare gli interessi economici. Da non trascurare che spesso alle spalle ci sono le pressioni dei fabbricanti d'armi. Appena per un soffio si è evitata l'avventura armata in Siria. Significando che strategie e" linguaggi" meritano approfondimenti e cambiamenti valutativi.
Ma poi siamo sicuri che il modello di "democrazia" che si è affermato in Occidente sia un modello che meriti di essere esportato? Forse che esso non abbia bisogno di radicali ritocchi in casa nostra prima di proporlo ad altri? Sono da passare sotto silenzio i disastri liberistico-.finanziari e capitalistico-speculativi che hanno messo in ginocchio i popoli dell'Occidente? La globalizzazione non è forse uno degli elementi da considerare? Una "democrazia" che voglia tutelare il "bene comune", a fronte del sopraggiunto fenomeno della delocalizzazione e dei bassi salari, non ha l'obbligo politico e morale dell'appello:" Lavoratori di tutta Europa unitevi" ?
(Non dico "proletari di tutto il mondo" per non suscitare ipocriti allarmisti. Mi limito ad una più ristretta area geografica .in cui movimenti e forze riformiste, nonchè sindacali, dell'appello dovrebbero farsi carico, se veramente sono interessati alla tutela dell'uomo e dei lavoratori, considerati portatori di dignità e di umanità, contro la barbarie montante del "vitello d'oro", dello sfruttamento selvaggio e del mero profitto, negatori di ogni autentica libertà). Un saluto, Roel
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