martedì 7 luglio 2015

Franco Astengo: Referendum

Care compagne e cari compagni Il successo del NO nel referendum greco è sicuramente da accogliere con grande soddisfazione: purtuttavia è il caso di riflettere al meglio sul fenomeno imitatorio che sta attraversando il sistema politico italiano, a destra come a sinistra. Prima di tutto deve essere ricordato un fatto fondamentale: in Grecia il referendum è stato indetto su di un quesito ben delimitato riguardante la trattativa con l’UE e non su generici richiami riguardanti la rottura dell’UE e/o l’uscita dall’Euro. In secondo luogo il referendum è stato indetto dal Governo in carica che, soltanto sei mesi fa, aveva ricevuto un vasto mandato popolare. Un Governo, quindi, in grado di esercitare una funzione di riferimento sociale e politico fondamentale avendo al proprio interno un partito come Syriza che aveva conseguito la maggioranza relativa dei voti. Oggi, in Italia, questa sindrome dell’imitazione accomuna destra e sinistra, da Casa Pound a Ross@ in un indefinito carnevale di dichiarazioni: come potrà essere credibile una soluzione del genere? Quale esito potrebbe avere sul piano politico dal punto di vista di un qualche indirizzo futuro? Cosa potrebbe produrre una campagna elettorale condotta in una dimensione del genere? Dal punto di vista degli schieramenti politici l’unico che potrebbe trarre vantaggio davvero dal portare avanti una posizione del genere è il M5S che si porrebbe in grado di puntare ad arrivare al ballottaggio in un’ipotetica elezione con l’Italicum. Sarebbe bene che la sinistra prendesse subito le distanze da un’ipotesi del genere, uscisse dalla subalternità politica e costruisse un’ipotesi unitaria sul tema dell’Europa promuovendo, prima di tutto una forte mobilitazione sociale e – di conseguenza – una altrettanto adeguata soggettività politica. Soltanto costruendo una rappresentanza politica in grado di produrre egemonia, nei tempi e nei modi concessi dalle difficoltà del presente, si potrà pensare a incidere nuovamente sulla realtà: il resto è improvvisazione e pressapochismo. Due elementi che purtroppo rappresentano la cifra caratteristica dell’attualità di ciò che è rimasto di una sinistra italiana colpita a morte nella sua capacità di sviluppo progettuale e di radicamento sociale e organizzativo. Grazie per l’attenzione Franco Astengo

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