domenica 19 giugno 2011

Paolo Bagnoli: Evviva le privatizzazioni

Evviva le privatizzazioni


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Di che cosa voglia dire innovare in Italia abbiamo avuto una incontrovertibile testimonianza in questi giorni nel settore delle Poste. Ci era stato spiegato che erano state privatizzate per funzionare meglio con tutta la retorica di contorno che si accompagna a simili operazioni. I fatti sono sotto gli occhi di tutti.


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di Paolo Bagnoli


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Il semplice cambio di un sistema informatico ha generato un caos vergognoso in un settore di quelli che una volta venivano definiti strategici per l’interesse nazionale. E le poste lo sono in tutti i Paesi del mondo ove – lo diciamo non per scarso attaccamento alla patria - funzionano; in ogni caso, sempre meglio che nella penisola.

I danni e i disagi per l’utenza sono stati di grandissima portata,ma non ci risulta che né il Parlamento né il Governo abbiano chiesto ai dirigenti – che pure,se non altro,sono gravati da responsabilità oggettiva – di andare alla Camere,ossia di fronte al Paese,a dire qualcosa.

Anzi l’amministratore delegato di Poste spa,il dott. Massimo Sarmi, a vedere dai giornali, è apparso quasi seccato che gli si rendesse conto dell’avvenuto;sicuramente ha dato,almeno a chi scrive,l’impressione di uno che in un ufficio postale – beato lui – non ha mai messo piede:quasi mai, recentemente di sicuro.

Il fatto è che le Poste non sfuggono alla logica generale vigente in Italia:appena si privatizzano settori strategici gli utenti cessano di essere tali per divenire semplicemente dei clienti;ciò avviene per le Poste,per le Ferrovie,per le Austostrade,per la telefonia e potremmo continuare.

Il cambio di qualità consiste nel fatto che l’ente privatizzato, concepito per le esigenze della collettività tutta, perde come propria mission – un termine che piace così tanto a quest’Italia fatta di convegnisti , analisti di professione e menager tanto da domandarsi dove trovano poi il tempo per fare cui sono incaricati essendo per di più lautamente retribuiti – quella per cui quel tale servizio è stato istituito e concepito per assumermene una nuova;nel caso delle Poste:fare banca,vendere cd e telefonini, bambole, cartoline, libri, cancelleria, giochi da tavolo e via elencando.

La maggioranza dei servizi di istituto, poi, è naturalmente esternalizzata. I paradossi, nello specifico, sono addirittura indefinibili poiché in taluni, e non sono pochi, uffici postali, talora è difficile sapere addirittura dove si trovano i francobolli. La mission diviene il vendere, fare profitti, acquisire clienti; punto e basta.

Verrebbe da dire: evviva le privatizzazioni. Le vicende degli ultimi anni hanno dimostrato il fallimento epocale del “privato” che,naturalmente,socializza le perdite in barba al mercato e a tutte le fandonie che si raccontano in proposito.

Si dirà che l’Italia è l’Italia. Noi ne siamo ben convinti, ma riteniamo che ci debba essere un margine anche alla indecenza per quel minimo di decoro che un Paese, che ci ostiniamo a considerare ancora “civile”, deve avere.

1 commento:

guido ha detto...

A proposito di responsabilità dei managers mi ricordo il segunte episodio.Il Natale del 2000 o del 2001 avevo organizzato un viaggio da MPX a BY in modo tale che mi permettesse di fare la cena di Natale 24) con mia madre a Verbania e poi il Natale con mia moglie che insegnava a NYU. La sera del 24 tutte le stazioni meteorologiche davano neve tanto che io ho lasciato l’auto fuori di casa in discesa per non rimanere bloccato. Ovviamente la mattina dopo nevicava, ma non tantissimo, sono arrivato a MPX senza catene e sulle strade principali alle 8 di mattina l’ANAS aveva già provveduto. A MPX evidentemente nessuno aveva sentito la meteo, a quanto si è poi saputo tutto gli spazzaneve erano in vacanza. L’aeroporto era nel caos. Ho passato tutta la giornata di Natale nella saletta, un po’ a lavorare, un po’ cazziando come avviene in questi casi sempre sperando in una partenza finché un finanziere pietoso mi ha passato la dritta che nei sotterranei c’era uno sportello che “riproteggeva”, termine fantastico, i viaggiatori sul volo del giorno dopo. Intanto a pomeriggio inoltrato sullo schermo della televisione era apparso il viso, quasi seccato anche lui, del Presidente della SEA, tal Fossa (detto anche Fossa Italia, che allora era in grande auge come big manager noto perché dichiarava che lui in autostrada da MPX a LIN ci andava a 200 all’ora. Loro possono) che si scusava, ma era appena stato informato del fatto che… Per sua fortuna doveva essere a Cortina o non so dove, perché se fosse passato da MPX rischiava davvero la vita. Cioè un pirla qualsiasi con l’utilitaria sapeva da 48 ore che all’aeroporto cui era diretto avrebbe nevicato e il responsabile della struttura è venuto a saperlo 10 ore e qualche milione i europersi dopo.

L cosa fantastica di questo paese è che per vent’anni la liberalizzazione del paese era affidata a) Un monopolista del parastato parassitario come Berlusconi: b) un protezionista al più gretto livello come Bossi; c) Il capo di una organizzazione fideistico affaristica come Formigoni e d) un fascista corporativo, che alla fine si è anche rivelato il migliore. E questi dovrebbero essere il liberalizzatori. Ragazzi! Direbbe Bersani, quanto a impudenza è meglio di Arbeitmachtsfrei. G