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mercoledì 25 gennaio 2017
Franco Astengo: La sentenza della Corte
LA SENTENZA DELLA CORTE BOCCIA L’ITALIKUM ALMENO PER I 2/3 (a cura di Franco Astengo)
La possibilità di entrare meglio nel merito della sentenza uscita pochi minuti fa dalla Corte Costituzionale in esito ai ricorsi avverso la legge elettorale Italikum si avrà soltanto al momento della lettura completa delle motivazioni.
Per adesso si può affermare che si è stabilito, per la seconda volta, un principio democratico di fondamentale importanza: quello della possibilità di un’iniziativa attiva dei cittadini nel merito della legge elettorale attraverso la richiesta di pronunciamento da parte degli organi della magistratura.
Ed è questo un punto fortemente positivo.
Così come risulta essere sicuramente positivo il fatto che sia stata tolta di mezzo la possibilità per un partito di disporre della maggioranza assoluta senza aver raggiunto una soglia di voti adeguata in percentuale: questa possibilità non esiste più e avendo il corpo elettorale respinto la votazione del Senato in secondo grado nessuno potrà più artificiosamente impossessarsi del “dominio assoluto” dell’intero parlamento, magari disponendo appena, appena del 25% del totale dei voti validi (più o meno il 15% dell’intero corpo elettorale). Questa stortura è stata definitivamente affossata. Anche se il premio resta comunque di minoranza, ed è bene non dimenticarlo.
Non si può che segnalare come negativo il mantenimento dei capilista bloccati, anche se non ci sarà più la scelta della circoscrizione nel caso di pluricandidature (si procederà con un sorteggio).
E’ dunque così terminato il lungo iter del ricorso avverso l’Italikum: la sentenza della Corte Costituzionale ha bocciato l’Italikum per i 2/3 dei suoi contenuti : rimane, infatti, il premio di maggioranza per la lista (e non la coalizione) che supererà il 40% dei voti.
La corte ha precisato “le legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione”, evidentemente tenendo conto del fatto che per il Senato la stessa Corte con la sentenza 1/2014 scelse Al Senato scelse un proporzionale puro con preferenza unica, soglia di sbarramento al 20 per cento per le coalizioni su base regionale, soglia dell’8 per cento se si corre da soli, soglia del 3 per cento per i partiti che fanno parte di una coalizione, che in questo caso ritiene evidentemente “armonica” con quella delineata con la sentenza di oggi.
Premesso che sarà necessario aspettare le motivazioni della sentenza per capire meglio la logica che guidato i giudici nel loro pronunciamento verificheremo quelle che sono gli intendimenti delle forze politiche: se si deciderà, cioè, di tentare una modifica profonda .
Per esempio il passaggio dell’attribuzione del premio di maggioranza dal partito alla coalizione, considerato che nelle condizioni attuali dei partiti non appaiono esserci concrete possibilità di attribuzione del premio (gli ultimi sondaggi, per quel che riguarda la Camera dei Deputati delineano questo quadro : i partiti sopra la soglia del 3% sono 7: Pd 31%, M5S 26%, Lega 14%, FI 13%, Ap 3,5%, SI 3,5%, Fdi 3,5%.
Dipenderà dal tipo di confronto politico che si aprirà fin da domani.
Occorrerà comunque tenere ben alta la guardia.
Ecco i punti principali della sentenza:
COSA CAMBIA DELL'ITALICUM - Il nuovo Italicum resta un sistema elettorale proporzionale (ovvero il numero di seggi verrà assegnato in proporzione al numero di voti ricevuti). Il calcolo sarà fatto utilizzando la regola "dei più alti resti" e sarà fatto su base nazionale.
Stop al ballottaggio. La caratteristica principale dell'Italicum era il secondo turno. Ovvero che tra i due partiti più votati senza raggiungere il 40% dei voti si tenesse uno 'spareggio' due settimane dopo per assegnare una maggioranza assoluta dei seggi della Camera. La Consulta ha bocciato questo aspetto che quindi scompare dalla legge.
Sì al premio di maggioranza. Via libera della Corte Costituzionale invece al premio di maggioranza alla lista più votata, se questa dovesse ottenere almeno il 40% dei voti. Alla lista saranno assegnati 340 seggi su 617 (sono esclusi dal calcolo il seggio della Valle d'Aosta e i 12 deputati eletti all'estero): si tratta del 55% dei seggi.
Candidature multiple. La consulta non ha toccato il sistema delle candidatura plurime, quindi un capolista potrà essere inserito nelle liste in più di un collegio elettorale, come già succedeva nel Porcellum, fino a un massimo di 10. Quello che la Consulta ha bocciato è la possibilità - in caso di elezioni in più di un collegio - che sia l'eletto a scegliere in quale collegio risultare eletto. In questo caso interverrà invece un sorteggio.
COSA RESTA - Sono molti i punti che non sono stati toccati e su cui la Corte non è dovuta intervenire. Eccoli:
Capilista bloccati - Le liste non sono bloccate, ma i suoi capilista sì. Questo punto non è stato toccato dalla Consulta. Quindi i capilista saranno i primi a ottenere un seggio, mentre dal secondo eletto in poi intervengono le preferenze (ogni elettore ne potrà esprimere due), reintrodotte rispetto al Porcellum.
Questo sistema avrà come conseguenza che i partiti più piccoli, che difficilmente eleggeranno più di un parlamentare in una circoscrizione, vedranno eletti i capilista, mentre i partiti più grandi avranno anche una quota di parlamentari scelti con le preferenze.
Soglie di sbarramento. L'Italicum prevede una distribuzione dei seggi su base nazionale ma al tempo stesso, per limitare il proliferare di gruppi parlamentari, al riparto potranno accedere solo le liste che supereranno la soglia del 3%.
È prevista anche una soglia per le minoranze linguistiche nelle regioni che le prevedono: lo sbarramento è del 20% dei voti validi nella circoscrizione dove si presenta.
Nel caso in cui un partito che facesse parte della coalizione che ottiene il premio di maggioranza non superasse la soglia di sbarramento, i suoi voti concorrerebbero al raggiungimento del premio ma sarebbe comunque escluso dal riparto dei seggi, che sarebbero redistribuiti agli altri partiti della coalizione.
Circoscrizioni più piccole e tornano le preferenze. Invece delle 27 circoscrizioni previste dalla precedente legge elettorale si passa a circoscrizioni di dimensione minore. Saranno 100 collegi (in media di circa 600mila abitanti ciascuno) e in ognuno verranno presentate mini-liste, in media di 6 candidati.
L'eccezione in Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta. La legge prevede che la regione Val d'Aosta e le province di Trento e Bolzano siano escluse dal sistema proporzionale. Qui si voterà in nove collegi uninominali (8 per T.A.A. e 1 per la Val d'Aosta), come già avveniva con il precedente sistema elettorale. Se alla regione Trentino-Alto Adige sono assegnati più di 8 seggi, questi verranno assegnati con il sistema proporzionale.
Quote rosa. Nessuno dei due sessi potrà essere rappresentato in misura superiore al 50% (con arrotondamento all'unità inferiore) e nella successione interna alle liste nessun genere potrà essere presente per più di due volte consecutive. Inoltre ciascuno dei due sessi può essere rappresentato massimo nel 50% dei capilista e se l'elettore esprimerà due preferenze, dovranno essere relative a
due candidati di sesso diverso, pena la nullità della seconda preferenza.
Nessuna di queste ipotesi garantisce che a essere elette sarà un numero consistente di donne, tutto dipenderà da come saranno scritte le liste e dalle preferenze che le donne otterranno.
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