Monti ieri-12 gennaio-ha detto alla Camera:"
Quindi è
molto importante che si passi oltre senza
dimenticare l’aspetto della disciplina, ma
si investa più energia politica costruttiva
sul versante della crescita, una crescita che
solo nostalgici di politiche che hanno
avuto raramente successo possono pensare
derivi da un allargamento ampio della
domanda attraverso i disavanzi pubblici.
Non è questo l’orientamento delle economie
di oggi, né credo del pensiero economico
in Italia. Non si tratta quindi di
cercare di fare crescita, che sarebbe crescita
effimera, tornando a comportamenti
di disavanzo, men che meno di politiche
monetarie lasche, che in ogni caso ormai
non sono più – come sappiamo – nell’ambito
delle competenze nazionali, ma si
tratta di sfruttare tutto il potenziale che
un continente integrato può dare per crescere
di più."
Ottima la risposta di Cesaratto http://politicaeconomiablog.blogspot.com/2012/01/prof.html?spref=fb
Bella la battuta:"parafrasando Keynes, come politico Lei non è schiavo di qualche defunto economista, ma di sé stesso"
Chissà cosa risponderebbe Krugman che ancora suk New York Time del 2 gennaio scriveva:" So yes, debt matters. But right now, other things matter more. We need more, not less, government spending to get us out of our unemployment trap " ? Evidentemente Monti crede al miracoli della doctrine of expansionary austerity.
Nessun commento:
Posta un commento