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giovedì 10 ottobre 2013
Felice Besostri: Il Portogallo non è in Europa?
Il Portogallo non è in Europa?
Felice Besostri
Le elezioni portoghesi del 29 settembre hanno attirato poca attenzione: è vero che erano elezioni amministrative, ma erano un test europeo, il primo in un paese sottoposto alla tutela della trojka da lungo tempo. L’Irlanda e la Spagna hanno votato nel 2011 e la Grecia nel 2012. Era, comunque, la prima prova elettorale dalla presa del potere della coalizione di centro destra(PDS-CDS) due anni fa.. Sembra certo che il Portogallo avrà bisogno di un nuovo piano di aiuti e che dovrà rimandare il suo sbarco sui mercati dell’anno prossimo. Le assicurazioni del Governo che non si tratta di un nuovo aiuto, ma un aggiornamento delle condizioni del primo piano da 78 miliardi di euro non hanno commosso i Bruxelles, che no si è dimostrata aperta alle nuove richieste di Lisbona. “Non è certamente un buon segnale chiedere un allentamento sul deficit per il prossimo anno”, ha affermato il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. Il Portogallo ha mancato gli obiettivi di quest’anno. Le elezioni tedesche sono finite, a non c’è ancora una soluzione certa per il Governo: la Große Koalition è l’ipotesi più probabile, ma non una certezza e la Merkel deve continuare a giocare la carta dell’intransigenza. C’era molta tattica preelettorale nelle richieste del Governo di allentare gli obiettivi di riduzione del deficit, perché temevano per il risultato delle amministrative. Si consideri che in Portogallo le politiche di austerità imposte dalla Trojka sono state bloccate per tre volte dalla Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittimi i licenziamenti nel pubblico impiego
I timori si sono puntualmente verificati. Una partecipazione bassa pari al 52,61% per : 4.996.074 votanti su 9.497.037 elettori, i voti bianchi sono 193.357(3,87%) e i nulli 147.151(2,95%).La tendenza alla disaffezione elettorale trova ulteriore conferma
I risultati nel Portogallo continentale per le formazioni più importanti sono i seguenti:
PSP 36,25% 1.811.053 voti 921 mandati
PPD/PSD 16,69% 834.006 voti 531 mandati
CDU(PCP PEV 11,06% 552.556 voti 213 mandati
PPD/PSD.CDS-PP 7,59% 379.140 voti 154 mandati
GRUPO CIDADÃOS 6,90% 344.716 voti 113 mandati
CDS-PP 3,04% 151.882 voti 47 mandati
B.E. 2,42% 120.942 voti 8 mandati
PPD/PSD.CDS-PP.MPT 2,01%100.437 voti 11 mandati
Una chiara vittoria socialista, malgrado un -2% in meno rispetto alle precedenti elezioni, nel contesto di un avanzamento complessivo della sinistra e una sconfitta del centro destra al Governo. Il PSP da solo (36,25%) ha più della somma dei due partiti di governo, Socialdemocratici( non lasciatevi ingannare dal nome: sono nel PPE) e Popolari (24,28%).La sinistra ,PSP-CDU-BE, con il 49,53% sfiora la maggioranza assoluta: puramente numerica, in quanto dai tempi della rivoluzione dei garofano socialisti e comunisti sono fortemente contrapposti. In Portogallo ci sono 3 sinistre, quella socialista, quella comunista e quella estrema. Il PCP il partito del fu Alvaro Cunhal, tuttavia, non ha più pretese egemoniche tanto che il successo in queste elezioni è da attribuire alla formazione della Coalizione Democratica Unitaria (Coligação Democrática Unitária) di Comunisti e Verdi. Sulla divisione della sinistra contava il centro destra per conquistare il maggior numero di sindaci: obiettivo fallito, 130 sindaci socialisti e 90 ai partiti governativi, che nelle elezioni del 2009 ne avevano 139 contro i 132 socialisti. Importante la vittoria a Lisbona con il 50,91 % dei voti( il 44% nel 2009), la lista del Partido Socialista alla Câmara Municipal di Lisbona, guidata da António Costa, ha eletto 11 dei 17 vereadores (consiglieri). La maggioranza governativa perde il suo feudo di Oporto la seconda città del paese lusitano, la capitale del Nord, ma non a favore dei socialisti, ma di un sindaco indipendente, come in altri 80 municipi non si può dire arancione, perché è il colore tradizionale dei Socialdemocratici del PDS.
Rispetto alle elezioni del 2011 PDS, CDS e PP hanno praticamente dimezzato i voti. Non c’è dubbio che si sia trattato di un voto contro la politica di austerità della Trojka. Il leader dei Socialisti, Antonio Josè Seguro ha dichiarato che “ La maggioranza degli elettori ha rifiutato nell’intero paese la politica del Governo”, giudizio condiviso dal Primo Ministro Paulo Coelho, che ha parlato della “peggiore sconfitta” del suo partito. Tuttavia di questa sconfitta non hanno interamente profittato i socialisti, poiché gli elettori si son ricordati che il monocolore socialista si era adeguato alla politica di tagli della spesa pubblica chiesta dall’Europa. Della cresciuta astensione e di circa il 7% di voti bianchi e/o nulli ha profittato la CDU, l’alleanza di Comunisti e Verdi, che con il loro 11% sono chiaramente la terza forza politica. Non soltanto conservano i loro bastioni, come Setubal e i comuni della cintura metropolitana di Lisbona, ma strappano ai Socialisti Évora, Beja, Grândola, Alcácer do Sal, Alandroal, Cuba, Vila Viçosa, Monforte e Silves, mentre il Blocco di Sinistra, BE, ha perso l’unico municipio, che controllavano, Salvaterra de Magos.
Gli equilibri politici non cambieranno, il Governo continuerà nella sua politica, perché è necessaria “ per superare la crisi economica e ristabilire la fiducia nella crescita”, richiedendo, però, come detto sopra un rallentamento della riduzione del deficit. I Socialisti e la CDU sono, invece, contrari e le posizioni di forza conquistate nei municipi( la maggioranza di centro destra non controlla più alcuna grande città e nessuna capitale regionale) sarà uno strumento di opposizione, insieme con la mobilitazione sindacale. Il Portogallo non sarà la Grecia, anche se questo è l’obiettivo della Trojka. Il segnale politico di queste elezioni dovrebbe essere colto, perché il Portogallo è in Europa, come la Germania, anche se con meno abitanti.
Milano 8 ottobre 2013
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