martedì 8 gennaio 2013

Francesco Somaini: Imbarcare Ingroia

Per come si stanno mettendo le cose, è a mio avviso auspicabile che la coalizione di Centro-Sinistra eviti l'errore di pensare di essere auto-sufficiente, ed eviti altresì di perseguire solo l'ipotesi di uno sfondamento elettorale verso il Centro. Ciò di cui ci si dovrebbe preoccupare è invece di non perdere voti a Sinistra. Se infatti la coalizione che sostiene Bersani riuscirà nell'impresa di non avere eccessivi smottamenti elettorali alla propria Sinistra la partita potrà essere vinta. Diversamente no. Qui starà dunque la chiave del successo o della sconfitta, in particolare nelle regioni chiave (le "battlegrounds regions", fra cui, "in primis", vi è naturalmente la Lombardia) in cui si decideranno le sorti della competizione (in particolare in rapporto alla futura composizione del Senato). A tale riguardo io penso perciò che - anche solo per calcolo tattico - la coalizione dovrebbe porsi con urgenza il problema di cercare delle convergenze e delle intese con "Rivoluzione Civile" di Ingroia, De Magistris e c. L'accordo con questa realtà (stimata elettoralmente fra il 3 e il 5 %) potrebbe infatti risultare determinante e penso quindi che vada perseguito. Personalmente, peraltro, io troverei utile la cosa non soltanto in meri termini elettoralistici (e con l'occhio al pallottolliere). Credo infatti che l'operazione avrebbe un senso anche su un piano politico più generale. Sia chiaro. Molti di noi (ed io per primo) hanno in realtà delle riserve fortissime su diversi aspetti di quella aggregazione (non ultimo anche per l'uso disinvolto che questi hanno ritenuto di fare di alcuni simboli a noi cari, dal colore arancione all'immagine del Quarto Stato, cosa quest'ultima che ha fatto davvero arrabbiare tutti noi Volpediani). Tuttavia, pur avendo assolutamente ben chiari questi elementi di dissenso e di distinzione, io sono comunque dell'idea che le istanze legalitarie espresse da Ingroia e C. (per quanto manifestate spesso in modo demagogico, e talvolta anche peloso) non debbano comunque essere messe da parte a cuor leggero, ma vadano per molti versi recepite e in qualche misura valorizzate. Dunque, benchè non ritenga auspicabile l'ipotesi che questi Arancioni - in caso di vittoria - possano poi risultare determinanti ai fini della sopravvivenza dell'eventuale governo di Centro-Sinistra (come dei nuovi Bertinotti, o dei nuovi Turigliatto), riterrei opportuno cercare con loro delle convergenze che non fossero meramente elettoralistiche, e che non si limitassero ad accordi pasticciati di desistenza o simili. Insomma, per farla breve, io sono per imbarcare Ingroia. Un saluto, Francesco Somaini

20 commenti:

maurizio ha detto...

Caro Francesco,
mi dispiace, ma questa volta non sono d'accordo. Per tanti motivi. La lista "Rivoluzione civile - Ingroia" ha avuto una lunga e confusa gestazione, che ha visto, alla fine, il disimpegno del gruppo di ALBA. Questo non mi ha mai convinto, perché un conto è battersi per difendere i "beni comuni" da privatizzazioni sbagliate e a rischio di speculazione, altro è farne la piattaforma di un movimento dai connotati antipolitici. Al riguardo non ho capito l'adesione al movimento di Gallino, che più volte ha indicato nella socialdemocrazia l'unico vero bastione contro il capitalismo finanziario. Ma ormai i professori hanno abbandonato il campo e quello che è rimasto è questa strana alleanza fra i paleo-comunisti di Rifondazione e del PdCI e il giustizialismo di Ingroia, De Magistris, Di Pietro e Orlando. Dei primi non credo sia necessario dire più di tanto. Sono sempre stati nostri avversari e ci hanno sempre disprezzato e ingiuriato considerandoci "socialtraditori" e anche "socialfascisti". Né credo abbiano cambiato opinione. Dei secondi ho una pessima opinione non solo in termini politici (che c'entrano non dico con il socialismo, ma con la sinistra complessivamente intesa?), ma anche, per quel che riguarda i primi tre, come magistrati. A dir poco non corrispondono al profilo del corretto magistrato, almeno come lo intendo. Di Orlando non riesco a dimenticare l'ignobile aggressione a Giovanni Falcone. Aggiungo, per completezza di discorso, che per me uno dei principali difetti di gran parte della sinistra dal '94 in poi è stato, accanto alla passiva accettazione del paradigma neo-liberista, il suo appiattimento nei confronti della magistratura. Qui il discorso sarebbe lungo, ma se è vero che l'impostazione della destra nei confronti dei problemi della giustizia non era credibile né accettabile, quella della sinistra è stata sicuramente pavida, debole e subalterna nei confronti di troppe procure e della complessiva ANM. Questo è il motivo principale per cui non vedo possibile né auspicabile un rapporto con forze che considero avversarie, per non usare il brutto termine "nemiche". Certo non sono oggi l'avversario principale, ma sempre di avversari si tratta.
Prevedo l'obiezione: le alleanze si fanno con chi è diverso. Ovviamente, altrimenti non sarebbero alleanze, però sempre nella chiarezza ed entro i giusti limiti. Abbiamo sperimentato le ambiguità dell'Ulivo e, ancor più, dell'Unione. Dovrebbero essere state sufficienti.
Certo c'è il problema della maggioranza al Senato. Ma perché partire dal presupposto che lì non si può vincere? Proviamoci nella chiarezza, attendiamo il risultato, poi si vedrà.
Tu però, Francesco, non ti limiti ai "meri termini elettoralistici (e con l'occhio al pallottoliere)"; dici infatti che l'operazione "avrebbe un seno anche su un piano politico più generale". Qui francamente non riesco a seguirti. Innanzi tutto sulle istanze legalitarie non credo che dobbiamo prendere lezioni da nessuno (basta timori o complessi di inferiorità); inoltre confermo quanto ho già detto: ho della legalità una concezione profondamente diversa rispetto ad Ingroia, a Di Pietro e ad Orlando e penso sia bene stare alla larga da loro.
Se infine, e concludo, non si vogliono avversari a sinistra, anche su questo non sono d'accordo perché i socialisti hanno sempre avuto avversari e nemici a destra come a sinistra. E credo che il centrosinistra faccia bene ad avere dei confini. Purtroppo quello a destra è debole ed ambiguo, ma a questo non si rimedia con analoga debolezza ed ambiguità a sinistra.
Fraterni saluti
Maurizio Giancola


franco ha detto...





io no

franco

luciano ha detto...

Mi pare una discussione poco realistica.

A prescindere dai desideri astratti, è palese che il perimetro politico
dell'alleanza di centro-sinistra è stato definito dalle primarie vinte da
Bersani, che hanno dato luogo ad un processo sostanzialmente irreversibile
(fino alle elezioni ...).

L'unica cosa sensata potrebbe essere un accordo tecnico di desistenza per il
senato, che preveda la rinuncia degli ingroiani a presentare le liste per la
"camera alta" almeno nelle regioni decisive (Lombardia, Piemonte, Veneto,
Lazio, Sicilia), in cambio di uno spazio di tribuna nelle liste PD.

Ma temo che siamo fuori tempo massimo.

Peccato perché questi sedicenti Arancioni sprecheranno un sacco di voti che
sarebbero molto utili.

Bisognava pensarci prima ed evitare di tagliare in extremis il numero delle
firme necessarie per presentare le liste. Anche il partito dei carini della
premiata ditta Monti-Montezemolo probabilmente non sarebbe riuscito a
presentarsi alla Camera ...



Luciano Belli Paci




felice ha detto...

Per fare quell'operazione preconizzata da Somaini ci vorrebbero da ambo le parti una disponibilità "concordia discos" di cui non c'è traccia. Occorrerebbe una visione strategica, quando l'imperativo è la tattica e la composizione delle liste.L'umiliazione socialista non ha altra spiegazione che questa logica, che è la stessa del Gruppo dirigente del PSI. Nell'allegato sostengo, con esempi del 2001 e del 2006, che la Sinistra non sa che siamo in un sistema BICAMERALE perfetto. E poi siamo così sicuri che non si voglia dipendere da Monti: lo stato di necessità diventa un'ottima copertura per salvarsi l'anima. Nella relazione al <Convegno di Genova dicevo che la sinistra italiana non si è mai propsta come forza di governo autonoma e alternativa. Niente si nuovo sotto il sole



mario ha detto...

L'accordicchio col solo PD, caro Francesco, lo stanno già tentando sottobanco le parti più "politicizzate" che si ritrovano nella lista di Ingroia.....si tratta dei soliti del PdCI e di Rifondazione che sono saliti sul carro del magistrato siciliano perché diversamente non avrebbero avuto alcuna chance.
Il problema è che come al solito si sono montati la testa e vogliono solo far casino "a perdere".....anche perché è abbastanza chiaro che la previsione del risultato di Ingroia viene strumentalmente sovrastimata nei sondaggi anche per volontà ed interesse delle destre.
Mario Francese

dario ha detto...

Caro Francesco
l'utilitarismo in politica non funziona, le cose necessarie per vincere non sono mai quelle utili per governare ed il centro sinistra ne ha avute ampie dimostrazioni nel passato.
Inoltre consentimi di dire che la cultura giustizialista di una lista di PM non è nel mio DNA, per non dire dello scippo che Ingoia ha fatto del Quarto Stato e dell'utilizzo strumentale (per sfruttarne il traino) della definizione Movimento Arancione (sarebbe stato più corretto, come disse Franco D'Alfonso, chiamarlo movimento arancino).
Fraterni saluti
Dario Allamano

sandra ha detto...

ieri sera Berlusconi da Lili Gruber ha dato in onda spazzatura protervia e marciume.
I reati commessi dagli eletti a cariche publiche meriterebbero un codice di procedura "dedicato": immediati processi, pene apposite e confische (un codice penale per il milione di persone che vive di politica, vulgo di gestione della cosa pubblica).
Troppo? Ma la schiera di imputati e condannati che stanno in Parlamento, che si muove per rientrarci in cerca di salvezza e/o ricompensa, è o no uno sconcio intollerabile? E i "soltanto" sotto inchiesta, o rinviati a giudizio, o condannati in primo grado?
Per piacere qualcuno dica perché mai si dovrebbe tacere sulle liste indegne o consentirle, chiudendosi per giunta la possibilità di confronti e convergenze di cui dice Somaini?

sandra d'alessandro

felice ha detto...

A prescidere dal fatto che l'esenzione di alcuni partiti dal far sottoscrivere
le liste viola gli artt 3 e 51 Cost., se i patiti trovavano la quadra per cui
Montezemolo poteva presentare e Ingroia no, l'avrebbero trovata. Un accordo
tecnico politico andava trovato, ma era difficile: doveva essere fortemente
voluto da ambo le parti. Non era così

maurizio ha detto...

Mi sembra che Sandra D'Alessandro proponga leggi eccezionali contro la casta dei politici, come se fosse l'unica ad avere privilegi e, talvolta, a delinquere. Confesso che in un primo momento non capivo cosa c'entrasse quello che ha scritto con la discussione sulla lista di Ingroia e su eventuali rapporti con la stessa. Poi mi si è accesa una lampadina: partendo da Berlusconi, come se il problema di queste elezioni fosse lui, si giunge agli immediati processi e alle pene apposite. Che gentaglia quei "soltanto" sotto inchiesta o rinviati a giudizio! Come Ottaviano Del Turco, dico io, che è rinviato a giudizio, ma non viene processato. Per questo, mi sembra concluda Sandra, non solo non si deve tacere sulle liste indegne, ma non ci si deve precludere la possibilità di convergenze con Ingroia. Un ritorno in grande stile all'antiberlusconismo degli ultimi 18 anni insomma, che si direbbe scritto da Travaglio. A me sembra sia stato funesto per la sinistra, voi che ne dite?
Maurizio Giancola

rino ha detto...

Si avvicinano le elezioni e, ancora una volta, pare che la cosa più importante siano gli schieramenti. Ma non è meglio parlare di programmi e evitare le sparate di Vendola sui ricchi? Non è sufficiente dire che la tassazione deve essere proporzionale al proprio reddito come vuole la Costituzione? Francamente rimango sconcertato da tutti questi equilibrismi. A mio avviso è meglio perdere le elezioni che creare un parlamento pasticciato nel quale gli onorevoli si apprestano a bisticciare il giorno dopo. Abbiamo un debito pubblico spaventoso; si vuol dire di grazia cosa si farà per ridurlo drasticamente? Si vogliono indicare concretamente i tagli alla spesa pubblica, o diciamo di essere con i meno abbienti e poi gli facciamo pagare tasse insopportabili per mantenere in piedi carrozzoni e sprechi di ogni genere? E' sopportabile ad esempio che si debba subire un carico fiscale quale è quello attuale per mantenere in servizio gente che non fa nulla dalla mattina alla sera? Non li vogliamo mandare in mezzo ad una strada? Giusto. Impiegamoli per assistere gli anziani che non possono permettersi la badante o il badante o per rendere veramente pulite le città.
Quanto alle sacrosante considerazioni di Sandra D'alessandro, ci vorrebbe solo un po' di decenza. Rino Tiani

marilena ha detto...

Concordo in pieno con il compagno Giancola. Aggiungo che un "movimento politico" che strizza l'occhio a Grillo (destra) che ha a che fare con un centro sinistra? In più non posso non obiettare sulla mancata comprensione di ciò che il Movimento Arancione di Milano è stato ed è, e la strumentalizzazione del colore e del simbolo volpediano, azioni immorali e da vecchia politica. Vade retro.

Marilena

sandra ha detto...

L'argomentare politico non è il mio forte, né capacità di analisi etc.
Dunque vedo se riesco a esagerare un altro po'. Pensando alla metà degli italiani che è rimasta a casa; alla rabbia, alla tristezza e al molto diffuso pessimismo (non solo della ragione). Dal basso cui si è arrivati come si fa a risalire? La nostra amata repubblica si trova o no di nuovo davanti ai tribunali degli uomini? Per il giudizio della storia dobbiamo aspettare; in attesa di sapere di chi, di come, e del perché non è stato affrontato, esempio, il famoso conflitto che si è mangiato l'Italia. Il raccordo malaffare e politica c'è o no?
Il giustizialismo è stato funesto per la sinistra? Sempre meno degli effetti sul paese che hanno avuto gli aiutini della sinistra all'abominevole .
Travaglio non è dirimente; c'entra la posizione dei "chierici traditori" rispetto alle passioni della città: di bobbiana memoria.

s.d'a

maurizio ha detto...

Un'elezione comunale, sia pure in un comune importante come Milano, e un'elezione regionale, sia pure in una regione importante come la Lombardia, non sono paragonabili alle elezioni politiche nazionali. Non sono milanese e pertanto non ricordo come le forze che oggi sono in Rivoluzione civile (quali esattamente? forse Rifondazione e il PdCI?) si siano presentate a Milano né so come si presenteranno in Lombardia. So però che Rivoluzione civile ha un simbolo in cui c'è l'arancione, scippato agli arancioni autentici, il Quarto Stato, scippato a tutti, e il nome di Ingroia che, come ho scritto, costituisce per me, insieme a De Magistris e a Di Pietro, un chiaro esempio di quello che un magistrato non deve essere. Certo nel nostro DNA socialista c'è la cultura della legalità. Ma il giustizialismo, come è noto, è la versione degenerata di questa cultura, che invece Falcone e Borsellino rappresentarono al meglio. Infatti, quando Falcone incriminò Pellegritti, Orlando lo accusò delle cose più infami. Ricordo infine che proprio noi, che guardiamo al Socialismo europeo, dovremmo sempre aver presente che in Europa i compagni socialisti, socialdemocratici e laburisti preferiscono perdere le elezioni piuttosto che fare alleanze improprie. Non sarebbe il caso di imitarli? Io penso di sì.
Maurizio Giancola
P.S. Sandra, per me Travaglio e quelli come lui sono dirimenti, eccome.

claudio ha detto...

spero vivamente che i piccoli burocrati che han scambiato la modesta fama del manettaro Ingroia ( in sostanza , il primo magistrato che se la prende con Napoletano, in difesa del suo folle e indimostrabile teorema del concorso esterno, che fa parlare i giornali ma non regge in giurisdizione) per una ciambella di salvataggio per riportare i loro settari partitini in parlamento o quanto meno al rimborso elettorale, alla fine si trovimno con un pugno di mosche in mano. Magari si giustificheranno coi loro settari iscritti dicendo "ci avevano detto che era nipote del vecchio leader nord corea..."

dario ha detto...

Concordo con Maurizio che dice in modo sintetico quanto dissi nella mia prima mail, la sinistra deve avere il coraggio di definire un programma chiaro e su quello chiedere i voti agli elettori, se vince governa se perde va all'opposizione ma su una posizione chiara.
Purtroppo da ventanni assistiamo alle solite pantomime di chi dice una cosa e poi ne pratica sottobanco un'altra.
Alcuni esempi
la legge elettorale non è stata cambiata nonostante le tirate moralistiche dei piddini che però sottobanco trescavano per tenerla in vita,
la pseudo riforma della legge sulla corruzione è stata costruita sottobanco per "salvare" i vari Penati (oltre che i lari)
si fanno le primarie ma poi i segretari decidono chi va in testa di lista,
hanno praticato (con l'evidente appoggio degli ascari presenti nel PSI) la sua scientifica matabolizzazione
stanno nel contempo metabolizzando anche SEL
e vedrai che imporranno anche l'accordo con Ingroia per ragioni di opportunità (opportunismo) politico
In sostanza stanno predisponendo l'Unione del 2013 buona per vincere ma che crollerà poco dopo, salvo che Bersani, con il suo ormai evidente cinismo, scarichi dopo le elezioni le ali sinistre per fare un'alleanza con Monti, esattamente il contrario della parola d'ordine che ripete ad ogni piè sospinto "gli italiani devono sapere subito chi governerà", ovviamente i corifei di Repubblica e dintorni iul 26 febbraio ci spiegheranno perchè e percome questo è necessario.

In sostanza stiamo discutendo da sessantanni della stessa cosa "la doppiezza comunista" di togliattiana memoria che ha forgiato il gruppo dirigente di PCI-PDS-DS-PD e che è tuttora ben viva e combatte con loro
Dario

giovanni ha detto...

Condivido più le motivazioni di Giancola che quelle di Somaini. Aggiungo che far dipendere la stabilità del governo dall’accordo con l’estrema sinistra presenta pericoli non calcolabili e confina con l’avventurismo. Non mi aspetto da Bersani una politica di sinistra, ma soltanto un meno peggio rispetto al berlusconismo e al leghismo. In mancanza di una maggioranza autonoma della lista PD, PSI, SEL giudico più prudente per il Paese un accordo al centro. Resta grande il rammarico per l’inesistenza di una forza politica autenticamente di sinistra e socialista in Italia.
Ho sempre considerato molto negativamente la cultura della legalità impersonata da Di Pietro ed in genere dal gruppo di mani pulite, nonché da Magistratura Democratica e considero tali ambienti quanto di più inaffidabile ci sia sulla scena politica. Possibile che l'esperienza non insegni nulla? Più di una volta le maggioranze di centro sinistra sono state travolte dalll'irresponsabilità dei gruppi estremi della sinistra a cominciare da Rifondazione. Giovanni Baccalini
Giovanni Baccalini

felice ha detto...

Ci sono caratteristiche di fondo del sistema politico italiano che lo allontatano da quello prevalente in Europa. Non solo a sinistra non c'è come dominante o maggioritario un partito socialista democratico, ma ora manca anche un partito democristian/popolare. Tuttavia l'anomalia non si ferma qui, manca anche un credibile partito ecologista, con quest'ultimi condividiamo la diaspora con presenze in PD e SEL e nella LISTA INGROIA. Le costruzioni di un partito " a sinistra dell'asse mediano del PD", chiaramente orientato verso il socialismo europeo sono fallite si sia trattato di Costituente Socialista o di Sinistra e Libertà (Europee 2009): la prima mai nata e la seconda, delusa dai risultati europei, già fallita alle Regionali 2010. Al fallimento hanno contribuito un pò tutti, a cominciare dalla scelta in Toscana, che è diventata anche pretesto, dalle poche liste con i due simboli e la tentazione terzista centrista del gruppo dirigente del PSI al richiamo della foresta veteroantagonista/comunista di SEL.

felice ha detto...

In assenza di un progetto da perseguire con coerenza di costruzione di un partito di sinistra socialista europeista, tutte le altre considerazioni sono di pura tattica elettorale. L'alleanza PD, (PSI) SEL si trova tra Scilla e Cariddi nel caso che non ottenga la doppia maggioranza Camera Senato: dipendere da Monti o dagli stati d'animo di una lista arancion/arancina, se li imbarca. Se avesse chiaro che il nostro è un sistema bicamerale si poteva evitare l'errore del 2006 di infoltire il Senato con gli oppositori. se si deve fare spazio agli umori di sinistra meglio la Camera dove il premio (incostituzionale) di maggioranza assicura buoni margini.

felice ha detto...

Messa in sicurezza la maggioranza ci sono meno pericoli politico-programmatici da un accordo tecnico con la sinistra arancion/arancina che dover dipendere da Monti. Monti ha alle spale poteri internazionali, europei ed italiani molto forti, è dentro una logica neocapitalista di superamento della crisi e legami con il PPE. Per di più, se è decisivo, può rivendicare la guida del governo, guida che Ingroia neppure si può permettere di sognare. Ulteriore elemento di complicazione il PD non è omogeneo nel senso che supporter di Monti vi abbondano ( non tanto Renzi, per ragioni di concorrenza per la leadership di un'area centrista moderata), la maggioranza del PSI da sempre preferisce un accordo con i centristi, SEL teoricamente interessata a spostare a sinistra l'asse del governo, teme l'attrazione elettorale di una lista più a sinistrae di perdere il vantaggio del voto utile. Il voto utile non va sottovalutato come motivazione. Nel 2008 contribui a rafforzare l'IdV e ai pessimi risultati del PSI, scontati, e della Sinistra Arcobaleno, che sulla carta superava molto bene la soglia del 4%. D'altro canto per fare gli accordi bisogna essere in due e dentro Rivoluzione Civile l'impostazione originaria di De Magistris non è passata e non solo perché Bersani si è negato al telefono e non ha voluto prendere una tazza di caffè con Ingroia. Se si è conviti di una strategia politica si fa pressione con dichiarazioni inequivoche di volere un accordo disposti a dare garanzie. Ma questo faceva perdere consensi a sinistra/sinistra dove ci sono settori assatanati contro il PD nel suo complesso, contro il Presidente Napolitano, ai loro occhi più colpevole di Monti per averlo nominato, che quest'ultimo per le sue politiche, e convinto che l'intreccio mafia-politica possa essere battuto dalla strategia politico/giudiziaria della sola Procura di Palermo. Finché le liste non saranno completate non sarà possibile un giudizio previsionale sulle dinamiche che si innesteranno. Mi sembra che la lista Rivoluzione Civile a parte il cubitale INGROIA e l'appropriazione politicamente non corretta del Quarto Stato assomigli sempre più alla vecchia Sinistra Arcobaleno che a un nuova aggregazione civica e movimentista. Inoltre deve superare la contraddizione maggiore, che nata contro Monti, i filomontisti e il PD per aver appoggiato Monti e i suoi provvedimenti impopolari, al Senato sia determinante per far saltare al maggioranza di centro-sinistra e, quindi dare a Monti l'asso di briscola.
La lista Rivoluzione civile è molto molto lontana dalle mie opzioni politiche, ma nei suoi cnfronti si è usato un linguaggio tale, come se fosse il nemico principale non solo del centro-sinistra, ma addirittura della democrazia e , a voler esagerare, dell'umanità. In fin dei conti in Lombardia la dinamica è stata diversa per le regionali, nessuno si è scandalizzato per la presenza nella lista Di Stefano di forze che sono con Ingroia. Si è fatta una valutazione politica che bisognava contrastare in ogni modo il ritorno della vecchia maggioranza, che non è fuori gioco con la candidatura Maroni. Per vincere dovevamo essere noi ad insistere che si ripresentasse Formigoni! Il Fronte Unito non è invocabile a livello nazionale perché Monti è stato sostenuto fino a ieri dal PD, gode di simpatie nel PD e nel PSI e sostenendo Albertini da una mano alla vittoria di Ambrosoli, che di mani ne ha bisogno, più di quante ne abbia Visnù. La Lombardia è messa meno bene del Lazio, con la candidatura di Zingaretti, un politico collaudato. La vittoria del centro-sinistra si gioca, invece, qui in particolare per il Senato, qui viene eletto più di un decimo del Senato(49 su 315) e il premio di maggioranza 27 su 49 è l'8,5% del Senato. Chissà se se ne è tenuto conto nella formazione della testa di lista? Che non conosco al momento della scrittura di questa nota

Anonimo ha detto...

Mi pare che Francesco ponga delle questioni che andrebbero valutate un po' oltre il già visto e il già saputo. E tra un anno ci sono le europee con il PPE già avanti col lavoro.