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domenica 30 settembre 2012
Vittorio Melandri: Il grande assente
IL GRANDE ASSENTE
Mi ripeto, sono un lettore ed estimatore di Eugenio Scalfari da almeno quarant’anni, ma nel mio piccolo piccolo, sono fieramente contrario a qualsiasi tipologia di “culto della personalità”, ed ho la fortuna di non essere mai stato in vita mia “tri-nariciuto”, ergo chiedo non mi venga rimproverato di “avercela” con “Barbapapà-Scalfari”, se da qualche tempo a questa parte, la lettura dei suoi “domenicali”, mi fa sobbalzare di delusione e qualche volta di mesta delusione, come in questo ultimo caso.
Oggi 30 settembre 2012 il “Comandante Eugenio” chiude il suo pezzo con il seguente “coming-out”:
“Io sono liberale di sinistra per mia formazione culturale. Ho votato per molti anni per il partito di Ugo La Malfa. Poi ho votato il Pci di Berlinguer, il Pds, i Ds e il Pd.”
Or bene, al “nostro” è capitato di essere eletto Consigliere comunale a Milano nel 1963 nelle fila del PSI, e poi risulta eletto Deputato della V legislatura, quella che si consumò fra il 1968 ed il 1972, periodo durante il quale arrivò a termine la cosiddetta “unificazione socialista”, che aveva preso avvio nel 1966 ed era stata salutata su l’Espresso, sempre dal “nostro Eugenio”, con un articolo uscito il 30 ottobre 1966 dal titolo…..
NASCE IL TERZO GRANDE
Che così iniziava ….
“Roma. Si compie domenica prossima, con la riunione della Costituente socialista, un processo politico che ebbe inizio molti anni fa e che ha trovato finalmente il logico sbocco.”
E che così si concludeva …
“Comincia oggi una nuova impresa politica che richiede impegno, spirito di sacrificio, lunga lena ed alte ambizioni. Dopo tanti anni di sconfitte e di sbandamenti, la sinistra italiana incontra di nuovo la grande occasione.”
Non riesco a capire se l’indipendente Scalfari (non mi risulta abbia mai preso la tessera di alcun partito) sia stato eletto nelle fila del PSI senza votarsi, per estrema coerenza, e quindi sia in linea con il suo “coming-out” odierno, oppure abbia dei blocchi “freudiani” che gli impediscano di ricordarsene, oppure ancora, che ...
…. “dopo tanti anni di sconfitte e di sbandamenti della sinistra italiana, che anche con l’aiuto degli 'Scalfari', tutte le grande occasioni incontrate le ha lasciate passare, …… essendo a sua volta passato dal socialismo liberale di un tempo, al comunismo dimenticato dei Napolitano e dei D’Alema, nonché al vuoto pragmatico ed emiliano dei Bersani, il tutto in salsa liberista alla Monti”….
….ricordarsi che in Italia il GRANDE ASSENTE (altro che GRANDE TERZO), anche per colpa grave dei socialisti, è appunto il…… SOCIALISMO”.....
.... forse gli turba il mirabile equilibrio che con l’età e la ‘gloria-meridiana’ ha raggiunto.
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2 commenti:
Scalfari non è solo in queste freudiane rimozioni. Pensiamo ad un intero gruppo dirigente iscrittosi ad un Partito, ed in verità avendo in mente un modello del tutto opposto. E' triste dirlo, ma sotto questo aspetto c'è davvero spazio per tutto e il contrario di tutto.
Caro Astengo a me sembra che Scalfari sia preda di una tardiva o forse anche senile Philosophopause, che prende gli intellettuali a una certa età quando, stanchi di fare ricerca o buon giornalismo, si mettono a filosofare blaterando di dio e degli uomini, della morte e dell’eros, della modernità, ma soprattutto di se stessi. Non accorgendosi che il lavoro intellettuale non è vanteria bombastica, ma scavo di fatica che ognuno deve fare sul proprio terreno sgomberando il proprio campo a uno a uno dai duri massi dei fatti che vanno poi ordinati a lato con pazienza e rispetto per la loro sagoma, il loro peso e la loro giusta collocazione. Mi ricordo bene un giovane Scalfari con gli occhiali che ci parlava in modo competente di economia alla Casa della Cultura. Non è la stessa persona che ogni tanto compare nei salotti televisivi. E, se ricordo bene, ma potrebbe essere una malignità sedimentata nel pot-pourri della memoria, alla fine ebbe pure qualche dissidio con un vigile urbano milanese conclusosi con il solito “lei non sa chi sono io”. gm
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