Una maschia lezione in eurovisione
di Alessandro Robecchi (il manifesto 13 dic. 09)
Un deliberato attacco al premier italiano: Quando i traduttori del congresso del Ppe hanno dovuto riferire in numerose lingue straniere l’elegante eloquio di Silvio Berlusconi, hanno esercitato un’ignobile censura. Lui ha detto di essere «forte, duro, con le palle» e loro hanno tradotto «molto forte e molto duro». In pratica, Angela Merkel non ha potuto apprezzare, le palle di Silvio, un
vero peccato. Del resto, questa delle palle è una fissa costante. Quando Fabrizio Corona l’altra sera in tivù ha preso a cazzotti un muro (dimostrando scientificamente che palle e cervello non comunicano), la sua fidanzata Belen Rodriguez ha chiamato il programma per dirsi orgogliosa di amare uno «con le palle». Il conduttore ha tradotto «attributi»: altro caso di vile censura. Come
porre rimedio a questi travisamenti dell’altissimo pensiero a base di palle? Urge riforma costituzionale. Per esempio: tutti quelli che parlano di palle, di avere le palle, o addirittura di essere donne con le palle (sentito anche questo), dovrebbero provare con i fatti le loro affermazioni. Basta con le ipocrisie, fuori le palle, ma non in metafora, troppo comodo! Un premier con gli zebedei che
pendono fuori dal gessato dondolando volitivi all’aria littoria del paese sarebbe più credibile e non verrebbe censurato dai traduttori. Un ministro che attaccasse i fannulloni sventolando i testicoli sotto il naso dei dipendenti pubblici - anche a rischio di chiuderseli nei tornelli - volerebbe nei sondaggi. Bulletti e bullette della destra italiana che misurano il mondo sull’esistenza, durezza, e
potenza dei loro propri coglioni diano una maschia lezione di trasparenza. Dato che «avere le palle» vale, di questi tempi, molto più che avere una testa funzionante, è chiaro a tutti che l’autocertificazione non può bastare. Con una piccola riforma, duce e gerarchi dimostrino il coraggio delle loro azioni e vadano a spasso con i maroni al vento, ben in vista. Darebbero, tra l’altro, una più vivida e veritiera immagine del paese in cui viviamo.
Nessun commento:
Posta un commento