Francamente, e con grande dispiacere per Astengo, a me, nella situazione di fatto, di una crisi che può diventare esplosiva per il futuro dell’Europa,pare un documento, detto senza ironia, quasi rivoluzionario se si pensa a che cosa era il parlamento europeo e i rappresentanti dei socialisti europei, solo un anno fa. Rompere l’Europa, gridando, è molto facile. Ma se si è un forza importante, ma che comunque non è maggioranza e deve mandare avanti il fragile tessuto europeo con intese con le altre forze di diversa cultura politica, questo documento se portato avanti con coerenza rappresenta un importante passo avanti.
condivido Ferrari: Astengo, che spesso scrive cose profonde e motivate, soffre del tradizionale massimalismo della sinistra impotente, per la quale esiste solo il tutto e subito, e il poco è peggio del niente. Sono quasi sessanta anni che esiste l’Europa, costruita lentissimamente con due passi avanti e due o tre indietro. E , tanto per dirne una, le riunioni congiunte dei sindacati nazionali europei si contano sulle dita di una mano. La tonitruante FIOM di Bertinotti e Landini non ha MAI promosso una riunione dei diversi sindacati nazionali delle fabbriche Fiat sparse per l’Europa: e cosa pretendiamo dai governi...
A me invece sembra che il documento sottoscritto dai 5 ministri sia di una superficialità e di una banalità desolanti. In particolare affermare che "l'Euro è uno dei più grandi successi dell'UE" dimostra l'assoluta incomprensione di quanto sta avvenendo non solo in Grecia, ma in tutta l'Europa meridionale. Finché queste cose le dicono i tedeschi e i loro portaborse olandesi e finlandesi non c'è da stupirsi, ma che anche i rappresentanti della Repubblica Ceca e di Slovacchia, Francia e Italia si accodino è la dimostrazione evidente del perché i partiti aderenti al PSE versino in stato comatoso. Se continuano così sono destinati alla completa irrilevanza e a quel punto se la saranno anche meritata, visto che non riescono ad essere non dico socialisti, che è pretendere troppo, ma nemmeno keynesiani. Maurizio Giancola
3 commenti:
Francamente, e con grande dispiacere per Astengo, a me, nella situazione di fatto, di una crisi che può diventare esplosiva per il futuro dell’Europa,pare un documento, detto senza ironia, quasi rivoluzionario se si pensa a che cosa era il parlamento europeo e i rappresentanti dei socialisti europei, solo un anno fa.
Rompere l’Europa, gridando, è molto facile. Ma se si è un forza importante, ma che comunque non è maggioranza e deve mandare avanti il fragile tessuto europeo con intese con le altre forze di diversa cultura politica, questo documento se portato avanti con coerenza rappresenta un importante passo avanti.
condivido Ferrari: Astengo, che spesso scrive cose profonde e motivate, soffre del tradizionale massimalismo della sinistra impotente, per la quale esiste solo il tutto e subito, e il poco è peggio del niente. Sono quasi sessanta anni che esiste l’Europa, costruita lentissimamente con due passi avanti e due o tre indietro. E , tanto per dirne una, le riunioni congiunte dei sindacati nazionali europei si contano sulle dita di una mano. La tonitruante FIOM di Bertinotti e Landini non ha MAI promosso una riunione dei diversi sindacati nazionali delle fabbriche Fiat sparse per l’Europa: e cosa pretendiamo dai governi...
A me invece sembra che il documento sottoscritto dai 5 ministri sia di una superficialità e di una banalità desolanti. In particolare affermare che "l'Euro è uno dei più grandi successi dell'UE" dimostra l'assoluta incomprensione di quanto sta avvenendo non solo in Grecia, ma in tutta l'Europa meridionale. Finché queste cose le dicono i tedeschi e i loro portaborse olandesi e finlandesi non c'è da stupirsi, ma che anche i rappresentanti della Repubblica Ceca e di Slovacchia, Francia e Italia si accodino è la dimostrazione evidente del perché i partiti aderenti al PSE versino in stato comatoso. Se continuano così sono destinati alla completa irrilevanza e a quel punto se la saranno anche meritata, visto che non riescono ad essere non dico socialisti, che è pretendere troppo, ma nemmeno keynesiani.
Maurizio Giancola
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