mercoledì 9 gennaio 2013

Francesco Somaini: Che pasticcio...

Sembra che si metta male per il PSI. Mi pare infatti che gli eventi delle ultime ore stiano segnando un clamoroso fallimento della linea di accordo con il PD, perseguita dai Socialisti in tutti questi anni. Il PSI si era messo di fatto al traino del PD, pensando di ottenere in questo modo una sorta di diritto di tribuna, ossia il via libera per far rientrare in Parlamento una pattuglia di deputati e di senatori. Ma ora - visto il famigerato "listino dei miracolati" predisposto dal gruppo dirigente piddino - sembra di capire che questa grazia sia stata sostanzialmente negata da Bersani e dai suoi. Quella manciata di "posti sicuri" su cui il gruppo dirigente socialista sembrava avere puntato tutte le proprie carte, a quanto pare non c'è. Nisba. Nix. Niente da fare. Tradimento! Deve essere questa la parola che echeggia in queste ore al PSI. Con tutto quello che abbiamo fatto per loro! Ingrati! Chissà: forse questi lai riusciranno a produrre l'effetto di far saltar fuori qualcosina all'ultimo minuto. Ma a conti fatti sembra che la strategia nenciniana sia andata incontro ad un clamoroso insuccesso. Meglio sarebbe stato per il piccolo Partito Socialista cercare in questi anni di differenziarsi in modo più esplicito dai Democratici, facendosi portatore di una linea autonomista più accentuata, assumendo posizioni più di Sinistra (e non più moderate!) rispetto al PD, e con un connotato laicista, libertario, e anche legalitario più spiccato. Su questa piattaforma si sarebbe ad esempio potuto cercare di intavolare un dialogo più costruttivo con tutte quelle realtà di "Socialismo largo" che sono sorte in questi anni al di fuori dello stretto perimetro del PSI, e con le quali il PSI di Nencini non ha in realtà mai voluto entrare proficuamente in relazione. Si sarebbe potuto dialogare più fittamente con SEL, favorendone l'evoluzione in senso socialdemocratico. E forse si sarebbe anche potuto tentare di interloquire in modo costruttivo con alcuni di quei fermenti "indignados" che si stanno manifestando al di fuori del perimetro dell'attuale coalizione (e che in parte stanno per esempio trovando sbocco nell'operazione arancione di "Rivoluzione Civile", che personalmente continuo a pensare dovrebbe essere imbarcata, almeno con un accordo tattico, nell'alleanza di Centro Sinistra). Per esempio si sarebbe potuto fare una battaglia aperta contro questa legge elettorale e contro il modo ipocrita con cui il PD ha fatto credere agli italiani di volerla cambiare (in realtà per lasciarla com'è). Ciò non è stato fatto (in nome di una sorta di realismo del "primum vivere" tutto fondato sull'attesa di un'elemosina del PD), e ora che l'elemosina non è arrivata, il PSI rischia davvero di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. Ora la situazione è dunque davvero critica per il vecchio Partito Socialista. Il rischio di restare fuori dal Parlamento per un'altra legislatura sembra molto concreto. Di fatto il PSI si trova di fronte all'eventualità di dover correre un'altra volta da solo come nel 2008 (con la sola differenza, rispetto all'epoca di Boselli, di poter ora far parte di una coalizione con SEL e con il PD, il che abbassa certo la soglia di ingresso in Parlamento al 2%, ma è comunque una ben misera consolazione, anche perché, per come stanno le cose, il 2 % resta comunque un obiettivo assai difficile da raggiungere, e probabilmente del tutto proibitivo). Per giunta non c'è nemmeno da essere troppo sicuri della possibilità di contare sul fatto di riuscire ad essere il primo partito della coalizione in grado di piazzarsi sotto la soglia di sbarramento (il che darebbe pur sempre la possibilità di fare qualche eletto coi resti), perchè c'è comunque da fare i conti con la concorrenza della possibile lista di Tabacci/Donadi e C. (a meno che non si riesca a stringere con loro un accordo dell'ultima ora, cosa che sarebbe però la solita soluzione abborracciata, sul tipo degli accordi con Dini degli anni passati). Un bel pasticcio insomma, che rivela una certa insipienza del gruppo dirigente nazionale! L'unica soluzione utile - a questo punto - mi pare quella di un'inversione di rotta in tempi rapidi: con un'apertura seria e reale al mondo del Socialismo allargato, e nel contempo con una scelta esplicita per una connotazione politica che valorizzi con forza gli elementi di autonomia del PSI: e cioè una connotazione maggiormente di Sinistra rispetto al partito di Bersani, un richiamo forte e chiaro al Socialismo Europeo (di cui solo il PSI fa parte a tutti gli effetti), e un'accentuazione dei tratti laicisti, libertari e legalitari che sono propri della migliore tradizione socialista. Se questo avvenisse, una chiamata al soccorso del PSI potrebbe forse ottenere qualche adesione. Ma esiste il tempo per una svolta del genere a sei settimane dalle elezioni? E soprattutto il gruppo dirigente nenciniano può avere la forza e la credibilità per un'operazione del genere? Staremo a vedere. Ma c'è francamente più di un motivo per dubitarne. Che pasticcio Bridget Jones! Un saluto, Francesco Somaini

9 commenti:

luciano ha detto...

Caro Francesco ,il tuo ragionamento non fa una grinza...purtroppo.Salutoni Luciano

salvatore ha detto...

Pur essendo un iscritto a SEL, io sarei ben disposto a votare un PSI che si presentasse con la chiarezza di posizioni che Francesco ha indicato. Concordo pienamente con l'analisi degli errori fatti, e, aggiungo, anche se su scala diversa, sono gli stessi errori di "realismo" fatti dal gruppo dirigente di SEL. Che occasione perduta..... :(

francesco ha detto...

Non capisco perchè le forze che oggi sono confluite in "Rivoluzione
Civile" vanno bene se stanno nella maggioranza che appoggia Pisapia a
Milano o nella coalizione che appoggia Ambrosoli in Lombardia, e non
possono essere immaginate come interlocutori per vincere le elezioni
nazionali... Soprattutto considerando che il loro 2, o 3, o 4, o 5 %
può essere in molti casi determinante.
Un saluto,
Francesco

PS: A Maurizio vorrei dire che neanche a me piacciono i toni
forcaioli e giustizialisti che talora riecheggiano dalle parti degli
"ingroiani". E quando nel mio intervento parlavo di istanze legalitarie
"manifestate spesso in modo demagogico, e talvolta anche peloso" mi
riferivo proprio a vicende come quelle che tu ricordavi, a proposito di
Orlando. Però l'approccio legalitario - a prescindere da eccessi e
stonature - non mi pare da rigettare "a priori". Anzi.
Anche perchè nel nostro DNA garantista e libertario (lo dico anche a
Dario), c'è pure la cultura della legalità.
Lo abbiamo scritto perfino nel Manifesto del Gruppo di Volpedo:
"Nella tradizione dell’umanesimo socialista sono [...]
costitutivamente ed intrinsecamente presenti non soltanto una forte
spinta ideale verso la libertà ed una spiccata tensione etica all’
eguaglianza, alla giustizia e alla fraternità, ma anche un’accentuata
propensione alla riflessione critica, all’esercizio del dubbio ed all’
analisi oggettiva della realtà, come pure una grande cultura
democratica, una fervida sensibilità laica e UNA PROFONDA CULTURA DELLA
LEGALITA', da cui discende tra l’altro anche un’attenzione assai viva
alla distinzione di identità e di ruoli".



----Messaggio originale----


claudio ha detto...

DE PROFUNDIS
Il modesto Nencini, che ambisce ad essere più moderato di Bersani, ha condotto il Partito alla consunzione per dispersione di uomini ed idee, scegliendo per il Partito il coma farmacologico alimentandolo forzatamente mediante parassitismo di un PD infastidito e utilitarista.
L’unico programma serio per giustificare l’esistenza in vita del PSI è quello ben illustrato da Francesco, ma riguardo al Partito i Maya hanno avuto ragione.
E i morti non resuscitano, specialmente se in vita sono stati “prodighi” e ignavi e invece che di concreto SOCIALISMO EUROPEO si sono pasciuti di fantasiose CASE ITALIANE DEI RIFORMISTI, DEI PROGRESSISTI, DEI ...
Claudio Marra

francesco ha detto...

A quanto pare devo in parte ricredermi.



Sembra infatti che Bridget Jones (quel pasticcione di Riccardo Nencini, intendo) sia infine riuscito a salvare la pellaccia. Quel fallimento totale - che sembrava profilarsi ieri l'altro - della strategia "del cappello in mano" non si è infatti verificato. Bersani un piccolo obolo in quel cappello sembra l'abbia infine pur lasciato cadere. E così l'accordo tra il PD ed il PSI è stato fatto. Grazie all'ammuina della nostra Bridget, che ha fatto il gesto di andarsene sbattendo la porta, ai Socialisti pare siano state infine garantite alcune candidature sicure (5?) nel listino dei "miracolati" (quella quota di un centinaio di "nominati" cui il PD, nonostante le "parlamentarie", non ha ritenuto di dover rinunciare).

Tra PD e PSI sembra sia stato inoltre concluso un "patto di consultazione" grazie al quale i due partiti (uno stimato al 32 % l'altro allo 0.9) valuteranno congiuntamente le questioni di maggiore rilevanza politica. E vabbé.



francesco ha detto...

Diciamo che se l'obiettivo era quello del "primum vivere" Bridget Jones è riuscito a sfangarla.

Certo, pare che si sia ben lontani dall'aver ottenuto anche soltanto un trentaduesimo della rappresentanza parlamentare che il PD riuscirà verosimilmente a portare a casa. E siamo anche ben lontani da quella manciata di seggi (si dice 10) che, a quanto sembra, nel 2008 furono dignitosamente rifiutati da Boselli nei riguardi del cinico Veltroni.

E' vero comunque che l'8 settembre socialista non c'è stato. Lo sbandamento completo che sembrava profilarsi l'altro giorno è stato a quanto sembra evitato.

C'è stata però la capitolazione. Ora il PSI è infatti a tutti gli effetti un partito vassallo. Una succursale del Partito Democratico. Un piccolo protettorato. E di per ciò stesso anche un partito sotto continuo ricatto.

Qualcuno dirà che per come si erano messe le cose non c'erano alternative. In realtà le alternative a mio vedere c'erano eccome, ma bisognava volerle, e sceglierle, e prepararle e perseguirle per tempo.

Non c'è dubbio: buttarsi ora su una scelta di autonomia dell'ultimo minuto (pur dentro la coalizione) sarebbe stato oggettivamente molto difficile e decisamente poco credibile a sei settimane dal voto. Così come poco credibile sarebbe stato pensare di imprimere - con questo gruppo dirigente oltre tutto! - una svolta politica repentina: di apertura al Socialismo largo, di spostamento su posizioni più di Sinistra, di più esplicito raccordo col PSE, di attenzione (costruttiva) alle proteste degli "indignados" e di rappresentanza orgogliosa di fiere istanze laiciste, libertarie e legalitarie.

Ma senza una scelta di quel tipo, il PSI è a mio avviso condannato per sempre all'irrilevanza.

Il punto è quindi capire se adesso (ora cioè che Bridget si è in parte salvata dal rischio di essere mollata completamente per strada) i Socialisti potranno mai avere la forza, di recuperare in futuro una capacità maggiore di movimento. E soprattutto se sapranno farlo alla luce di scelte davvero socialiste.

Francamente, viste le premesse, la cosa a me pare molto difficile.

Da questo punto di vista i paragoni tra Nencini e von Clausewitz, svolti dall'amico Gim Cassano , mi paiono obiettivamente fuori luogo.

Certo: Clausewitz teorizzava l'utilità delle ritirate strategiche; l'opportunità di non dare battaglia quando sei in palesi condizioni di inferiorità, di evitare le offensive sconsiderate. Cedi magari terreno al nemico, sottraiti allo scontro impari se non sei grado di avere ragionevoli chances di vittoria, ma cerca quanto meno di guadagnare posizioni migliori per la controffensiva quando te ne sarà dato il modo. Qui mi sembra invece che siamo arrivati più che altro alla resa (e anche senza nemmeno un particolare onore delle armi: giusto un contentino o poco più).

Mi sembra insomma che i Socialisti questi quattro anni di esilio dal Parlamento li abbiano davvero sprecati.

Potevano ripensarsi. Ma non l'hanno fatto.



Sapranno farlo ora? Saprà il PSI diventare, come dice Cassano, "il luogo di un pensare e di un agire criticamente socialista e criticamente liberale, ed il luogo delle battaglie per i diritti e le libertà individuali, civili, sociali, di tutti i cittadini"? Sarebbe auspicabile. Ma viste le premesse a me pare che ci sia francamente da dubitarne. Dopodiché, come al solito, chi vivrà vedrà.



Un saluto,

Francesco Somaini



PS: Sembra che nella pattuglia dei "miracolati" potrebbe esserci la "nostra" Pia Locatelli (una rosselliana!). Se così fosse, almeno questa sarebbe una notizia di cui rallegrarsi. In bocca al lupo, Pia!

sergio ha detto...

Caro Francesco, per lavoro professionale mi trovo spesso ad occuparmi di nanomedicina e di medicina molecolare, trovo però molto complicato applicare quei campi di ricerca alla politica. Le mini particelle offrono spesso spiegazioni chiave nell'evoluzione dell'organismo umano, ma fatico a capirne l'utilità in politica. Ma questa è un'opinione, non una verità scientifica. Sergio V.

luigi ha detto...

Buona notizia sperando nella conferma per Pia Locatelli.
Certamente non sarà per merito mio ... ma almeno un messaggio
personale a Bersani via face book per perorare la causa della ottima
compagna il sottoscritto a nome del circolo Giustizia e Libertà
Guido Calogero e Aldo Capitini di Genova lo ha inviato.
"Mica siamo qui per pettinare le bambole !"
Luigi Fasce

dario ha detto...

Caro Franz
la tua analisi è sostanzialmente condivisa dal sottoscritto. Purtroppo da vent'anni il PSI, nel nome del superiore interesse (delle varie cooperative che si sono succedute alla sua direzione) a mantenere in vita una rappresentanza "socialista" nel Parlamento fa accordi sempre più al ribasso, nel 1996 furono 18 parlamentari, cmq ancora in una lista "autonoma" dal PDS, oggi se tutto va bene sono 4-5 e non basta che ci sia la Pia per dire che è un buon risultato, è la resa definitiva alla politica degli ex comunisti (ovunque essi siano oggi) di azzeramento del socialismo in Italia.
La mia è l'amarezza di chi nell'idea socialista ancora ci crede e che continuerà a battersi per la ricostruzione di un movimento che faccia della cultura socialista la sua base fondante. L'individualismo accattone dei Nencini e c. (che badano esclusivamente al proprio interesse personale fottendosene dei socialisti, anche di quelli che generosamente in questi anni hanno continuato a militare nel PSI) non può essere definita una cultura socialista ma solo un sottoprodotto dell'individualismo della Seconda Repubblica. Oggi non è tempo di realismo, e lo dice uno che tu sai è parecchio realista, ma di ideali, di rilancio di valori che hanno contribuitop a costruire l'Italia migliore.
Fraterni ed amari saluti socialisti
Dario Allamano
PS
cmq nonostante Nencini in Italia stanno crescendo nuove aggregazioni sul modello del GdV è da li che si riparte, ben consapevoli che non sarà un lavoro nè facile nè breve e che i cattocomunisti del PD e la loro pattuglia pseudo socialista faranno di tutto per ridurci al silenzio.