domenica 1 febbraio 2015

Salvatore Salzano: Dalla prima alla terza repubblica

Le elezioni del Presidente mi inducono ad una riflessione. Di solito non è da persone sagge esprimere giudizi troppo presto, tuttavia questa volto voglio assumermi il rischio. Ripongo delle grosse speranze nel Presidente Sergio Mattarella. Non tanto perché "è il meno peggio che poteva capitare", giudizio oltremodo irrispettoso per la statura che il personaggio ha mostrato di avere nella sua carriera politica, quanto per quello che da uno come lui ci si può aspettare. Secondo me in questi giorni sono accaduti una serie di eventi la cui portata comprenderemo meglio solo nei prossimi mesi. 1) Human Factor, l'iniziativa di SEL, pur nei limiti dati dal peso del piccolo partito (a cui sono iscritto), ha mostrato la potenzialità di essere aggregante nei confronti di un'area di sinistra che poteva anche arrivare a mettere in dubbio la disciplina di molti pezzi del PD. Questo non certo per l'iniziativa in sé, ma perché essa si inserisce in un crescendo di opposizione sociale che in questi mesi è stata l'unica vera opposizione alle scelte di Renzi. 2) La vittoria di Tsipras in Grecia ha fatto capire che i tempi sono maturi per un cambio di marcia nella nascente timida opposizione alle politiche della Merkel, opposizione in parte, molto flebilmente, rappresentata da Renzi. Questo segnale è sicuramente arrivato a rafforzare la sinistra del PD, e a mettere Renzi alle strette. 3) I malumori sulle preferenze da parte della sinistra PD fanno capire che le riforme istituzionali potrebbero non essere così facili come Renzi crede, anche se la maggioranza enorme di cui dispone per il terzo passaggio in Parlamento sembrerebbero mettere al sicuro l'Italicum 4) Nel centro destra il ruolo di Berlusconi e di Forza Italia è venuto via via indebolendosi, parallelamente all'emergere di Salvini e alla tenuta del NCD che ha resistito sino ad oggi al richiamo dell'ex cavaliere. Questi 4 fattori hanno sicuramente pesato nel determinare un nuovo equilibrio all'interno del PD: probabilmente Bersani adesso potrebbe essere lui a dire "Matteo, stai sereno". Renzi ha come obiettivo primo il mantenimento del suo governo, e questo non può che passare da un ricompattamento del PD. Pur essendo sostanzialmente un liberista, in realtà il nostro Matteo è soprattutto un pragmatico, vuole svecchiare la macchina dello stato, conduce una pienamente condivisibile lotta contro la burocrazia, e, entro certi limiti, non è fermamente legato ad una linea politica piuttosto che ad un'altra, l'importante è che governi, e porti avanti il suo progetto di cambiamento del Paese. In questo sta la sua "democristianità" o, se preferite, il suo "trasformismo Giolittiano". E' quindi plausibile che Renzi abbia colto un cambiamento del quadro politico e quindi ritenuto opportuno fare delle concessioni alla sinistra del suo partito, contando sul fatto di poter compensare l'eventuale crisi con Forza Italia (che, comunque, cercherà ancora per molto tempo di restargli attaccata) con una diversa maggioranza, disegno nel quale SEL e alcuni 5Stelle hanno un ruolo non secondario. La designazione di Mattarella e le sue elezioni sono state le prove generali di questa strategia, e, di primo acchito, sembra avere qualche probabilità di riuscire. Quindi è stato eletto Sergio Mattarella. Però...... il ruolo di Presidente della Repubblica tira fuori dalle persone caratteristiche sicuramente presenti nell'uomo, ma magari mai espresse pienamente. Questo Presidente potrebbe riservarci gran belle sorprese. Vediamo perché: 1) è comunque un tecnico veramente preparato in tema di Costituzione, e ne ha sicuramente introiettati i principi: la sua storia personale lo dimostra. Saprà difendere la Costituzione, cosa che invece in questi anni non è stata affatto scontata, anzi! 2) Ha già dimostrato in diversi momenti della sua vita politica (lo hanno ricordato anche Vendola e Leoluca Orlando che lo conoscono da molto tempo) rigore morale e dedizione alla Nazione. 3) Ha ben chiari i principi base della democrazia e dei suoi meccanismi di rappresentanza. Oggi, sentendolo ricordare come "colui che inventò il Mattarellum" sono rimasto allibito: è vero, la legge la pensò lui, ma non perché volesse introdurre il sistema "Anglosassone" in Italia: eravamo appena usciti, nel 1993, da un referendum, condotto sull'onda di una campagna mediatica vergognosa, che aveva spazzato via il meccanismo della prima Repubblica e rischiavamo, con il referendum di Mariotto Segni, di trovarci con un sistema elettorale "all'americana". La proposta di Mattarella fu un punto di mediazione che consentì di reintrodurre una quota del 25% di rappresentanza proporzionale. Forse, in quel periodo, fu il massimo che si poteva ottenere. Un conferma di ciò la potremmo ricavare dalla sentenza 1/2014 con cui la Consulta bocciò il Porcellum. Non ci è dato sapere come si espressero singolarmente i giudici, quindi neanche Mattarella, ma è un dato di fatto che il pronunciamento fu molto più rapido e deciso di quanto non volessero in "altre sedi". Credo quindi, sulla base delle motivazioni della sentenza, che il Presidente Mattarella sia un difensore della democrazia rappresentativa, consideri la rappresentatività un principio costituzionalmente garantito, mentre ritenga la governabilità un obiettivo, e questa è una differenza notevole. Mi aspetto allora che i 40 articoli della Costituzione che Renzi si apprestava a liquidare possano adesso subire una sorte ben diversa, come diverso potrebbe essere il cammino dell'Italicum: magari non grandissimi cambiamenti, ma già ridurre la possibilità di presenza in molte circoscrizioni per i capilista, diminuire il premio di maggioranza, ed altri apparentemente piccoli interventi di questo genere potrebbero trasformare l'Italicum in un sistema in cui, pur in presenza di garanzie di governabilità, si possa tornare a dare importanza alla rappresentatività. Ed anche sul piano delle riforme, credo che la sensibilità costituzionale di Mattarella lo porterà a ridare all'articolo 41 della Costituzione il valore che merita, e, chiaramente, mi riferisco alla "funzione sociale dell'impresa". Credo che se Renzi fino a poche settimane fa sperava di insediare al Colle un personaggio ubbidiente, adesso ha dovuto digerire un boccone leggermente amaro. Sicuramente Renzi è servito a scardinare degli assetti incancreniti del gioco politico italiano, e a traghettarlo verso altri lidi. Se il suo partito, e soprattutto quella galassia di personaggi come noi che gravitano alla Sinistra di Renzi, fuori e dentro il Pd, sapranno incalzarlo sulla via di una politica che rimetta al centro la giustizia, la lotta alle diseguaglianze, la difesa della democrazia dalle lobbies economiche che stanno soffocando le libertà di interi popoli, cioè una politica socialista "all'europea", Renzi potrà anche continuare a governare a lungo, con una diversa maggioranza di fatto; se invece vorrà continuare nella direzione che mostrava fino a poche settimane fa, non è da escludere che con il quadro mutato, e con un Presidente che ha avuto il primo pensiero proprio per le speranze degli Italiani, non possano esserci sorprese positive. Più di questo gli altri no possono fare. Ora toccherebbe a noi socialisti sfruttare intelligentemente le possibilità che si sono aperte. Sperare non è un reato e il personaggio di Sergio Mattarella mi induce a sperare. Auguri Presidente Mattarella!

1 commento:

franco ha detto...

Mi piacerebbe poter condividere l'ottimismo del compagno Salzano ma ritengo che la situazione sia purtroppo molto diversa. Grazie per l'attenzione Franco Astengo