Da uomo di spettacolo, Freccero un poco esagera, ma devo sinceramente dirvi che sono abbastanza d'accordo con lui. Renzi ha goduto di una serie di fattori difficilmente ripetibili: la campagna dissennata dei suoi competitori, la novità renzi e la sua capacità di essere di lotta e di governo, sistema e antisistema. Dubito che il suo integralismo neofanfaniano possa avere successo a lungo, soprattutto se non cambiano le condizioni macroeconomiche, come ci ha spiegato ieri sera Pierpaolo Pecchiari.... a conferma che quello di Renzi è in realtà un disegno neocorporativista (non dimenticate che il suo intellettuale di riferimento è lapira, quindi fanfani, che si presentò, appunto, anche come modernizzatore), ognuno lo tira, con delle buone ragioni, dalla propria parte. Franco gongola perché ritiene che la sua agenda sia quella di craxi e che abbia sconfitto i comunisti, veltroni scrive che ha compiuto il suo progetto, i berlingueriani si vedono finalmente arrivati al potere, de benedetti e Repubblica inneggiano alla vittoria del riformismo (e ai loro uomini, gli iperliberisti Zingales e De Nicola, nei CdA), gli ex dc..... bé, gli ex dc hanno capito tutto. Io continuo a ritenere che siamo nel pieno di una dialettica sistema/antisistema, dove uno dei problemi centrali è quello della democrazia (sono d'accordo con Merlo e Besostri) e, senza parlare di regime, resto molto critico rispetto a tutte le proposte istituzionali di Renzi. Soprattutto ora, dove la parola d'ordine sarà "non disturbate il manovratore". Certo, alcune cose nel primo centro-sinistra, quello storico, si fecero, grazie anche a Fanfani. E ci si impantanò proprio sulla burocrazia. Ma il nostro scopo era quello di ampliare gli spazi di democrazia e il ruolo dei lavoratori (lo Statuto dei lavoratori, do you remember?), non di restringerli (o pensare di risolvere tutto con 80 euro in busta paga, ottima cosa si intende. Ma dei contratti fermi da anni vogliamo parlare? Ciao Giovanni
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Da uomo di spettacolo, Freccero un poco esagera, ma devo sinceramente dirvi che sono abbastanza d'accordo con lui. Renzi ha goduto di una serie di fattori difficilmente ripetibili: la campagna dissennata dei suoi competitori, la novità renzi e la sua capacità di essere di lotta e di governo, sistema e antisistema. Dubito che il suo integralismo neofanfaniano possa avere successo a lungo, soprattutto se non cambiano le condizioni macroeconomiche, come ci ha spiegato ieri sera Pierpaolo Pecchiari.... a conferma che quello di Renzi è in realtà un disegno neocorporativista (non dimenticate che il suo intellettuale di riferimento è lapira, quindi fanfani, che si presentò, appunto, anche come modernizzatore), ognuno lo tira, con delle buone ragioni, dalla propria parte. Franco gongola perché ritiene che la sua agenda sia quella di craxi e che abbia sconfitto i comunisti, veltroni scrive che ha compiuto il suo progetto, i berlingueriani si vedono finalmente arrivati al potere, de benedetti e Repubblica inneggiano alla vittoria del riformismo (e ai loro uomini, gli iperliberisti Zingales e De Nicola, nei CdA), gli ex dc..... bé, gli ex dc hanno capito tutto. Io continuo a ritenere che siamo nel pieno di una dialettica sistema/antisistema, dove uno dei problemi centrali è quello della democrazia (sono d'accordo con Merlo e Besostri) e, senza parlare di regime, resto molto critico rispetto a tutte le proposte istituzionali di Renzi. Soprattutto ora, dove la parola d'ordine sarà "non disturbate il manovratore". Certo, alcune cose nel primo centro-sinistra, quello storico, si fecero, grazie anche a Fanfani. E ci si impantanò proprio sulla burocrazia. Ma il nostro scopo era quello di ampliare gli spazi di democrazia e il ruolo dei lavoratori (lo Statuto dei lavoratori, do you remember?), non di restringerli (o pensare di risolvere tutto con 80 euro in busta paga, ottima cosa si intende. Ma dei contratti fermi da anni vogliamo parlare?
Ciao
Giovanni
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