Compagne, compagni, amici, amiche, cortesi lettrici e lettori di
questi messaggi,
Come Circolo Rosselli non abbiamo preso una posizione ufficiale
sull'oggetto dei referendum di domenica e lunedì prossimi.
Per quel che mi concerne personalmente, io voterò 4 sì, ma so che
su
alcuni dei quesiti, in particolare quello sul nucleare, nell'ambito
del
nostro Circolo esistono in realtà posizioni e valutazioni diverse.
Non ritengo dunque di dover dare indicazioni o suggerimenti di voto
a
nome del Circolo, anche perchè non ho la pretesa di influenzare
chicchessia e mi è parso oltre tutto di comprendere che queste mie
indicazioni non hanno comuque particolare incidenza.
Cionondimeno, e in proposito credo di poter esprimere un'opinione
condivisa da tutto il "Rosselli", trovo giusto rivolgere a tutti
quanti l'invito ad andare comunque a votare.
Votate come credete, insomma. Ma votate.
Il referendum abrogativo è infatti un istituto importante della
nostra democrazia ed è bene che esso non venga ridotto ad uno
strumento
vuoto.
La prassi, invalsa da alcuni anni a questa parte, per cui coloro
che
si oppongono alle ipotesi abrogative di volta in volta sottoposte
al
corpo elettorale, anziché battersi per far valere le loro ragioni
(con
delle campagne per il no), tendono ad adagiarsi furbescamente
sull'opzione del non voto, puntando a far fallire i referendum per
mancanza del quorum, mi pare infatti assai poco leale sul piano
politico.
E' una prassi legittima, sia ben chiaro. Ma non è un comportamento
da
incoraggiare, anche perchè appare francamente poco corretto che i
fautori del no si avvantaggiano con la massa degli astenuti. Credo
dunque che questa pratica debba essere contrastata.
Certo. Anche noi del “Rosselli” (come forse qualcuno ricorderà) due
anni or sono abbiamo invitato a non votare a dei referendum. Si
trattava in quel caso dei referendum sulla legge elettorale che
volevano estendere la norma del premio di maggioranza prevista dell’
attuale “Porcellum”.
Ma in quella circostanza si trattava in realtà di referendum che a
noi erano parsi sostanzialmente truffaldini: erano infatti dei
referendum manipolativi, con i quali cioè non si sopprimevano delle
leggi, ma se ne eliminavano solo alcuni dispositivi per dar luogo a
delle leggi di contenuto diverso (e a nostro giudizio peggiore).
Inoltre, i promotori di quei referendum avevano messo in piedi una
campagna a nostro avviso ingannevole, dal momento che si insisteva
nel
far credere ai cittadini che fossero chiamati ad esprimersi contro
l’
attuale (e orribile) legge elettorale, quando in realtà ciò che si
chiedeva loro era in sostanza di accrescerne gli effetti perversi.
In quella circostanza dunque era giusto, secondo noi, attuare un’
azione consapevole di boicottaggio nei confronti di una vera e
propria
truffa.
Ma questo non è assolutamente il caso, invece, dei referendum su
cui
saremo chiamati a pronunciarci domenica e lunedì.
Qui infatti non ci sono intenti più o meno subdolamente
manipolativi;
nè sono stati compiuti inganni nei confronti dei cittadini.
I punti in questione (al di là del linguaggio astruso e fortemente
tecnico con cui sono formulati i quesiti) sono sufficientemente
chiari:
il nucleare, il legittimo impedimento, la privatizzazione dei
servizi
idrici e la determinazione delle tariffe per l’erogazione dell’
acqua.
Chi vuole abrogare le norme in vigore vota sì. Chi le vuole
mantenere
vota no.
Ognuno potrà essersi fatto l’opinione che crede, e dunque ciascuno
potrà votare come meglio riterrà.
Ma partecipare al voto è in ogni caso un’occasione importante di
democrazia. Vanificare e svuotare i referendum e rendere vano ed
inutile questo strumento offerto ai cittadini sarebbe un errore.
Un saluto,
Francesco Somaini (pres. Circolo Carlo Rosselli - Milano).
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