è giusto quello che scrive Ichino sull'art. 41, non altrettanto quello che scrive sulla riforma forense. Eliminare le trovate demagogiche di Bersani in materia di minimi di tariffa e di patto di quota lite sarebbe salutare. Bersani ha fatto solo un regalo (e che regalo !) ai poteri forti - banche, assicurazioni, finanziarie ecc. - che possono approfittare della patologica dilatazione del numero degli avvocati per imporre condizioni indegne. Con il solo effetto di abbattere drammaticamente la qualità delle prestazioni professionali e, alla lunga, il livello qualitativo medio degli operatori del diritto. I vantaggi per i consumatori singoli non esistono (il problema per i clienti individuali era solo quello di non dover pagare somme superiori ai massimi, non di dover rispettare i minimi, che non hanno mai visto!), anzi è altissimo il rischio che col patto di quota lite il cliente venga dissanguato da professionisti scorretti. L'asimmetria informativa facilita gli abusi; la trasformazione dell'avvocato in socio del suo assistito li incentiva. Il punto è che bisognerebbe considerare i liberi professionisti dei lavoratori (anche ai fini dell'art. 36 Cost.) e non dei nemici di classe. Oltretutto molte categorie professionali stanno attraversando una fase di rapida proletarizzazione ... Purtroppo Ichino è vittima, come molti del suo partito, dell'idolatria del mercato. E questo lo porta a scambiare per interesse corporativo quella che è invece, da un lato, una legittima esigenza di categorie fortemente indebolite e, dall'altro, una questione di interesse generale. Anche se Ichino non ne parla, lasciatemi aggiungere che il caso limite è quello dei taxisti. I liberisti alle vongole strepitano contro l'aumento delle tariffe perché lederebbe la concorrenza. Peccato che quello dei taxi sia un servizio pubblico con tariffa unica fissata dall'autorità amministrativa: che accidenti c'entri la concorrenza, dio solo lo sa. E' esattamente come se aumentasse il biglietto dei tram. Si può ovviamente protestare perché aumenta il costo della vita, non perché è violato il sacro principio della concorrenza tra i tram !! Dispiace dover riconoscere che, su questi argomenti, i populisti del centro destra sono a volte meno peggio di certi "liberalizzatori" del centro sinistra presi dall'entusiasmo dei neofiti del mercato uber alles.
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è giusto quello che scrive Ichino sull'art. 41, non altrettanto quello che
scrive sulla riforma forense.
Eliminare le trovate demagogiche di Bersani in materia di minimi di tariffa
e di patto di quota lite sarebbe salutare. Bersani ha fatto solo un regalo
(e che regalo !) ai poteri forti - banche, assicurazioni, finanziarie ecc. -
che possono approfittare della patologica dilatazione del numero degli
avvocati per imporre condizioni indegne. Con il solo effetto di abbattere
drammaticamente la qualità delle prestazioni professionali e, alla lunga, il
livello qualitativo medio degli operatori del diritto. I vantaggi per i
consumatori singoli non esistono (il problema per i clienti individuali era
solo quello di non dover pagare somme superiori ai massimi, non di dover
rispettare i minimi, che non hanno mai visto!), anzi è altissimo il rischio
che col patto di quota lite il cliente venga dissanguato da professionisti
scorretti. L'asimmetria informativa facilita gli abusi; la trasformazione
dell'avvocato in socio del suo assistito li incentiva.
Il punto è che bisognerebbe considerare i liberi professionisti dei
lavoratori (anche ai fini dell'art. 36 Cost.) e non dei nemici di classe.
Oltretutto molte categorie professionali stanno attraversando una fase di
rapida proletarizzazione ...
Purtroppo Ichino è vittima, come molti del suo partito, dell'idolatria del
mercato. E questo lo porta a scambiare per interesse corporativo quella che
è invece, da un lato, una legittima esigenza di categorie fortemente
indebolite e, dall'altro, una questione di interesse generale.
Anche se Ichino non ne parla, lasciatemi aggiungere che il caso limite è
quello dei taxisti. I liberisti alle vongole strepitano contro l'aumento
delle tariffe perché lederebbe la concorrenza. Peccato che quello dei taxi
sia un servizio pubblico con tariffa unica fissata dall'autorità
amministrativa: che accidenti c'entri la concorrenza, dio solo lo sa. E'
esattamente come se aumentasse il biglietto dei tram. Si può ovviamente
protestare perché aumenta il costo della vita, non perché è violato il sacro
principio della concorrenza tra i tram !!
Dispiace dover riconoscere che, su questi argomenti, i populisti del centro
destra sono a volte meno peggio di certi "liberalizzatori" del centro
sinistra presi dall'entusiasmo dei neofiti del mercato uber alles.
Luciano Belli Paci
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