Avevo già letto l'intervento di Migliore e, stamattina, la mail di commento inviata da Luciano al forum "politiche internazionali" della federazione milanese di SEL.
Che sul sito di SEL sia scoppiata la polemica era prevedibile: vi sono però intervenuti - a parte alcuni dirigenti locali di SEL - anche iscritti a Rifondazione Comunista, che rivendicano - in linea con loro le tesi congressuali - uno splendido isolamento, in attesa del tempo in cui arriverà la fantomatica "fuoriuscita dal capitalismo". Che nel 2000 si discuta ancora di certe assurdità è uno dei motivi per cui la sinistra o perde o, quando vince, come Annibale, non riesce a sfruttare la vittoria. Varrebbe la pena di citare Pietro Nenni, che rimpiangeva di aver rinunciato a portare a casa piccoli risultati, che però avrebbero cambiato la vita di molti, in nome della battaglia per risultati più grandi, che però spesso veniva perduta.
Intanto che le anime belle aspettano in Europa e in Italia imperversano indisturbati i più agguerriti tecnocrati, espressione di un establishment politico ed economico-finanziario per cui parole come giustizia o libertà sono lussi o bestemmie...
Per fortuna - e come era inevitabile - i ragionamenti di chi cerca di contrastare razionalmente, e non in nome di attese messianiche, le tesi di Migliore sono, in generale, debolissimi. Risibile l'idea che SEL si possa fare "lievito" di un processo di ricomposizione su basi nuove della sinistra europea. Pare la versione "di sinistra" degli sproloqui veltronian-prodiani sull'immaginifico "Ulivo Mondiale"...
Vedremo se un sano realismo risulterà vincente oppure no. Personalmente, credo di avere motivi validi per ritenere di si, ma questa battaglia è importante, e merita di essere condotta evitando le facilonerie, le trombonerie e i garbugli cui ci ha abituato la classe dirigente della sinistra italiana...
Precisiamo un dato: le posizioni complessive di SeL sono sicuramente più vicine a quelle della corrente "veltroniana" del PD, che non a quelle che nello stesso partito possono essere assimilate ad una linea di sinistra europea. Grazie per l'attenzione Franco Astengo
Interessante lettura della situazione esistente specie riguardo "il rinculo sovranista". Ora non si comprende se il PSE, dopo il tentativo di "PDesizzarsi" per camuffare le grane italiche del PD, dovrebbe "Vendolizzarsi" per coprire le grane (ancor più grosse) di Vendola. Mah!
lasciamo perdere i mantra dei testimoni di Geova della sinistra confusa. Quel che dice Migliore è interessante, ma è straziante che nel 2012 quando uno con una storia di sinistra dice che bisogna far politica a livello europeo dobbiamo esultare come se fosse nato il messia. Tra l'altro, non parla neanche dell'enorme arretratezza del sindacato italiano, che continua a fare lotte nazionali e appelli al governo quando ha a che fare con le multinazionali. La sinistra politica e sindacale non si rende conto che i gli studenti e i precari , grazie al progetto Erasmus, sanno molto più di loro di quel che succede in Europa. Io sto diventando intollerante: non ne posso più di sentire un trombone come Airaudo che da due anni imposta una lotta in perdita, senza aver mai approfondito com'è che in Germania gli operai dell'auto sono pagati 3 volte rispetto all'Italia, fanno molta qualità , poco assenteismo e nonostante i ritmi di lavoro non riempiono le cliniche di malattie nervose. Ma vi rendete conto che una consistente ala di SeL lo voleva candidare a sindaco? roba da chiedere asilo politico...
Il dato precisiamolo pure, ma non so a quale realtà tu ti riferisca. Fotografi una situazione che non è certo quella della federazione di Milano, né, per quello che so, del nazionale.
Non sarà il tuo caso, ma vedo che purtroppo molti di coloro che parlano di SEL e la criticano sulla linea o per questioni di "antropologia culturale" non la conoscono minimamente...
SEL è allo stato magmatico, quello che ne verrà fuori è ancora tutto da scoprire. Tieni conto che si tratta di una formazione politica nata per disperazione dopo il disastro elettorale dell'Arcobaleno nel 2008, che non ha rappresentanza parlamentare, che per ora campa quasi solo della luce riflessa di un leader nazionale ottimo come comunicatore, e che - sempre per disperazione - sta diventando il refugium peccatorum per la maggior parte di coloro che la vedono come l'ultima possibilità per costruire un soggetto politico della sinistra di governo, saldamente ancorato alle tradizioni dei partiti storici (PCI e PSI per primi). Su diversi temi qui a Milano stiamo facendo un lavoro che nel complesso giudico buono, di altre realtà non saprei dire. Vedremo...
Di veltroniano, in SEL, vedo solo lo stile "letterario" delle narrazioni del leader. Forma, non sostanza. La sostanza veltroniana è la totale subalternità al pensiero unico ed a tutto l'assortimento del lugocomunismo, dalle liberalizzazioni ad usum dei poteri forti, al bacio della pantofola vaticana, all'esaltazione del bipolarismo/bipartitismo coatto. Mi pare che le posizioni di SEL (che io non condivido del tutto, infatti non sono iscritto) siano proprio agli antipodi, dunque non comprendo la frecciata di Astengo. Sarà senz'altro un mio limite.
Nei 78 commenti, che ora saranno di più si legge di tutto e di più. Per alcuni contrari aderire al PSE in Europa è come entrare nel PD in Italia. Non sanno ancora che il PD non è nel PSE. Altri pongono come ostacolo l'adesione all'ideologia liberista di Blair e di Zapatero o rimproverano a Papandreu di aver accettato i diktat europei come se avessero un'alternativa. Non ho mai saputo di compere di titoli di stato greci per solidarietà. Mettere vittime e carnefici sullo stesso piano non mi sembra di sinistra.Nessuno di questi spiega come si è reagito alla politica sbagliata dei socialisti in Spagna e Portogallo: votando più a sinistra? No! dando la maggioranza assoluta alla DESTRA. Mi pare che aleggi la stessa incoscienza del tempo in cui, col fascismo montante, il nemico principale erano i traditori socialdemocratici, perché impedivano la rivoluzione. per fortuna qualcuno ha ricordato che tra i più attivi liberisti vi erano i dirigenti di partiti socialisti, dell'Europa orientale, che non sono stati formati da esuli socialdemocratici, ma che erano comunisti al tempo del Comecon e del Patto di Varsavia . Dunque il comunismo non vaccina contro le tentazioni liberiste e d'altronde basta pensare a Veltoni e Morando e neppure essere stati più a sinistra (Salvati). Nessuno che parla delle alleanze rosso-rosso-verdi in Danimarca, Norvegia e Svezia o dell'Islanda ovvero che la Linke ha cominciato a crescere a livello nazionale tedesco dopo un robusto innesto socialdemocratico, che era uscito dalla SPD in nome della fedeltà a Bad Godesberg. Un programma che allora a sinistra in Italia, PSI compreso, era la prova del tradimento ideale della socialdemocrazia.Probabilemnte c'è chi si è formato con il Lenin del rinnegato Kautsky. se Ps in Francia e SPD in Germania non ci liberano di Sarkozy e Merkel ci sarà una sinistra sconfitta anche in Italia.
La posizione Veltroniana di SEL sta nel fatto che non si vede per ora alcun segno di costruzione di un partito vero e proprio oltre alla leadership di Vendola. Invece Bersani è una chiara inversione di tendenza (basta leggere l'Unità ogni giorno) rispetto alla cultura sia politica, sia organizzativa, sia economica del nefasto Veltroni.
Inoltre, rispetto al PSE, il PD ha assunto una posizione insopportabilmente "politicista" di desione-non adesione. Ma non c'è dubbio alcuno che il riferimento del PD sia il PSE. Dinanzi a qeusto, se SEL aderisse al PSE il PD sarebbe gettato in gravi difficoltà (ma secondo me molto fertili per tutti). Invece le idee tardo-berlingueriane di "ricomposizione della sinistra europea" su impulso di SEL poggiano sull'ennesima idea di "fruttuosa anomalia italiana". Lo ripeto spesso: il nostro compito si socialisti è questo: 1) chi è in SEL far emergere queste contraddizioni davvero incredibili 2) Chi è nel PD far vincere la linea di Stefano Fassina (ed è quello che ho scelto di fare io)
Besostri ha sostanzialmente ragione, al di là dei dettagli, su di un punto: se non ci si ferma a ragionare tutti assieme sui dati reali della situazione, sulle possibile alternative, sulla necessità di ricostruire un tessuto a sinistra sapendo che non debbono esserci in quella direzione nemici ( mi riferisco anche ai molti stizziti da determinate analisi su SeL considerata ormai "intoccabile", quando si sa benissimo che quell'aggregazione potrà essere soltanto un pezzo parziale di una necessitò di riaggregazione più vasta) ma soltanto interlocutori per un confronto aperto, sull'esigenza che tutte le culture della sinistra, storico e rappresentativa delle contraddizioni post-materialiste, partitica e di movimento. Se non riusciremo a fare tutto questo in modo non forzatamente ecumenico, ma cercando tesi e sintesi possibili, allora avremo davvero perso di nuovo una partita possibile. Senza borie e senza spocchie, al di fuori dai personalismi. Auspico che la scadenza dei 120 anni della formazione del partito dei lavoratori in Italia rappresenti una tappa positiva per avviare un cammino possibile. Franco Astengo
caro Borioni, però in questo cavolo di PD ci vuole un minimo di chiarezza: l'appello di capodanno di Bersani agli iscritti è una stupidata tipo unità nazionale di più di 30 anni fa. Su 14, dico 14, correnti del PD non ce n'è neanche una che proponga chiaramente l'adesione al PSE e l'adozione di trasparenti sistemi di democrazia interna a tutti i livelli di partito. Che non sono le primarie aperte a tutti, ma il voto segreto su liste non bloccate tra gli iscritti e i livelli successivi: una cosa che si chiama democrazia, ma che nel passaggio ai DS è stata ignorata, dando il massimo spazio alle correnti autonominate.
E' chiaro che alcuni (cioè i "soliti noti" e perdenti della "sinistra degli orticelli") sono presi dal travaso di bile al solo pensiero che SEL possa veramente aderire al PSE e così "spiazzare/spazzare" via tutte le contraddizioni dell'ircocervo PD e di PSI e PRC-Fed. Ma tant'è. Un giorno o l'altro pur dovrà accadere
Direi che il discorso di Paolo sul compito dei socialisti vada completato con altri due passaggi:
3) chi è nel PSI deve fare in modo di riportare quel partito a Sinistra e coinvolgerlo in questi processi di ricomposizione della Sinistra italiana (oppure andarsene, se si dovesse verificare l'assoluta impossibilità di questa svolta).
4) chi non è in nessuno dei tre partiti (SEL, PD o PSI) ma è interessato alla prospettiva di un partito socialista legato al PSE deve operare perchè i soggetti che si ritrovano nei punti 1), 2), e 3) possano in modo convergente e possibilmente coordinato, in vista di un progetto unitario. E' questo in particolare il compito che assegnerei al Network, a Volpedo, ai Circoli, alle Fondazioni...
Insomma, in SeL se uno parla di aderire al pse viene linciato. Nel PD ci sono 14 correnti ma neanche una pensa di far votare dal prossimo congresso l'adesione al PSE. Il PCI si è sciolto ma i suoi aderenti continuano a creare confusione e pensare agli anni dell'unità nazionale: che adesso ritengono ben rappresentata da Monti, come si legge nell'appello di capodanno di Bersani a tutti gli iscritti. Ben altro clima si respira a Torino nelle riunioni della "fabbrica di Niki", ma i ragazzi che han creato un bel circolo pieno di iniziative (le "officine corsare") non si sono iscritti a SeL dove continuano a comandare gli ex DS, a fare i loro congressini e fucilare i dissenzienti
Da come la conosco io e dai rapporti che arrivano al Network dai compagni iscritti a SEL sel è fatta a macchie di leopardo, ma di diverso colore. Anche il Pd è composito mica male non so se reggerebbero alla prova camalente della famosa barzelletta
Per quanto riguarda SEL a Genova mi pare di poter dire che in linea di massima le cose vanno bene. Sicuramente a sinistra, sicuramente non oltristi. Luigi
Chi non è iscritto o non è iscritto al PSI ben potrebbe dare corpo alla richiesta di adesuione personale e diretta al PSE o quantomeno in una prima fase ai PES activist. Se mettesimo in piedi qualche centinai a di richieste costringeremmo la presidenza ad occuparsene. Questa nè una richiesta dell'appello di Volpedo e della dichiarazione di intenti del NSE. mettere insieme 500/1000 richieste non dovrebbe essere impossibile e sarebbe un modo di dare un obiettivo concreto a chi in SEL e nel PD vuole far aderire il suo partito al PSE
il fatto che sul sito di SeL si sia sviluppata una discussione forte sul tema dell'adesione del partito al Pse è segno che il tema è sentito e vissuto. Che vi siano posizioni decisamente favorevoli al Pse è incontestabile. Del resto credo che Vendola abbia già deciso il perdorso. Anche io credo come Paolo Borioni che se SEL aderisce potrebbe aprire benefiche contraddizioni nel PD. Certo permangono delle ambiguità come la pretesa (di lontana ascendenza berlingueriana) che la sinistra italiana dovrebbe contribuire alla ricomposizioni su nuove basi della sinistra europea. Il solitio fantasma del cavolo della III via e dell'Eurocomunismo. Per questo ho scritto la nota sul "riscatto della cultura socialista" che in realtà è una critica radicale al comunismo italiano, alla sue ambiguità profonde mai risolte (neanche dopo l'89), una cririca che mette insieme sia i berlingueriani che i miglioristi. Salvo solo la corrente sindacale del PCI: Da d Di Vittorio a Bruno Trentin che è stata la più sinceramente vicina al socialismo democratico e riformatore. In effetti se noi leggiamo la storia degli ultimi vent'anni ci rendiamo conto del fallimento pieno della classe dirigente postcomunista, sia berlinguerana che migliorista. Non è certo un anticomunismo fuori tempo il mio. Ma è piuttosto la constatazione che quelle culture politiche che supportavano il PCI non sono state in grado di costruire uan sinistra seria nè moderata nè utopista. Purtroppo la cultura del PCI porta appresso doppiezze contraddizioni non risolvibili. Questa p anche la ragione per cui vi è una continua caduta nel trasformismo politico dei suoi esponenti (D'Alema, Veltroni, Fassino, Bassolino ecc). Per questo noi abbiamo bisogno di riscattare la parte più seria della cultura socialista del dopoguerra : quella del socialismo riformatore ed autonomista di Lombardi, Giolitti, Santi, De Martino e Brodolini. Tenendo conto che quello è il filone centrale e più sano della nostra cultura politica. Il postcraxismo è invece spazzatura della storia.
Noi ,cioè i 14 compagi/e usciti dal psi nel 2009 entrati in SEL e che dal primo giorno abbiamo sempre parlato di PSE mai nessuno ci ha linciato,(non tiriamo fuori balle,) anzi adesso anche il segretario provinciale di SEL Livorno è convinto nella scelta europeista del PSE. vedere allegato prego
http://legadeisocialistilivorno.it/index.php?option=com_content&view=article&id=532:una-sinistra-europea-piu-audace&catid=19:sel&Itemid=22 salutoni dai compagni di SEL Livorno,Luciano
ottima idea, pratica ed efficiente. Facciamo un modulo unico per i volpedari, e i circoli provvederanno a diffonderlo: finalmente un'iniziativa militante di aggregazione che non sia un convegno. Per quanto riguarda Torino proporrei la diffusione in occasione dell'inaugurazione della mostra fotografica del Salvemini che accompagnerà la pubblicazione dell'archivio del PSI di Torino.
20 commenti:
Avevo già letto l'intervento di Migliore e, stamattina, la mail di
commento inviata da Luciano al forum "politiche internazionali" della
federazione milanese di SEL.
Che sul sito di SEL sia scoppiata la polemica era prevedibile: vi sono
però intervenuti - a parte alcuni dirigenti locali di SEL - anche
iscritti a Rifondazione Comunista, che rivendicano - in linea con loro
le tesi congressuali - uno splendido isolamento, in attesa del tempo in
cui arriverà la fantomatica "fuoriuscita dal capitalismo". Che nel 2000
si discuta ancora di certe assurdità è uno dei motivi per cui la
sinistra o perde o, quando vince, come Annibale, non riesce a sfruttare
la vittoria. Varrebbe la pena di citare Pietro Nenni, che rimpiangeva
di aver rinunciato a portare a casa piccoli risultati, che però
avrebbero cambiato la vita di molti, in nome della battaglia per
risultati più grandi, che però spesso veniva perduta.
Intanto che le anime belle aspettano in Europa e in Italia imperversano
indisturbati i più agguerriti tecnocrati, espressione di un
establishment politico ed economico-finanziario per cui parole come
giustizia o libertà sono lussi o bestemmie...
Per fortuna - e come era inevitabile - i ragionamenti di chi cerca di
contrastare razionalmente, e non in nome di attese messianiche, le tesi
di Migliore sono, in generale, debolissimi. Risibile l'idea che SEL si
possa fare "lievito" di un processo di ricomposizione su basi nuove
della sinistra europea. Pare la versione "di sinistra" degli sproloqui
veltronian-prodiani sull'immaginifico "Ulivo Mondiale"...
Vedremo se un sano realismo risulterà vincente oppure no. Personalmente,
credo di avere motivi validi per ritenere di si, ma questa battaglia è
importante, e merita di essere condotta evitando le facilonerie, le
trombonerie e i garbugli cui ci ha abituato la classe dirigente della
sinistra italiana...
Precisiamo un dato: le posizioni complessive di SeL sono sicuramente più vicine a
quelle della corrente "veltroniana" del PD, che non a quelle che nello stesso
partito possono essere assimilate ad una linea di sinistra europea. Grazie per
l'attenzione Franco Astengo
Interessante lettura della situazione esistente specie riguardo "il rinculo
sovranista".
Ora non si comprende se il PSE, dopo il tentativo di "PDesizzarsi" per
camuffare le grane italiche del PD, dovrebbe "Vendolizzarsi" per coprire le
grane (ancor più grosse) di Vendola.
Mah!
lasciamo perdere i mantra dei testimoni di Geova della sinistra confusa. Quel che
dice Migliore è interessante, ma è straziante che nel 2012 quando uno con una storia
di sinistra dice che bisogna far politica a livello europeo dobbiamo esultare come
se fosse nato il messia. Tra l'altro, non parla neanche dell'enorme arretratezza del
sindacato italiano, che continua a fare lotte nazionali e appelli al governo quando
ha a che fare con le multinazionali. La sinistra politica e sindacale non si rende
conto che i gli studenti e i precari , grazie al progetto Erasmus, sanno molto più
di loro di quel che succede in Europa.
Io sto diventando intollerante: non ne posso più di sentire un trombone come Airaudo
che da due anni imposta una lotta in perdita, senza aver mai approfondito com'è che
in Germania gli operai dell'auto sono pagati 3 volte rispetto all'Italia, fanno
molta qualità , poco assenteismo e nonostante i ritmi di lavoro non riempiono le
cliniche di malattie nervose.
Ma vi rendete conto che una consistente ala di SeL lo voleva candidare a sindaco?
roba da chiedere asilo politico...
Il dato precisiamolo pure, ma non so a quale realtà tu ti riferisca.
Fotografi una situazione che non è certo quella della federazione di
Milano, né, per quello che so, del nazionale.
Non sarà il tuo caso, ma vedo che purtroppo molti di coloro che parlano
di SEL e la criticano sulla linea o per questioni di "antropologia
culturale" non la conoscono minimamente...
SEL è allo stato magmatico, quello che ne verrà fuori è ancora tutto da
scoprire. Tieni conto che si tratta di una formazione politica nata per
disperazione dopo il disastro elettorale dell'Arcobaleno nel 2008, che
non ha rappresentanza parlamentare, che per ora campa quasi solo della
luce riflessa di un leader nazionale ottimo come comunicatore, e che -
sempre per disperazione - sta diventando il refugium peccatorum per la
maggior parte di coloro che la vedono come l'ultima possibilità per
costruire un soggetto politico della sinistra di governo, saldamente
ancorato alle tradizioni dei partiti storici (PCI e PSI per primi).
Su diversi temi qui a Milano stiamo facendo un lavoro che nel complesso
giudico buono, di altre realtà non saprei dire.
Vedremo...
Di veltroniano, in SEL, vedo solo lo stile "letterario" delle narrazioni del
leader. Forma, non sostanza.
La sostanza veltroniana è la totale subalternità al pensiero unico ed a
tutto l'assortimento del lugocomunismo, dalle liberalizzazioni ad usum dei
poteri forti, al bacio della pantofola vaticana, all'esaltazione del
bipolarismo/bipartitismo coatto.
Mi pare che le posizioni di SEL (che io non condivido del tutto, infatti non
sono iscritto) siano proprio agli antipodi, dunque non comprendo la
frecciata di Astengo.
Sarà senz'altro un mio limite.
Luciano Belli Paci
Nei 78 commenti, che ora saranno di più si legge di tutto e di più. Per alcuni
contrari aderire al PSE in Europa è come entrare nel PD in Italia. Non sanno ancora
che il PD non è nel PSE. Altri pongono come ostacolo l'adesione all'ideologia
liberista di Blair e di Zapatero o rimproverano a Papandreu di aver accettato i
diktat europei come se avessero un'alternativa. Non ho mai saputo di compere di
titoli di stato greci per solidarietà. Mettere vittime e carnefici sullo stesso
piano non mi sembra di sinistra.Nessuno di questi spiega come si è reagito alla
politica sbagliata dei socialisti in Spagna e Portogallo: votando più a sinistra?
No! dando la maggioranza assoluta alla DESTRA. Mi pare che aleggi la stessa
incoscienza del tempo in cui, col fascismo montante, il nemico principale erano i
traditori socialdemocratici, perché impedivano la rivoluzione. per fortuna qualcuno
ha ricordato che tra i più attivi liberisti vi erano i dirigenti di partiti
socialisti, dell'Europa orientale, che non sono stati formati da esuli
socialdemocratici, ma che erano comunisti al tempo del Comecon e del Patto di
Varsavia . Dunque il comunismo non vaccina contro le tentazioni liberiste e
d'altronde basta pensare a Veltoni e Morando e neppure essere stati più a sinistra
(Salvati). Nessuno che parla delle alleanze rosso-rosso-verdi in Danimarca, Norvegia
e Svezia o dell'Islanda ovvero che la Linke ha cominciato a crescere a livello
nazionale tedesco dopo un robusto innesto socialdemocratico, che era uscito dalla
SPD in nome della fedeltà a Bad Godesberg. Un programma che allora a sinistra in
Italia, PSI compreso, era la prova del tradimento ideale della
socialdemocrazia.Probabilemnte c'è chi si è formato con il Lenin del rinnegato
Kautsky. se Ps in Francia e SPD in Germania non ci liberano di Sarkozy e Merkel ci
sarà una sinistra sconfitta anche in Italia.
La posizione Veltroniana di SEL sta nel fatto che non si vede per ora
alcun segno di costruzione di un partito vero e proprio oltre alla
leadership di Vendola. Invece Bersani è una chiara inversione di
tendenza (basta leggere l'Unità ogni giorno) rispetto alla cultura sia
politica, sia organizzativa, sia economica del nefasto Veltroni.
Inoltre, rispetto al PSE, il PD ha assunto una posizione
insopportabilmente "politicista" di desione-non adesione. Ma non c'è
dubbio alcuno che il riferimento del PD sia il PSE. Dinanzi a qeusto,
se SEL aderisse al PSE il PD sarebbe gettato in gravi difficoltà (ma
secondo me molto fertili per tutti). Invece le idee
tardo-berlingueriane di "ricomposizione della sinistra europea" su
impulso di SEL poggiano sull'ennesima idea di "fruttuosa anomalia
italiana".
Lo ripeto spesso: il nostro compito si socialisti è questo:
1) chi è in SEL far emergere queste contraddizioni davvero incredibili
2) Chi è nel PD far vincere la linea di Stefano Fassina (ed è quello
che ho scelto di fare io)
Besostri ha sostanzialmente ragione, al di là dei dettagli, su di un punto: se non
ci si ferma a ragionare tutti assieme sui dati reali della situazione, sulle
possibile alternative, sulla necessità di ricostruire un tessuto a sinistra sapendo
che non debbono esserci in quella direzione nemici ( mi riferisco anche ai molti
stizziti da determinate analisi su SeL considerata ormai "intoccabile", quando si sa
benissimo che quell'aggregazione potrà essere soltanto un pezzo parziale di una
necessitò di riaggregazione più vasta) ma soltanto interlocutori per un confronto
aperto, sull'esigenza che tutte le culture della sinistra, storico e rappresentativa
delle contraddizioni post-materialiste, partitica e di movimento.
Se non riusciremo a fare tutto questo in modo non forzatamente ecumenico, ma
cercando tesi e sintesi possibili, allora avremo davvero perso di nuovo una partita
possibile.
Senza borie e senza spocchie, al di fuori dai personalismi. Auspico che la scadenza
dei 120 anni della formazione del partito dei lavoratori in Italia rappresenti una
tappa positiva per avviare un cammino possibile.
Franco Astengo
caro Borioni, però in questo cavolo di PD ci vuole un minimo di chiarezza:
l'appello di capodanno di Bersani agli iscritti è una stupidata tipo unità
nazionale di più di 30 anni fa. Su 14, dico 14, correnti del PD non ce n'è
neanche una che proponga chiaramente l'adesione al PSE e l'adozione di
trasparenti sistemi di democrazia interna a tutti i livelli di partito. Che
non sono le primarie aperte a tutti, ma il voto segreto su liste non
bloccate tra gli iscritti e i livelli successivi: una cosa che si chiama
democrazia, ma che nel passaggio ai DS è stata ignorata, dando il massimo
spazio alle correnti autonominate.
E' chiaro che alcuni (cioè i "soliti noti" e perdenti della
"sinistra degli orticelli") sono presi dal travaso di bile al solo pensiero
che SEL possa veramente aderire al PSE e così "spiazzare/spazzare" via
tutte
le contraddizioni dell'ircocervo PD e di PSI e PRC-Fed.
Ma
tant'è. Un giorno o l'altro pur dovrà accadere
Mario Francese
Direi che il discorso di Paolo sul compito dei socialisti vada
completato con altri due passaggi:
3) chi è nel PSI deve fare in modo di riportare quel partito a
Sinistra e coinvolgerlo in questi processi di ricomposizione della
Sinistra italiana (oppure andarsene, se si dovesse verificare
l'assoluta impossibilità di questa svolta).
4) chi non è in nessuno dei tre partiti (SEL, PD o PSI) ma è
interessato alla prospettiva di un partito socialista legato al PSE
deve operare perchè i soggetti che si ritrovano nei punti 1), 2), e 3)
possano in modo convergente e possibilmente coordinato, in vista di un
progetto unitario. E' questo in particolare il compito che assegnerei
al Network, a Volpedo, ai Circoli, alle Fondazioni...
Un saluto.
Francesco Somaini
Insomma, in SeL se uno parla di aderire al pse viene linciato. Nel PD ci sono 14 correnti ma neanche una pensa di far votare dal prossimo congresso l'adesione al PSE. Il PCI si è sciolto ma i suoi aderenti continuano a creare confusione e pensare agli anni dell'unità nazionale: che adesso ritengono ben rappresentata da Monti, come si legge nell'appello di capodanno di Bersani a tutti gli iscritti.
Ben altro clima si respira a Torino nelle riunioni della "fabbrica di Niki", ma i ragazzi che han creato un bel circolo pieno di iniziative (le "officine corsare") non si sono iscritti a SeL dove continuano a comandare gli ex DS, a fare i loro congressini e fucilare i dissenzienti
Da come la conosco io e dai rapporti che arrivano al Network dai compagni
iscritti a SEL sel è fatta a macchie di leopardo, ma di diverso colore. Anche
il Pd è composito mica male non so se reggerebbero alla prova camalente della
famosa barzelletta
Per quanto riguarda SEL a Genova mi pare di poter dire che in linea
di massima le cose vanno bene.
Sicuramente a sinistra, sicuramente non oltristi.
Luigi
Chi non è iscritto o non è iscritto al PSI ben potrebbe dare corpo alla
richiesta di adesuione personale e diretta al PSE o quantomeno in una prima
fase ai PES activist. Se mettesimo in piedi qualche centinai a di richieste
costringeremmo la presidenza ad occuparsene. Questa nè una richiesta
dell'appello di Volpedo e della dichiarazione di intenti del NSE. mettere
insieme 500/1000 richieste non dovrebbe essere impossibile e sarebbe un modo di
dare un obiettivo concreto a chi in SEL e nel PD vuole far aderire il suo
partito al PSE
il fatto che sul sito di SeL si sia sviluppata una discussione forte sul
tema dell'adesione del partito al Pse è segno che il tema è sentito e
vissuto. Che vi siano posizioni decisamente favorevoli al Pse è
incontestabile. Del resto credo che Vendola abbia già deciso il perdorso.
Anche io credo come Paolo Borioni che se SEL aderisce potrebbe aprire
benefiche contraddizioni nel PD. Certo permangono delle ambiguità come la
pretesa (di lontana ascendenza berlingueriana) che la sinistra italiana
dovrebbe contribuire alla ricomposizioni su nuove basi della sinistra
europea. Il solitio fantasma del cavolo della III via e dell'Eurocomunismo.
Per questo ho scritto la nota sul "riscatto della cultura socialista" che in
realtà è una critica radicale al comunismo italiano, alla sue ambiguità
profonde mai risolte (neanche dopo l'89), una cririca che mette insieme sia
i berlingueriani che i miglioristi. Salvo solo la corrente sindacale del
PCI: Da d Di Vittorio a Bruno Trentin che è stata la più sinceramente vicina
al socialismo democratico e riformatore. In effetti se noi leggiamo la
storia degli ultimi vent'anni ci rendiamo conto del fallimento pieno della
classe dirigente postcomunista, sia berlinguerana che migliorista. Non è
certo un anticomunismo fuori tempo il mio. Ma è piuttosto la constatazione
che quelle culture politiche che supportavano il PCI non sono state in grado
di costruire uan sinistra seria nè moderata nè utopista. Purtroppo la
cultura del PCI porta appresso doppiezze contraddizioni non risolvibili.
Questa p anche la ragione per cui vi è una continua caduta nel trasformismo
politico dei suoi esponenti (D'Alema, Veltroni, Fassino, Bassolino ecc). Per
questo noi abbiamo bisogno di riscattare la parte più seria della cultura
socialista del dopoguerra : quella del socialismo riformatore ed autonomista
di Lombardi, Giolitti, Santi, De Martino e Brodolini. Tenendo conto che
quello è il filone centrale e più sano della nostra cultura politica. Il
postcraxismo è invece spazzatura della storia.
Noi ,cioè i 14 compagi/e usciti dal psi nel 2009 entrati in SEL e che dal primo giorno abbiamo sempre parlato di PSE mai nessuno ci ha linciato,(non tiriamo fuori balle,) anzi adesso anche il segretario provinciale di SEL Livorno è convinto nella scelta europeista del PSE. vedere allegato prego
http://legadeisocialistilivorno.it/index.php?option=com_content&view=article&id=532:una-sinistra-europea-piu-audace&catid=19:sel&Itemid=22
salutoni dai compagni di SEL Livorno,Luciano
ottima idea, pratica ed efficiente. Facciamo un modulo unico per i
volpedari, e i circoli provvederanno a diffonderlo: finalmente un'iniziativa
militante di aggregazione che non sia un convegno.
Per quanto riguarda Torino proporrei la diffusione in occasione
dell'inaugurazione della mostra fotografica del Salvemini che accompagnerà
la pubblicazione dell'archivio del PSI di Torino.
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