martedì 15 aprile 2014

Aldo Penna: fermate Caino

La nuova Programmazione sui Fondi strutturali 2014 - 2020 sta entrando nel vivo ed è tempo di bilanci. Il complesso degli strumenti economici attiverà 366 miliardi di euro per le città, le Regioni e le attività imprenditoriali dell'Unione europea. I temi della nuova programmazione sono: crescita intelligente, sostenibile, inclusiva. Questo il quadro di riferimento. Appena si guarda cosa è successo in questo quindicennio in Europa, come sono state utilizzate le risorse, quante regioni europee sono passate da "meno sviluppate" a regioni in transizione, quindi da un reddito procapite inferiore al 75% della media UE a un reddito che supera questa soglia, apriamo il tempio della vergogna italiana e meridionale in particolare. Basta scorrere i grafici per avere la percezione visiva di un disastro apocalittico. La Spagna che nel programma 2000 - 2006 contava sette regioni meno sviluppate nel 2014 ne ha una soltanto. L'Irlanda che ne aveva tre, è uscita dal novero dei paesi con aree sottosoglia. La Finlandia con sei regioni sottosoglia oggi è fuori per l'intera superficie nazionale. La Germania con la pesante eredità delle regioni orientali figlie di un'economia statalista di stampo sovietico, presente con tutti i Land dell'est nel gruppo delle regioni non sviluppate ne è uscita totalmente. Persino la Grecia passa da otto regioni a sei. Il fanalino della vergogna è l'Italia. Tra il 2000 e il 2014 solo la Sardegna è fuori mentre la Basilicata vi è rientrata. Visivamente chi guarda le mappe del non sviluppo dell'Europa a 27 percepisce con immediatezza che il Sud dell'Italia è accomunato ai paesi dell'Est Europeo. C'è da giurare, con la velocità con cui si muovono queste nazioni, che a fine programma saranno in molte a esserne uscite. La consapevolezza della responsabilità delle classi dirigenti meridionali è così presente a livello europeo e ministeriale che nei documenti ufficiali scrivono che bisogna evitare di "fare affluire i fondi nelle mani di chi è responsabile dell'arretratezza e della conservazione. Aprendo invece varchi per gli innovatori sia nei beni pubblici che produce, sia nel modo in cui li produce". Il rimedio proposto è semplice come una condanna: i programmi saranno monitorati dalla gente, dai soggetti cui sono destinate le risorse attraverso pubbliche consultazioni. Per i fondi dovranno prima essere definiti gli obiettivi (più concreti e stringenti delle generiche intestazioni delle aree di intervento), una incalzante osservanza dei tempi previsti, e una programmazione nazionale molto più pervasiva di quanto fatto finora. Una tenaglia dunque che dovrebbe stritolare la conservazione, la dissipazione, l'insipienza con cui sono stati trattati i fondi comunitari. I dati siciliani del programma 2007 - 2013 parlano chiaro: fondi destinati 6,5 miliardi, impegnati circa 4 miliardi, effettivamente erogati poco meno di 2 miliardi: un fallimento. Dal 14 aprile al 16 maggio partirà la consultazione online sul nuovo programma 2014 - 2020 un'occasione per chi ha idee di dire la sua sui nuovi metodi per lo sviluppo. Un modo per uscire dalla compiaciuta liturgia degli esperti che ricoprono con una tela misterica e iniziatica quelle che dovrebbero essere finestre spalancate sulle opportunità di sviluppo. Una nuova procedura che può essere vanificata se non sarà spezzata la malefica alleanza tra burocrazia infedele, politica dilapidatrice e il parassitismo pseudo imprenditoriale. Il nuovo Caino non uccide Abele, lo impoverisce, gli ruba la speranza, lo costringe a piegarsi, andare via e, nei casi estremi, uccidersi. Dopo decine di anni sprecati, dopo le alzate di spalle di sufficienza o le strizzatine d'occhio complice, forse è arrivato il tempo di porre davvero le risorse al servizio di una terra malata ma niente affatto irredimibile. Aldo Penna Le mappae UE del NON sviluppo http://newsletter.mvmnet.com/users/link.php?LinkID=72074&UserID=28356210&Newsletter=10354&List=2383&LinkType=Send

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