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mercoledì 5 aprile 2017
Franco D'Alfonso: Trasporto pubblico a Milano
Torneremo presto a parlare di Trasporto pubblico a Milano, cercando di chiarire i molti punti incomprensibili più che oscuri di una vicenda che occupa le pagine della cronaca cittadina un po' all'improvviso, senza che se ne comprendano le ragioni, ma soprattutto per affrontare in maniera chiara e trasparente un dibattito cruciale per la vita stessa della città e della sua amministrazione, vale a dire la modalità di gestione della sua più importante e strategica controllata, l'Atm, i possibili partner (Fs, Trenord, altri), la nuova dimensione metropolitana, i vincoli di legge e molto altro ancora.
Con questa dichiarazione volevo segnalare alcuni punti fermi relativi ad una fase che si è chiusa con il rinnovo del Cda Atm :
- la gestione Rota di Atm ha consentito una spettacolare inversione di tendenza gestionale, amministrativa e politica rispetto ad una gestione Catania del centrodestra che aveva risultati tuttaltro che brillanti .
- Per questo motivo non si può pensare di sostituirlo con qualche uomo della passata gestione- Catania, magari scelto fra quelli non confermati o allontanati proprio dall'amministrazione Pisapia . La scelta spetta, formalmente e sostanzialmente, al nuovo Cda Atm appena insediato e sono sicuro che lo farà con serietà e professionalità : la pregiudiziale politica è rivolta a quegli esponenti dell'amministrazione - che ci sono, inutile fingere che non sia così - in carica che pensano invece proprio a persone di questo tipo per il vertice operativo ( direttore generale ) e che avranno, del tutto legittimamente, la possibilità o meglio il dovere di esprimere un indirizzo appunto politico per la gestione futura di Atm . Troverei molto curioso, per non dire altro, che si teorizzasse un rinnovamento molto somigliante al ritorno delle lancette ad un'epoca che appartiene ad un'altra politica rifiutata per due volte dal voto dei milanesi . E non potrei, assieme credo alla maggioranza dei cittadini milanesi, condividere tale scelta.
- in maniera del tutto incomprensibile il ricambio fisiologico dei vertici ( Rota non poteva essere confermato come presidente, in base ad una norma introdotta dall'amministrazione Pisapia, che personalmente non condivido ma che evidentemente non si può che rispettare fino a che non verrà modificata, essendo impossibili deroghe) si è trasformato in uno psicodramma, con polemiche sgradevoli al contorno. Penso che sarebbe stato doveroso congedare con onore chi ha servito la città senza infilarsi in cavillose ricerche burocratiche di giustificazioni, peraltro del tutto inutili stante la non confermabilità dei vertici uscenti, ad una scelta di radicale cambiamento, discutibile come ogni scelta, ma del tutto legittima.
- la vicenda del cambio dei vertici è stata sovrapposta, a torto o a ragione, a questioni di strategia aziendale ed in particolare a come reagire e rapportarsi con una chiarissima strategia del governo Renzi, ora Gentiloni come prima Letta, che assegna a Ferrovie dello Stato un ruolo di consolidatore unico della politica del trasporto nazionale ed urbano e sforna leggi che costringono più che orientano ad "aprire le porte" al gruppo guidato da Mazzoncini . Questo ha fatto sì che le vicende e le opinioni personali di amministratori e manager pubblici assumessero apparentemente più rilievo del tema strategico in discussione. Come direbbe un grande gestore di situazioni pubbliche complicate, è peggio che un crimine , è un errore.
Non si ritrovano nella dichiarazione che segue, ma sono altrettanti punti fermi, a mio avviso :
- il fatto che la vicenda della cessione delle quote M5 a Ferrovie dello Stato è stata gestita da parte dell'assessore al bilancio in maniera opposta a quella che chiameremmo gestione chiara e trasparente di informazioni e decisioni, determinando una cristallizzazione delle posizioni ed una caduta della fiducia reciproca che non favorisce un dibattito costruttivo.
- che la conoscenza di principi e procedure da parte di chi ha gestito fin qui operativamente la produzione di atti ed informazioni, alcuni dei quali sottoposte anche all'avallo di organi comunali, è quantomeno approssimativa.
Un "cambio di passo" nel metodo prima amcora che nel merito è semplicemente indispensabile.
Cordialmente.
Franco D'Alfonso
ATM, D'ALFONSO: DA ROTA BUONA AMMINISTRAZIONE, NO RIPORTARE LANCETTE INDIETRO
ATM, D'ALFONSO: DA ROTA BUONA AMMINISTRAZIONE, NO RIPORTARE LANCETTE INDIETRO
(OMNIMILANO) Milano, 30 MAR - "Si è chiuso oggi il ciclo di gestione
dell'ATM guidata da Bruno Rota, che è stato elemento caratterizzante,
simbolico e fondante dell'Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco
Giuliano Pisapia. Ci sarà tempo e modo per discutere delle modalità con le
quali si è giunti a questo che doveva essere - e non è stato - un
normale avvicendamento nell'ambito della buona amministrazione politica
della città, così come ci sarà occasione molto presto di confrontarsi sul
futuro del trasporto pubblico a Milano.
La notizia odierna però è che il Presidente Bruno Rota consegna al nuovo
CdA una ATM che nel 2011 non aveva bilanci in ordine ed oggi è un modello riconosciuto di buona amministrazione; che aveva un grado di efficienza basso, con un numero di blocchi ed inefficienze dei mezzi non in linea con la tradizione dell'azienda tranviaria ambrosiana ed ora ha una immagine ed una reputazione di efficienza che l'esperienza di Expo ha proiettato a livello internazionale; che soffriva di una forte conflittualità interna, come molte aziende ferrotranviarie e che ha goduto in questi anni di un invidiabile periodo di collaborazione tra azienda, lavoratori ed azionista, con un ridottissimo numero di ore di sciopero come indicatore significativo".
Così il consigliere comunale di "Noi Milano", ed ex assessore della
giunta Pisapia, Franco D'Alfonso. "Il Presidente Rota - prosegue - ha svolto
il suo mandato con "disciplina ed onore", come chiede il troppe volte
dimenticato principio generale che sta alla base dell'opera di un
amministratore pubblico, così come lo hanno fatto gli altri amministratori
di ATM e delle altre società partecipate indicati dalla amministrazione
comunale. Non ho dubbi che anche il nuovo ciclo amministrativo che si apre oggi non derogherà a questi principi e presenterà inevitabili innovazioni di metodo e di scelte in uno scenario con una dimensione sempre più metropolitana piuttosto che comunale, senza indulgere ad idee, prive di senso comune oltre che politico, come metodi e persone coinvolte che porterebbero le lancette dell'orologio ATM indietro, invece che nel futuro di una nuova sfida affascinante per la città di Milano e per l'intero Paese".
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