venerdì 1 aprile 2011

Francesco Maria Mariotti: Le armi ai ribelli? Aiuto inutile, strategia confusa

Solidarietà e preghiera per il soldato ferito a Livorno.
Che questo paese non cada nel buio di anni passati che non vogliamo più rivivere.


F.M.M.
***


Una guerra che non doveva neanche iniziare sta proseguendo con strani stop-and-go e continue "improvvisazioni".

Le recenti dichiarazioni di Obama dicono della volontà di fornire armi ai ribelli anti-Gheddafi: un errore clamoroso, oltre che il segno tangibile della dubbia volontà di fare realmente la guerra che è stata iniziata.

Data l'imperizia e la dubbia composizione dei gruppi di ribelli, probabilmente le armi andrebbero ad alimentare ben altri traffici.

Data la confusione politica - apparentemente non rimediabile - dell'alleanza, aumentare la diffusione di armi non aiuterebbe il raggiungimento dell'obiettivo, né di quello esplicito ("semplicemente" fermare Gheddafi), né di quello implicito (rovesciare Gheddafi e ridistribuire il potere materiale del controllo delle risorse libiche), e porterebbe drammaticamente più vicini al caos.

O l'alleanza decide di intervenire via terra, in termini extra Onu e di fatto creando un mandato euro-americano sulla Libia (nulla di scandaloso, si badi; la riscoperta dei "mandati" e dei "protettorati" non è di oggi), ma la cosa allora va esplicitata e progettata, perché i costi umani e militari sarebbero probabilmente molto alti; oppure è meglio cercare un onorevole compromesso.

Anche nell'intervento contro la Serbia si fermò il massacro dei kossovari, ma fummo incapaci di chiarire a noi stessi quali fossero gli obiettivi della guerra (fermare il massacro? far cadere Milosevic? rendere indipendente il Kosovo?) e si arrivò ai patti con Milosevic, che cadde solo in seguito, anche sotto la spinta di manifestazioni popolari e di elezioni.

Potrebbe essere così anche con un Gheddafi tenuto "sotto controllo" politicamente; sempre che i libici siano in grado di prendere in mano il loro destino: in questo nessuna alleanza e nessun Sarkozy può sostituirli.


Noi abbiamo già fatto forse troppo, e sicuramente male; tanto che le prime vittime di questa guerra sembrano essere paradossalmente la Nato e la Unione europea.

Ora fermiamoci.

Francesco Maria Mariotti
http://mondiepolitiche.ilcannocchiale.it/


LIBIA: RASMUSSEN ESCLUDE CHE LA NATO POSSA ARMARE I RIBELLI
(AGI) Stoccolma - Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha escluso che l'Alleanza possa armare i ribelli libici. "Siamo li' per proteggere il popolo libico, non per armare la gente", ha ricordato Rasmussen citando la risoluzione 1973 dell'Onu al termine di un incontro a Stoccolma con il premier svedese, Fredrik Reinfeldt. "Poiche' la Nato e' coinvolta, e io parlo a nome della Nato, noi ci concentreremo sul rafforzamento dell'embargo per le armi e lo scopo evidente dell'embargo e' quello di fermare il flusso di armi nel Paese", ha assicurato Rasmussen


Perché non armare i ribelli

Perché non armare i ribelli - 2


Verso la guerra totale?


La debolezza dei ribelli (Guido Olimpio)

L'Europa disunita (Marta Dassù)

La testimonianza del Vicario Apostolico di Tripoli

Il Papa irritato dalla guerra e dai cattolici interventi​sti (Paolo Zanini su Linkiesta)

1 commento:

paolo ha detto...

Cecenia, Ruanda, Darfur... siamo d'accordo, era giusto intervenire anche lì.
Ma questo non dimostra che non bisogna intervenire altrove. E' meglio una giustizia parziale di un'ingiustizia totale, credo.
Paolo