domenica 15 luglio 2012

Claudio Bellavita: L'assemblea nazionale del pd

Profonda delusione per l'andamento dell'assemblea nazionale del PD.
Un partito che ha di fronte scelte fondamentali sul futuro della politica e dell'economia italiana, dove non c'è accordo sulla politica economica da far seguire all'Italia e da rivendicare in Europa, nè sugli alleati con cui collaborare in Europa , nè sulla prossima legge elettorale in Italia, nè sugli alleati con cui fare coalizione in Italia. Un partito dove sarebbe necessario fare uno o più congressi, per vedere come la pensano i militanti e che invece pensa solo alle primarie per l'investitura di un premier. Un partito dove prevale sempre la sintesi del "ma anche ", e i congressi si fanno solo quando la sintesi c'è già, e quindi molto di rado , come nel partito comunista cinese, per sancire, come nel PCC, le lentissime cooptazioni nell'immutabile oligarchia. Dove l'assemblea nazionale si riunisce ancora più raramente che nel PCC e dove la discussione avviene per allusioni (come nel PCC), comprensibili solo agli iniziati. E dove ci si può far strada non in base alle idee politiche, ma qualificandosi come "amico" di questo e di quello. Vassalli, come nel feudalesimo.
Che altro vuol dire la bagarre sui matrimoni gay? un messaggio per far capire che non piace l'alleanza con Casini, non piace il peso eccessivo della componente cattolica nel PD, che non solo elettoralmente conta poco, ma tira fuori esponenti disastrosi, come Lusi, Marrazzo, Del Bono. Insomma un mugugno cifrato , che fa credere all'opinione pubblica che il PD non voglia parlare di politica economica e di legge elettorale, quelle cose si affidano ai tecnici e dibatte su temi marginali: i gay oggi, le staminali ieri
Ma soprattutto un partito che non ha fiducia nè stima nella propria base, non pensa a un congresso per prendere delle decisioni fonadamentali, le affida ai "tecnici" e pensa solo a delle primarie per scegliere un premier. Che magari avranno anche il successo della disperazione, ci sarà l'investitura di Bersani a larghissima maggioranza come quella di Prodi, e poi, forse, la pugnalata alle spalle come quelle a Prodi, prima di D'Alema, poi di Veltroni.
A proposito, questi due disastrosi personaggi si ricandidano, o facciamo che metterli nel ghiaccio con i mammut?

6 commenti:

franco ha detto...

L'impressione "visiva" è stata quella della misera politica, di una assemblea senza capo nè coda anche dal punto di vista della logisitca e del modo di muoversi dei partecipanti. Leggendo poi delle dinamiche interne c'e stato proprio da rabbrividire. In un momento del genere (non elenco ciò che sta accadendo) non soltanto l'espressione di una insufficienza, ma di un vero e proprio fallimento politico. Certo, se faranno le primarie Bersani riceverà l'investitura, ma sarà un fatto formale. Il domani della politica italiana si svolgerà sicuramente in un contesto molto diverso. Se poi si pensa alle condizioni del resto della sinistra, al personalismo e alle oscillazioni di SeL capace di fallire due line politiche nel giro di pochi mesi (primarie e foto di Vasto) sembra proprio non rimanere che lo sconforto. Si tratterebbe di aprire una riflessione seria: ma ci sono gli spazi, e soprattutto ci sono donne e uomini adatti, provvisti di passione, scienza e coscienza? Grazie per l'attenzione Franco Astengo

Anonimo ha detto...

Caro Claudio,

riesci a sorprendermi persino quando sono d’accordo con te. Quoto tutto, dalla seconda riga fino agli “iniziati “….(quanto al farsi strada come “ amici”, temo che non succeda solo nel PD). E hai più che ragione sul congresso: ci riempiamo tanto la bocca con l’art. 49, dovremmo cominciare ad essere seri al nostro interno.

Dov’è la sorpresa, allora? E’ quando ti dici “ deluso”. Ma come, non lo sapevi come è fatto il partito?

La vera nostra battaglia deve essere “farlo cambiare, sapendo da dove partiamo”. Non diciamo che è una fatica immane, che non c’è certezza di arrivarci, ecc, ecc.: tutto vero, purtroppo, però, non abbiamo alternative, se non vogliamo rifugiarci nella nobile testimonianza. Se lasciamo tutto il PD ai Letta, ai Renzi, ai 15 parlamentari, la sinistra resterà minoranza per sempre e un qualche Monti continuerà a governare il paese.

Non è affatto detto che Bersani vincerà le primarie – qualche volta penso addirittura che questa sconfitta potrebbe finalmente servirci da sveglia – poi penso a chi sono gli altri candidati e mi preparo a raccogliere voti per Pierluigi J.

guido ha detto...

Anni fa Nanni Moretti profetizzò con precisione che con questi dirigenti Berlusconi sarebbe rimasto per vent’anni. La risposta di D’Alema fu quella di alzarsi e andarsene scricchiolando sulle sue scarpine da non mi ricordo più quanti milioni. Oggi dobbiamo mestamente concludere che ci occorre una proroga. In un certo senso quasi mi consola il pensiero che forse morirò con gli attuali dirigenti. Così non devo pensare con preoccupazione a quelli che possono venire dopo. GM

felice ha detto...

Le riflessioni di Guido mi fanno venire in mente l'aneddoto ruso del pessimista e dell'ottimista. " peggio di così non può andare" dice il pessimista. "sì sì che pUò" ribatte l'ottimista. GUIDO ED IO SIAMO OTTIMISTI

claudio ha detto...

grazie. Devo dire che mi ha fatto molto piacere la condivisione del mio scritto da parte della segretaria della federazione di Torino, Paola Bragantini, che alla riunione c'era, E il fatto che il forum innovazione della Federazione, giovani intelligenti e aperti, mi abbiano chiamato per esporre le mie idee sulla democrazia interna di partito

lanfranco ha detto...

Ho ascoltato diverse parti del dibattito. Mi pare che tutto ruoti
attorno a come rapportarsi a Monti. Bersani dice :" sorreggere la
transizione e illuminare la prospettiva. Sull'europa ok a Monti, sulle
singole riforme cambiamenti ". Franceschini dice:" Monti ok per
l'emergenza. Ma le riforme progressiste sono un'altra cosa". D'Alema
dice :"Oltre Monti con Monti ! L'agenda liberale del risanamento è un
pezzo del programma della sinistra." Bene o male il comun denominatore
è che la politica di Monti è una fase necessaria e in ultima ( per
alcuni prima ) istanza buona. Purtroppo questa posizione è anche il
riflesso del sostegno coatto cui il PD è stato costretto per sua
scelta o per sua impreparazione nei confronti del governo Monti.
IL PROBLEMA INVECE è CHE LA POLITICA DELL'AUSTERITY DI CUI MONTI è
CONVINTO ESECUTORE NON è LA SOLUZIONE EMERGENZIALE DELLA CRISI, MA è
COMPONENTE E ALIMENTO DELLA CRISI. Senza questo riconoscimento è
impossibile pensare a un dopo che sia un'altra cosa. Qui la
contraddizione profonda in cui si trova il PD. Consiglio la lettura
dell'articolo di Silvano Andriani su l'Unità di DOMENICA 15:"
L'austerità aiuta solo i paesi forti") dove si dice fra
l'altro:"Bisogna sfuggire al dilemma<< o sacrifici o la catastrofe >>,
quando invece alla catastrofe ci sta portando la strada finora
seguita". PURTROPPO QUESTI DISCORSI, ESCLUSO FASSINA, NON SI SONO
SENTITI ALL'ASSEMBLEA NAZIONALE DEL PD