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mercoledì 30 ottobre 2013
Franco Astengo: L'irresistibile tendenza all'autodistruzione
L’IRRESISTIBILE TENDENZA ALL’AUTODISTRUZIONE CHE EMERGE NEGLI ATTORI DEL SISTEMA POLITICO ITALIANO dal sito: http://sinistrainparlamento.blogspot.it
All’interno di un quadro internazionale molto complicato, stretto tra le inedite caratteristiche della situazione economica e l’esplosione di una vera e propria “questione morale” a livello planetario innescata dalla vicenda relativa alle intercettazioni “globali” attuate dai servizi di sicurezza USA, il sistema politico italiano rischia il tracollo soprattutto per responsabilità dei suoi attori, quelli principali e quelli apparentemente “minori”.
Tracollo e non semplice “riallineamento sistemico” come accadde nel 1993, quando si pensò che sarebbe bastato mutare il sistema elettorale e le forme dell’offerta politica per risolvere un’avanzata e generalizzata crisi di credibilità.
Questa volta le cose stanno diversamente, anche perché alla fase appena ricordata è succeduto un ventennio di “eterna transizione” con l’intero sistema politico avviluppato attorno alle sorti di una sola persona, al riguardo della quale tra l’altro tutte le tornate elettorali sono state giocate quasi come si trattasse di un plebiscito a favore o contro, pur nell’alternanza dei risultati.
Perché alla fine, è bene ricordarlo sempre, hanno governato tutti, estrema destra, estrema sinistra, dall’MSI a DP più un gran numero di “tecnici”.
Le cause di questo possibile (anzi probabile) tracollo complessivo sono, comunque, quasi del tutto provocate dall’interno del sistema e dovute, in gran parte, alla perspicace volontà degli attori di mantenere ad ogni costo il proprio ruolo senza concessioni a una minima parvenza di “mobilità democratica” da attuarsi in funzione di un ritorno al collegamento tra vere istanze sociali e la politica.
Non si tratta semplicemente di porre l’accento sulla “bulimia dell’apparire” che pure ha contato eccome, al punto che il cosiddetto “rottamatore/riciclatore” appare del tutto ingordo in quella direzione usando – appunto – l’apparire quale unico strumento della sua resistibile scalata, e altrettanto si può affermare del “grande oppositore” che, comunque, a sua difesa può sempre affermare di svolgere davvero il mestiere di istrione dell’opera buffa.
Il punto vero si colloca, invece, dalle parti di chi vuol far credere di sviluppare una politica “seria”, in nome di non ben precisati “interessi del Paese”, considerati come gli ingredienti di un misterioso minestrone politico, sociale, economico e culturale definito “delle larghe intese” assunte come momento essenziale di una vera e propria filosofia politica.
In questo senso emerge un’insopportabile discrasia tra il “dire” e il “fare” che ormai è stata ben intuita da parti rilevanti dell’opinione pubblica.
Non è tanto, si badi bene, di “politica dell’annuncio” perché questa è stata in larga parte praticata anche nel passato compreso quello meno recente.
Il tema è invece quello di provvedimenti legislativi assunti in base a presunte pressioni della base sociale magari avvertite attraverso i sondaggi e poi clamorosamente disattesi perché inapplicabili in quanto elaborati in forme e contenuti tali da lasciar aperta la porta alla situazione precedente: oppure, pensiamo ai temi di carattere istituzionale, rivolgendoci semplicemente agli anelli deboli della catena, senza alcuna valutazione di carattere strutturale, sia sotto l’aspetto economico, sia del funzionamento della struttura stessa.
Il vertice dell’incredibilità e del ridicolo si è poi raggiunto con la bozza attualmente in discussione al riguardo della “Legge di Stabilità”: una bozza che senza entrare nel merito si qualifica da sola come la migliore testimonianza dell’assoluta incapacità di questi governanti, tutti attorcigliati dal filo delle “loro questioni”, di vedere la realtà drammatica e apparentemente senza sbocco delle condizioni morali e materiali che investe milioni e milioni di persone.
Un sistema politico, governo, opposizione, forze politiche rimaste loro malgrado (e con grande sconcerto) extraparlamentari accomunate in questo quadro di totale insipienza rispetto ai veri e problemi e, per questo motivo, davvero a rischio (a possibilità?) di tracollo complessivo.
Il tutto mentre, attraverso il combinato disposto della legge elettorale e delle modifiche costituzionali si prepara una vera e propria svolta autoritaria.
“Gli dei rendono ciechi, chi vogliono perdere”. Sembra proprio così.
E’ assente, in Italia, un’opposizione di sistema, politicamente organizzata, in grado di competere anche sul terreno istituzionale, capace di proporre un’alternativa di società e insieme un credibile programma di cambiamento.
Franco Astengo
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