sabato 4 giugno 2011

Sergio Cesaratto-Lanfranco Turci: Oltre il tremontismo? Lettera aperta a Bersani

Oltre il tremontismo? Lettera aperta a Bersani.

Sergio Cesaratto

Lanfranco Turci

Caro Segretario, la vittoria alle recenti elezioni locali ha ridato forza alla prospettiva di governo. Questa suscita, tuttavia, un duplice e contrastante sentimento. Da un lato la consapevolezza che senza una rottura percepibile con la politica economica del centro-destra, l’ennesima delusione del popolo della sinistra sarebbe forte e definitiva. Dall’altro lato prevale nel centro-sinistra l’idea che il paese si possa salvare solo se le politiche di rigore formulate in sede europea vengono scrupolosamente applicate, in particolare quella di un taglio della spesa pubblica corrente di oltre il 5% nel 2012-14 ribadita dal Governatore Draghi. Le dichiarazioni tue e di Fassina non prendono le distanze da questa impostazione. L’auspicio, vostro e del Governatore, è di poter coniugare rigore e sviluppo, tagliando in maniera selettiva e indirizzando le più magre risorse verso impieghi che possano innalzare i tassi di crescita. Noi riteniamo che tale prospettiva sia illusoria e non si distacchi da quella del DEF di Tremonti. In quest’ultimo, ma anche nel Progetto economico del PD da te presentato lo scorso marzo, si assumono infatti tassi di crescita per l’economia italiana che sono assolutamente irrealistici alla luce del severo calo della domanda interna che scaturirebbe dai tagli proposti. Ritenere poi che decimali aggiuntivi di crescita possano rapidamente provenire da pur meritevoli azioni dal lato dell’offerta, per giunta in un quadro deflazionistico, ci pare illusorio.

A nostro avviso, per l’ennesima volta la sinistra sarebbe così chiamata a “risanare” i conti contro gli interessi dei ceti popolari senza peraltro realizzare l’obiettivo. E’ accaduto troppe volte. Ci vuole una svolta, politica e culturale nella strategia economica.

Il quadro europeo rende tutto più complicato. Un quadro che lo stesso centrosinistra ha contribuito a costruire non ponderandone adeguatamente le conseguenze. La perdita della sovranità monetaria in assenza di un impegno coordinato in sede europea a politiche monetarie e fiscali per la piena occupazione, ha seriamente mortificato le scelte democratiche per i cittadini italiani. Per definizione ha reso più preoccupante la gestione del debito pubblico - la cui crescita è stata dovuta non a livelli di spesa pubblica superiori alla norma, ma ad entrate fiscali inadeguate e al disgraziato “divorzio” fra Banca centrale e Tesoro del 1981. L’impossibilità di recuperare competitività attraverso mutamenti del tasso di cambio sta inferendo un colpo al nostro commercio estero. Alcuni elementi positivi sono presenti nel Progetto del PD. Europeizzazione dei debiti pubblici e lo “standard retributivo”, se opportunamente integrati, ci vedono consenzienti. Crediamo tuttavia che, con riguardo al breve periodo, la sinistra debba fermamente attestarsi sull’obiettivo di stabilizzazione del debito pubblico rifiutando, come inutili e socialmente devastanti, i piani di rientro europei. E’ la posizione assunta anche dal PSE contro una politica economica europea che, ispirata ai dogmi liberisti e monetaristi, sta annientando gli ultimi governi socialisti di Grecia, Spagna e Portogallo. Si tratta, soprattutto, di mutare lo status della BCE, avvicinandolo a quello della FED americana. Le resistenze in sede europea sarebbero formidabili, ma i rischi di crisi dell’Euro e di deflagrazione dell’Europa possono aiutare la battaglia per il cambiamento. Noi abbiamo comunque il dovere di salvaguardare i nostri interessi nazionali . Non crediamo che nel paese e nella sinistra ci sia sufficiente consapevolezza di come le prospettive di sviluppo e occupazione, e il futuro dei giovani, siano pesantemente condizionati da questa politica europea. Questo detto senza disconoscere le responsabilità del nostro paese – da affrontare in primis con una nuova e più preparata classe politica.

Su questi temi, Segretario, ti chiediamo di aprire e allargare il confronto.

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