in effetti, mentre gli inglesi hanno Corbyn, i tedeschi Lafontaine, i francesi Piketty, noi abbiamo un bel niente. Anzi, peggio, vari ridicoli personaggi. L’unico che si salva, ma non ha nè doti nè voglia di leadership politica è, a mio parere, Walter Tocci
Cari compagni francamente vi capisco poco. Sempre alla ricerca di un salvatore straniero. Intanto Piketty centra poco essendo non un politico ma un professore di economia. Corbyn ha 67 anni e nel 2020 ( anno delle elezioni) avrà 71 anni. Nel frattempo temo, ma mi auguro di sbagliare, il Labour sarà distrutto da scontri interni perchè il socialismo, in Europa come in Italia non può continuamente oscillare tra Inventori di terze vie e di estimatori di Lenin. Possibile che non esistano leader come Brandt o Palme, capaci di dare una prospettiva politica riformista e radicale e non solo ideologica che non può portare da nessuna parte. Se non si conquista la maggioranza dell’elettorato per avviare seri processi di uscita graduale da un mercato neoliberista verso una economia sociale di mercato, con le sparate ideologiche non si va da nessuna parte e soprattutto non si ottiene il consenso elettorale per governare e avviare i processi di vere riforme socialiste. In fondo anche noi in Italia abbiamo Turigliatto ma non credo proprio che potrebbe dare la vittoria alla sinistra. Un fraterno saluto
In primo luogo partiamo da un dato di realtà. Da quello che ho letto e sentito dopo l'elezione di Corbyn a leader del Labour in meno di 24 ore 15.000 cittadini e cittadine inglesi si sono iscritti/e al partito. Questo qualcosa vorrà pur dire e chi se ne frega se Corbyn non è più un giovanotto (quanti anni aveva Churchill durante la Seconda Guerra mondiale?). Personalmente non cerco alcun papa straniero, anche se purtroppo nella disastrata e disastrosa sinistra italiana non manca chi pratica questo sport, ma solo dei punti di riferimento anche diversi fra loro. La verità è che la personalizzazione della politica da noi ha contaminato un po' tutti, mentre un ragionamento meno superficiale indurrebbe a parlare non solo dei leader, che sicuramente hanno la loro importanza come storicamente è sempre avvenuto, ma di un Labour che pare finalmente uscire dall'involuzione blairiana, di una Syriza che ha ormai definitivamente sostituito, pur con le sue divisioni e problemi, l'impresentabile PASOK e in Spagna non solo di Podemos ma di un PSOE che pare ritornato, indubbiamente perché sollecitato, alla sua vocazione autentica. Sulla scena politica tedesca si ripropone Lafontaine e anche questo rientra in un quadro non più ingessato. Insomma in Europa qualcosa si muove, sia pure in modo ancora non del tutto chiaro. Il paragone con l'Italia resta in ogni caso impietoso ed è di questo che dovremmo discutere. Maurizio Giancola
Mah io non sono cosi amante della fede, sono abbastanza laico e prendo in prestito dalla cultura laica il concetto del dubbio. I cambiamenti in atto nella sinistra europea sono tanti e di diverso segno. Podemos, Syriza, Labour Party, Lynke sono entità diverse ma ancora troppo legate alla visione nazionale della politica, così come i Partiti Socialisti al Governo (Francia e Germania), in nessun caso si nota una visione europeistica, tutti ragionano in funzione dell'interesse nazionale e su questa strada non si va da nessuna parte, per cui dubito che queste saranno le leadership in grado di costruire un futuro partito socialista sovranazionale. Detto ciò penso che siano tutti (forse escluderei Lafontaine e la Linke che sono su altre strade) esperimenti interessanti per cambiare il modo di guardare una società (tant'è che Corbyn definisce più volte movimento sociale il nuovo Labour) impaurita, che tende a guardare verso destra nella pessima idea che l'Europa è un male, un ostacolo ai bisogni dei cittadini, quando invece è una risorsa importante ed imprescindibile per il futuro dei nostri figli. Sono tutti partiti in transizione verso qualcos'altro (e qui ha ragione Giancola che rileva il cambio di identità di Syriza) ed io spero sia una transizione verso un movimento socialista europeo e non tanti nuovi partiti del socialismo nazionale. Resta da dire che in Italia nulla si vede se non pallide caricature di una sinistra che sopravvive al crollo della cultura ex-post comunista, che non avendo avuto venticinque anni fa il coraggio di fare i conti con la storia e la cultura socialista si sta acconciando, in nome del potere, a dividersi tra neodemocristiani o neomassimalisti. Fraterni saluti Dario Allamano
5 commenti:
in effetti, mentre gli inglesi hanno Corbyn, i tedeschi Lafontaine, i francesi Piketty, noi abbiamo un bel niente. Anzi, peggio, vari ridicoli personaggi. L’unico che si salva, ma non ha nè doti nè voglia di leadership politica è, a mio parere, Walter Tocci
Cari compagni francamente vi capisco poco. Sempre alla ricerca di un salvatore straniero. Intanto Piketty centra poco essendo non un politico ma un professore di economia. Corbyn ha 67 anni e nel 2020 ( anno delle elezioni) avrà 71 anni. Nel frattempo temo, ma mi auguro di sbagliare, il Labour sarà distrutto da scontri interni perchè il socialismo, in Europa come in Italia non può continuamente oscillare tra Inventori di terze vie e di estimatori di Lenin. Possibile che non esistano leader come Brandt o Palme, capaci di dare una prospettiva politica riformista e radicale e non solo ideologica che non può portare da nessuna parte. Se non si conquista la maggioranza dell’elettorato per avviare seri processi di uscita graduale da un mercato neoliberista verso una economia sociale di mercato, con le sparate ideologiche non si va da nessuna parte e soprattutto non si ottiene il consenso elettorale per governare e avviare i processi di vere riforme socialiste. In fondo anche noi in Italia abbiamo Turigliatto ma non credo proprio che potrebbe dare la vittoria alla sinistra.
Un fraterno saluto
In primo luogo partiamo da un dato di realtà. Da quello che ho letto e sentito dopo l'elezione di Corbyn a leader del Labour in meno di 24 ore 15.000 cittadini e cittadine inglesi si sono iscritti/e al partito. Questo qualcosa vorrà pur dire e chi se ne frega se Corbyn non è più un giovanotto (quanti anni aveva Churchill durante la Seconda Guerra mondiale?). Personalmente non cerco alcun papa straniero, anche se purtroppo nella disastrata e disastrosa sinistra italiana non manca chi pratica questo sport, ma solo dei punti di riferimento anche diversi fra loro. La verità è che la personalizzazione della politica da noi ha contaminato un po' tutti, mentre un ragionamento meno superficiale indurrebbe a parlare non solo dei leader, che sicuramente hanno la loro importanza come storicamente è sempre avvenuto, ma di un Labour che pare finalmente uscire dall'involuzione blairiana, di una Syriza che ha ormai definitivamente sostituito, pur con le sue divisioni e problemi, l'impresentabile PASOK e in Spagna non solo di Podemos ma di un PSOE che pare ritornato, indubbiamente perché sollecitato, alla sua vocazione autentica. Sulla scena politica tedesca si ripropone Lafontaine e anche questo rientra in un quadro non più ingessato. Insomma in Europa qualcosa si muove, sia pure in modo ancora non del tutto chiaro. Il paragone con l'Italia resta in ogni caso impietoso ed è di questo che dovremmo discutere.
Maurizio Giancola
Mah io non sono cosi amante della fede, sono abbastanza laico e prendo in prestito dalla cultura laica il concetto del dubbio.
I cambiamenti in atto nella sinistra europea sono tanti e di diverso segno. Podemos, Syriza, Labour Party, Lynke sono entità diverse ma ancora troppo legate alla visione nazionale della politica, così come i Partiti Socialisti al Governo (Francia e Germania), in nessun caso si nota una visione europeistica, tutti ragionano in funzione dell'interesse nazionale e su questa strada non si va da nessuna parte, per cui dubito che queste saranno le leadership in grado di costruire un futuro partito socialista sovranazionale.
Detto ciò penso che siano tutti (forse escluderei Lafontaine e la Linke che sono su altre strade) esperimenti interessanti per cambiare il modo di guardare una società (tant'è che Corbyn definisce più volte movimento sociale il nuovo Labour) impaurita, che tende a guardare verso destra nella pessima idea che l'Europa è un male, un ostacolo ai bisogni dei cittadini, quando invece è una risorsa importante ed imprescindibile per il futuro dei nostri figli.
Sono tutti partiti in transizione verso qualcos'altro (e qui ha ragione Giancola che rileva il cambio di identità di Syriza) ed io spero sia una transizione verso un movimento socialista europeo e non tanti nuovi partiti del socialismo nazionale.
Resta da dire che in Italia nulla si vede se non pallide caricature di una sinistra che sopravvive al crollo della cultura ex-post comunista, che non avendo avuto venticinque anni fa il coraggio di fare i conti con la storia e la cultura socialista si sta acconciando, in nome del potere, a dividersi tra neodemocristiani o neomassimalisti.
Fraterni saluti
Dario Allamano
Perché si possa materializzare un Corbyn italiano, occorrerebbe prima avere un Labour Party italiano.
Elementare Watson !
LBP
Posta un commento