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domenica 11 novembre 2018
Intervista con De Magistris
IntervistaDe Magistris
"La mia lista alle europee per dare voce all’opposizione sociale"
MATTEO PUCCIARELLI
«L’opposizione sociale al governo gialloverde c’è, trasformiamola in un’opposizione politica», spiega Luigi de Magistris. Il sindaco di Napoli lancia un appello pubblico che dà appuntamento il 1° dicembre a Roma: sullo sfondo c’è il tentativo di varare una "coalizione civica" per le prossime europee, a cui parteciperebbero – da una posizione defilata, si dice Sinistra Italiana, Prc, Verdi. De Magistris non fa nomi ma tra gli "amici" del progetto ci sono Erri De Luca, Michela Murgia, Ilaria Cucchi, Mimmo Lucano, Cecilia Strada. E dagli Usa è pronto ad intervenire in collegamento anche Bernie Sanders, il leader socialista della sinistra americana.
È pronto al salto nazionale?
«Beh, se sei il sindaco di Napoli rappresenti già un punto di riferimento; semmai, dopo un’esperienza così importante e lunga, abbiamo deciso di provare a costruire con chi ci sta un campo largo, un fronte democratico e popolare, che possa unire tutte quelle esperienze che da anni lottano per diritti, beni comuni, contro le mafie, per lo sviluppo sostenibile, contro le privatizzazioni e l’austerità».
Nel suo appello la parola "sinistra" non compare mai, è un caso?
«Il punto è che per molti anni troppi hanno utilizzato la locuzione senza poi tradurla politicamente. Io invece senza dire "sinistra" credo di averla fatta nella mia città: rottura di sistema e affidabilità di governo».
A chi si rivolge? Agli elettori della sinistra radicale? A quelli che si sentono traditi dal M5S?
«Escluse alcune categorie, cioè fascisti, razzisti, corrotti, mafiosi e ladri, noi parliamo a tutti, partendo dal presupposto che il nemico non può essere un altro essere umano. Vogliamo un’Italia costruita non sul rancore ma sulla solidarietà».
Questo governo sembra avere un consenso popolare ancora molto forte. Lo spazio c’è?
«Manca un’opposizione parlamentare, ma ne esiste una sociale. Serve dare voce a quella.
C’è una prateria politica davanti».
Il suo "fronte" parla al Pd?
«Non ho nulla contro i partiti, ma non sono direttamente coinvolti.
Penso ci siano esponenti di primo piano e militanti del Pd che avrebbero voglia di entusiasmarsi di nuovo per qualcosa. Oggi a me il Pd pare tutto impegnato in una guerra tra gruppi dirigenti, lontano da ciò di cui ci sarebbe davvero bisogno».
Non teme di rifare l’ennesima "Sinistra Arcobaleno"?
«Questo è il più grande rischio e perciò non parliamo di una aggregazione ma di una esperienza di base, dai territori, per passare dalla resistenza al contrattacco. Basta con questo votare il meno peggio o per cacciare qualcuno, investiamo su chi si porta dietro storie credibili».
In vista delle europee, a che esperienze continentali si rifà?
«Mi ha sempre colpito Podemos ma anche l’esperienza della sindaca di Barcellona Ada Colau».
Una leadership come la sua non è troppo legata al Sud?
«Quando mi candidai come indipendente all’Europarlamento presi più preferenze al Nord che al Sud. Comunque, se il nostro progetto andrà in porto, saremo in tanti. Le nostre sono battaglie con eguale forza in Calabria come nel Veneto, valorizzare autonomie e differenze è un messaggio forte».
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Abbiamo davanti una prateria politica che è quella di chi non vuole un’Italia costruita sul rancore
IL FATTO di Quotidiano | 7 novembre 2018
Una nuova forza politica, “un fronte democratico popolare”. É quello a cui pensa il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, leader del movimento Dema e in procinto di lanciare l’ultimo progetto di sinistra con un appello “rivolto alla società civile, al mondo dei movimenti, delle associazioni”. De Magistris ha affidato a una nota i dettagli dell’idea: “È giunta l’ora della costruzione di un fronte popolare democratico, senza confini politici predeterminati, senza recinti tradizionali. Non è un quarto polo, non si deve ricostruire il collage delle fotografie già viste e sconfitte. É il luogo in cui l’ingresso è vietato solo a mafiosi, corrotti, corruttori, fascisti e razzisti”. Il sindaco ha evidenziato come “la nuova coalizione non sarà la sommatoria delle esperienze della vecchia sinistra”, ma sarà aperta a un campo molto più ampio: “Organizzazioni di base, associazioni, comitati, movimenti, militanti politici, sindaci, amministratori, eletti dal popolo che provano ogni giorno, pagando anche sulla propria pelle il prezzo di ogni forma di violenza”. Il progetto sarà presentato il 1 dicembre al Teatro Italia di Roma, appuntamento in cui De Magistris scioglierà il nodo su una sua candidatura alle elezioni europee di maggio.
IL MANIFESTO
«Il primo dicembre vi saprò dire se mi candiderò in prima persona alle europee, ma è certo che non lascerò il ruolo di sindaco di Napoli»: Luigi de Magistris ieri è tornato sul percorso che il suo movimento, Dema, sta seguendo non solo in vista delle prossime scadenze elettorali (dopo Bruxelles ci saranno le regionali in Campania nel 2020) ma anche sul piano nazionale. Per capire come si muoveranno sindaco e movimento bisognerà sciogliere molti nodi, l’appuntamento è a Roma al Teatro Italia.
Il tentativo di costruire «un fronte democratico e popolare» va avanti da molti mesi. Tra gli interlocutori ci sono Nicola Fratoianni con Sinistra italiana, Maurizio Acerbo per Rifondazione comunista e Diem 25. «La porta è aperta a tutti quelli che stanno difendendo i diritti degli italiani e di chi ha scelto di abitare qui – ha proseguito -, che stanno lottando contro un sistema violento dal punto di vista finanziario e istituzionale, a chi non si rassegna all’annichilimento dei diritti». Per poi specificare: «Non pensiamo ai collage né a un quarto polo della sinistra. Vogliamo lottare non solo per difendere la Costituzione ma per attuarla. Vogliamo dimostrare che il laboratorio Napoli può essere un punto di riferimento per l’Italia e l’Europa».
A ottobre de Magistris aveva lanciato l’idea di candidare il sindaco sospeso di Riace, Mimmo Lucano, alle europee. Per adesso Lucano sembra concentrato nel tenere vivo il suo progetto di accoglienza diffusa, nonostante l’ostilità del governo verdegiallo. C’è poi molta attenzione all’ala sinistra dei 5S che si riconosce nel presidente della Camera, Roberto Fico. Ma una fuga dal Movimento, nonostante i tanti mal di pancia, non sembra all’orizzonte. Restano, invece, le difficoltà a tenere il consiglio comunale di Napoli: le ultime tre sessioni sono saltate per mancanza del numero legale. Tante le tensioni innescate dal recente rimpasto di giunta ma anche dalle difficoltà economiche dovute ai debiti delle passate gestioni e al predissesto. Proprio dai 5S al governo de Magistris attende le norme per mettere in sicurezza i conti del comune partenopeo e dei tanti municipi in Italia con l’acqua alla gola.
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