domenica 5 gennaio 2025

Franco Astengo: Lo spazio politico europeo

LO SPAZIO POLITICO EUROPEO di Franco Astengo Preso in contropiede da quello che con linguaggio giornalisticamente inappropriato potremmo definire "caso Sala" il governo italiano, nella persona della sua presidente del consiglio, sta tentando una mossa di accreditamento presso la nuova Presidenza USA ,non ancora ufficialmente entrata in carica, ma ben presente sulla scena internazionale anche grazie a una stretta alleanza - per ora in piedi - tra populismo nazionalista e tecnocrazia: un'alleanza che ,per quanto potrà durare, segnerà comunque un momento di frattura nel quadro delle relazioni globali. Sicuramente il colloquio di Mar - a - Lago ha traguardato il quadro d'insieme che si sta presentando a livello globale affrontando il nodo della posizione (almeno in apparenza) piattamente atlantista assunta dall'esecutivo italiano rispetto all'invasione russa dell'Ucraina. Un'iniziativa assunta in solitario fuori dal coinvolgimento europeo probabilmente in funzione di sventolare un eventuale risultato positivo quale drappo nazionalista. Al di là dell'esito immediato dell'operazione il punto da valutare riguardo lo scenario che si sta aprendo: in questo modo, in un momento di forte difficoltà dell'asse franco - tedesco e in una fase di crisi europea di natura militare, industriale, energetica. Uno scenario che in una maniera soltanto apparentemente paradossale, può verificare l'apertura di uno spazio reale per una iniziativa che consideri l'Europa davvero "spazio politico" su cui collocare un discorso di democrazia, autonomia, progetto di alternativa nel segno di una ritrovata capacità di governo delle grandi transizioni della modernità. A questo fine risulterà determinante l'esito delle elezioni tedesche prima di tutto verificando se si sarà riusciti a fermare l'ondata dell'AFD, analizzando l'esito elettorale dell'SPD e quello della BSW verso la quale non va concesso credito verso le posizioni di "sinistra conservatrice". Nello stesso tempo servirebbe una evoluzione del NFP in Francia e l'avvio di una riflessione in Italia capace di avviare un discorso tra sinistra e forze democratiche che tenga il quadro della democrazia europea al primo posto. Si dirà (giustamente): troppi "se" in un quadro complessivo che appare segnato dal ritardo delle forze politiche e da un eccesso del considerarsi l'ombelico di sé stessi. Si tratta di valutare se davvero può essere messo al primo posto lo spazio politico europeo in una espressione di autonomia e di allineamento non scontato alla logica dei blocchi. Quella "logica dei blocchi" giocata sul filo di un nuovo equilibrio del terrore e della ridefinizione di spazi di esclusività nel dominio che sembra rappresentare un obiettivo delle grandi potenze una volta ridefinito il ruolo degli USA tra "America first" e "gendarme del mondo" riaprendo la storia dopo che qualcuno nel dopo '89 ne aveva decretato la chiusura.

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