giovedì 3 ottobre 2013

Peppe Giudice: Riflessioni sugli ultimi avvenimenti

Alcune riflessioni sugli ultimi accadimenti Claudio Signorile diceva che fin tanto che durerà la II Repubblica, intesa come sistema strutturato di relazioni politiche, non ci sarà spazio in Italia nè per una forza organizzata socialista, nè per una soggettività socialista. Infatti un sistema tutto fondato, di fatto, su una deformante dialettica tra berlsconismo ed antiberlsconismo espelleva il socialismo dall'orizzonte e riduceva la sinistra a mera collocazione parlamentare. SEnza pensiero, senza progetto e senza identità. E proprio per tale ragione senza capacità di rappresentare realmente gli interessi ed i valori che una sinistra avrebbe dovuto rappresentare. Forse ieri c'è stato l'inizio della fine della II Repubblica. Ma gli strascici di essa continueranno a farsi sentire per ancora diverso tempo. Ma non c'è dubbio che si aprono nuovi orizzonti. E su questi dovremmo ragionare. Se da un lato la possibile scomparsa politica di Berlusconi fa forse guadagnare maggiore credibilità internazionale al nostro paese, c'è da sottolineare che l'assenza di una sinistra socialista di governo pesa come n macigno sul futuro immediato. Certo oggi sono ipotizzabili diversi scenari frutto d una scomposizione interna al PDl che non potrà non avere effetti sullo stesso PD e la sua tenuta. Fatto è che un partito come il PD non è affatto attrezzato per gestire tali scenari. Proprio perchè l'antiberksconismo di faciata in realtà nascondeva un vuoto di idee, identità e progetto da parte di questo partito che continua a condiderare il socialismo (a parte qualche singola personalità) come qualcosa di estraneo a da cui stare lontani. Ed il problema non è certo riducibile ai renziani ma a larga parte dell'eterogeneo schieramento ex bersaniano. Il fallimento evidente del postcomunismo (con questo termine non intendo una passata appartenenza al PCI ma una sospensione di identità ed un provincialismo culturale) è qualcosa che condiziona e condizionerà l'immediato futuro. Dopo la fine di un polo dialettico socialista il postcomunismo si è articolato su due posizioni apparentemente contrastanti ma che condividevano la stessa idea di fondo. Il nuovismo americanizzante veltroniano ed il neotogliattismo dalemiano entrambi escludevano la possibilità di creare una sinistra fondata sul socialismo odemocratico e libertario. Oggi , in forma peggiorativa è questa la dialettica tra REnzi e Cuperlo. E' la stessa politica declinata in modo diverso. C'è al fondo l'idea di creare un "partito della nazione" slegata dai vincoli della dialettica tra socialismo e neoliberalismo , tra progetto di società alternativi. Nella prima ipotesi questa formazione acquista i caratteri di un soggetto leadriistico ed americanizzante , nella seconda ipotesi quella di un soggetto più strutturato. Ma un partito non ha senso se non ha una identità, una missione storica, una rappresntanza sociale, un pensiero definito. E' inevitabile che prevalga la visione leaderistica . REnzi ha tutto da guadagnare. Ma un tale partito ha senso se esiste come controparte un leader come Berlusconi che può essee definito (in questa logica) come il partito dell'Antinazione. Ecco perchè il quadro è tutto sconvolto ed in movimento. IL PD potrà sopravvivere come aggregato instabile di notabilato , ma non ha nessuna prospettiva strategica a meno che non divenri definitivamente il partito dei moderati. Più che mai oggi la questione socialista ha rilevanza. Perchè è l'unoca strada che può offrire una alternativa sia alla eriva PD , sia alla idea neofrontista all'amatriciana di Rodotà e soci (del resto la fine di Berlusconi fa saltare anche Rodotà). INfatti il problema non sarà più di misurare il grado di radicalità nella battaglia contro Berlusconi, ma la capacità di rappresentare al tempo stesso la questione sociale e quella di una democrazia liberata dai fantasmi del giustizialismo antipolitico. Solo una soggettività socialista potrebbe dare una risposta positiva. Sappiamo bene che tutto ciò concerne il medio periodo. Ma è necessario gettare un sasso nello stagno senza essere caudatari delle diatribe poco politiche interne ai soggetti presenti. Gettare un sasso nello stagno significa non ignorare affatto ciò ce accade nei partiti attuali, SeL , Pd e Psi ma interfacciarsi con quelle forze interne ad esse che sinceramente intendano affrontare la questione socialista. Ma ci si può interfacciare solo se si ha un punto di vista autonono (che non significa autoreferenziale) rispetto a soggetti che per ragioni diverse sono incapaci di farsi carico collettivamente della questione socialista quale questione della intera sinistra da ricostruire. IN questa ottica va letto il documento dei compagn di Volpedo i quali propongono la creazione di una "rete socialista " (da definire nei suoi passaggi) che non si limiti a chiedere l'ingresso nel Pse (cosa di per se importante) ma di assumere una soggettività socialista.

2 commenti:

Felice ha detto...

fai quel che devi, succeda quel che può

fai quel che puoi, succede quel che deve

La prima frase, credo di Salvemini, era molto amata e ripetuta da Nenni: una concezione kantian-socialista

la seconda ( si prega di notare il verbo succedere al presente indicativo) hegelian-comunista

Son differenze di fondo che superano le coincidenze del momento ed anche le alleanze e i patti unitari e i programmi comuni, ma appunto chi crede nella prima versione deve insistere per la ricomposizione e rinnovamento di tutta la sinistra italiana nel socialismo europeo e internazionale, di cui PSE e Internazionale Socialista fanno parte, ma che non li esauriscono, anzi in parte lo limitano nelle sue capacità espansive.










Felice Besostri

elio ha detto...

Riprendo quanto ho detto a Volpedo: è necessario costruire in tempi brevi, indipendenti da quelli elettorali, una forza socialista collegata idealmente alla tradizione del socialismo italiano ed europeo.

Le tappe dovrebbero essere:

1) Manifesto politico firmato da una ventina di personalità note, appartenenti e non, al vecchio partito socialista;

2) La stesura di un Progetto- Programma : Progetto di società e Programma di governo attuativo del Progetto ;

3) Assemblea Costituente del nuovo Partito con partecipazione di tutte le organizzazioni e realtà che si richiamano ai valori, al progetto e al programma socialista


Non è accettabile che in Italia democristiani e comunisti cerchino di usare la parola socialismo per farsi


cooptare dalle organizzazioni socialiste europee. Elio Veltri