giovedì 2 giugno 2011

Paneacqua.eu: Vendola-Pisapia. Dopo il gelo la pace

Paneacqua.eu: Vendola-Pisapia. Dopo il gelo la pace

4 commenti:

guido ha detto...

Vabbè, prendiamole per buone queste scuse. A me piacerebbe un politica più sobria in cui di parole se ne dicono meno, ci si pensa su un po’ di più, e così non c’è bisogno del balletto delle scuse. E poi ripeto siamo tutti un po’ vecchiotti e il trucco di cercare di rubare il palco al festeggiato è uno dei più vecchi ferri del mestiere. Facciamo finta che non sia successo e ricominciamo da capo. Si possono dire cose molto emozionanti anche con poche parole e senza alzare i toni, vedi Paolo Conte. Anche in politica ho sempre lodato Chiamparino perché rideva poco, in effetti c’è poco da ridere. Anche Obama ride poco. Mentre quel ghigno sempre stampato sulla faccia di Berlusconi o di Formigoni mi da sempre l’idea che la sera abbiano le mascelle un po’ slogate. Francamente non sarei molto contento di dovermi sorbire un nuovo tipo di retorica. G

paola ha detto...

ho letto tutto quello che è stato scritto su Nichi in piazza del Duomo
Si può sbagliare per troppa passione, ma è molto diverso che sbagliare per calcolo o egoismo o opportunismo
Credo che sia stata una reazione anche alle critiche di tanti, per tanto tempo: critiche per cui la sua è una proposta politica "locale", a nord non potrebbe affermarsi eccetera.
Lui ha fatto una cosa bellissima: ha detto di avere sbagliato, soprattutto sul piano del linguaggio, perché ha capito - a differenza di quasi tutti, soprattutto di quasi tutti gli uomini - che le parole sono importanti.
Io penso che gli errori sul linguaggio siano errori da tratto blu, anche perché Giuliano Pisapia, nella sua splendida vicenda, ha introdotto nel lessico politico, nel lessico pubblico, una parola come "gentilezza". Bisogna mantenere questa ricchezza, semantica e politica.
E poi, però: Nichi ha parlato prima, ha parlato dopo ... ecco, questo mi sembra interno ad un galateo politico, rispetto al quale avverto estraneità. Mi viene in mente Luisa Muraro: gli uomini amano tanto darsi la parola, togliersela, ridarsela, mettersi il cappello, toglierselo, prego passi lei, ma no, si figuri, prima lei ...
paola

gim ha detto...

Concordo in pieno; ma resta la sostanza di aver predisposto il tutto, allo scopo di “intestarsi” la vittoria milanese per riaprire la partita delle primarie. Comportamento non dissimile da quello di chi ha cercato di utilizzare meetings internazionali e terremoti per affermare il proprio io. Credo che la sinistra che può vincere sia quella che ragiona e fa ragionare, e che cerca di conquistare il consenso e non di espugnare fortini: l’espressione assomiglia troppo alla “gioiosa macchina da guerra”. E convengo con Guido Martinotti che uno dei mali peggiori dell’Italia politica sia la vuota retorica, e la sinistra non ne ha certo bisogno.

Bisogna solo tirare un sospiro di sollievo per il fatto che questa “uscita” sia avvenuta dopo e non prima del ballottaggio: il danno, oggi grave, ieri sarebbe stato incalcolabile.

Gim Cassano

pier paolo ha detto...

Il vero problema non è nel fatto che Nichi Vendola abbia parlato, cosa abbia detto, come lo abbia detto.
E lasciamo perdere le sciocchezze sull'uso del verbo "espugnare", o sugli abbracci ideali a questo o a quello.

Il vero problema è la stizza di chi ha dovuto constatare come la sintonia di Nichi Vendola con il popolo arancione sia stata immediata e totale, come si è accorto chiunque fosse stato lì quella sera. Se avesse dovuto parlare solo chi capisce Milano perchè è di Milano, avremmo dovuto sorbirci Penati, Majorino, Mirabelli, o magari la Toia o la Pollastrini... chissà, sarebbe stato un esperimento interessante, per capire quale sia la popolarità e la presa del gruppo dirigente milanese del PD (quello che all'indomani della vittoria alle primarie di Pisapia, allora unanimemente considerato un candidato "vendoliano", si dimise in blocco per lo smacco subito).

Capisco che lo stile e la retorica di Vendola possano non piacere; capisco che molti vedano come una jattura l'ascesa di Vendola come uno dei leader nazionali della sinistra; e capisco che molti calcoli vengano scombinati dal probabile emergere di SEL come l'unico possibile punto di aggregazione di quanti si riconoscono nella tradizione della sinistra storica italiana e si collocano a sinistra del PD.

Capisco, ma non condivido e non approvo.
Vendola in questo momento è una delle migliori risorse a disposizione della sinistra italiana. Questa polemica risponde solo alle esigenze del PD di appropriarsi del successo elettorale milanese e di mettere, come nella migliore tradizione, il solito cartello "non disturbate il manovratore". E il fatto che a dover attaccare Vendola sia stato proprio Pisapia mi fa pensare male.

Lo vedremo già nelle prossime settimane, e credo che ci sarà da divertirsi.

PpP