LETTERA APERTA AL COMPAGNO NICHI VENDOLA
PRESIDENTE DI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’
Caro Vendola,
abbiamo apprezzato il tuo messaggio al Convegno svolto il 19 febbraio a Livorno sul tema “Dalla scissione comunista all’unione per il socialismo nel XXI secolo”; l’esito del confronto lì sviluppato ed i riscontri positivi che riceviamo sulla nostra iniziativa, ci inducono a chiedere a Te ed ai compagni di S.E.L. una riflessione conclusiva su una opzione strategica che noi riteniamo utile anche in vista dell’auspicato riassetto della sinistra italiana.
Da troppo tempo il rinnovamento e la ricostruzione della sinistra italiana sono all’ordine del giorno per poter essere differiti. Si tratta, a nostro avviso, di prendere atto, come ha detto Fausto Bertinotti al convegno di Livorno, del fallimento di due progetti: quello della costruzione di una seconda sinistra alternativa e quello del PD.
Un terzo progetto, invece, non è mai decollato ed è quello di un grande partito popolare socialista con forza e ruolo paragonabili a quelli degli omologhi partiti socialisti e socialdemocratici europei. Un progetto, insomma, con una chiara identità politica di sinistra, fortemente ancorato all’Europa e che faccia riferimento al Socialismo europeo, inteso come insieme di valori in continuo rinnovamento e arricchimento grazie alla fertile contaminazione con altre esperienze politiche e culturali.
L’Europa è l’orizzonte politico e strategico nel quale può vivere ed affermarsi il socialismo nel terzo millennio. La crisi economica impone a tutta la sinistra un complessivo ripensamento anche sul fronte della teoria e della politica economica. La ripresa di un intervento pubblico nella sfera economica e la riconquista di un efficace peso politico e sociale del mondo del lavoro nelle sue nuove e varie articolazioni non possono oggi che passare attraverso una dimensione sovranazionale. L’Europa diviene, quindi, un’opzione strategica, a partire dalla quale le forze socialiste e di sinistra possono candidarsi per un effettivo governo dello sviluppo non subordinato alle logiche del capitalismo finanziario internazionale e alle politiche liberiste da esso ispirate.
Insomma, quali che siano i limiti dell’UE, noi siamo convinti che il futuro si giochi su scenari internazionali e regional-continentali, cioè alla stessa scala dei problemi da affrontare e del livello di organizzazione delle imprese multinazionali o dei conglomerati finanziari.
In questo orizzonte europeo s’impone, a nostro avviso, un’interlocuzione privilegiata e prioritaria con il socialismo organizzato nel PSE, che rappresenta, malgrado le recenti e ripetute sconfitte elettorali, il gruppo più consistente, e in alcuni paesi il solo, delle forze democratiche e progressiste.
Un rapporto stretto, ancorché non esclusivo, con il socialismo europeo non può ridursi ad una mera questione di affiliazione tout court al PSE poiché ciò di cui si avverte la necessità è soprattutto volontà di misurarsi a livello europeo con le forze socialiste sul piano programmatico e politico ed anche, se la parola non fosse stata abusata nel passato, ideologico.
Dopo mesi di dibattito nei grandi partiti socialisti e socialdemocratici europei, si è fatta ormai strada, dopo il Congresso di Praga del PSE, una posizione , che invoca una svolta a sinistra in netta rottura col recente passato. Di questa svolta sostanzialmente maggioritaria sono testimonianza il documento congiunto del Partito socialista francese e della SPD tedesca da un lato e l’esito del congresso del Labour party inglese – con l’elezione di Ed Miliband - dall’altro.
Questa revisione critica del proprio passato, presente anche nei paesi nordici, dall’Islanda alla Norvegia, dalla Svezia alla Finlandia, rappresenta un indubbio rinnovamento del tradizionale pensiero socialdemocratico e va senz’altro apprezzata ed incoraggiata. Servono nuove forme organizzative: a livello europeo le confederazioni di partiti nazionali, anzi dei loro gruppi dirigenti, non hanno futuro e non sono in grado di incidere. Una nuova idea d’Europa, che inserisca coesione sociale, solidarietà, equità e giustizia tra i valori fondanti della UE, ha bisogno di una sinistra più unita, anche se plurale, e che sia in grado di sviluppare e proporre una sua visione di società, in altre parole ritrovare l’ispirazione socialista e libertaria, lasciando alle sue spalle le drammatiche e troppo spesso tragiche divisioni del XX° secolo.
Il partito che rappresenti, caro Vendola, già contiene nel suo nome due dei valori fondanti della nuova sinistra: la sensibilità ambientalista e la vocazione per la libertà. Queste scelte vanno completate e arricchite con i filoni socialista e comunista, questi ultimi non intesi come concrete formazioni storiche, poiché non hanno raggiunto integralmente i propri obiettivi (le socialdemocrazie), o li hanno traditi, (il comunismo sovietico), ma come aspirazioni comunitarie ad una società più giusta, libera ed eguale da costruire nella democrazia e con un alto tasso di partecipazione popolare alla amministrazione pubblica e dei lavoratori alla gestione e/o controllo delle imprese.
Crediamo, dunque, che il percorso svolto da te e dai fondatori di Sinistra Ecologia Libertà e l’evoluzione in atto nei partiti socialisti europei determini – oggi - le condizioni politiche per un avvicinamento di S.E.L al PSE ed alle formazioni ad esso aderenti e che ciò potrà innescare un circuito virtuoso sia nella sinistra europea che italiana, accelerando tendenze o processi in atto sia nel P.D. che nel PSI.
In una fase così drammatica per il nostro Paese, l’atto politico che vi proponiamo di compiere non sarebbe certo solo un fatto formale, bensì una scelta lungimirante, di grande responsabilità nazionale, potenzialmente produttiva di conseguenze politiche rilevanti nell’intero centrosinistra. A tutti si chiede una sfida alle idee tradizionali e alle identità autoreferenziali e un superamento nei fatti di un malinteso patriottismo di partito, spesso nutrito dai rancori del passato piuttosto che animato da un nuovo slancio proiettato nel futuro.
24 febbraio 2011
Il Coordinamento Nazionale del Network per il Socialismo Europeo
3 commenti:
Condivido nella sostanza l'appello, da "comunista critico", convinto della necessità di un partito ad integrazione di massa, della centralità del parlamento, del recupero del concetto di rappresentatività politica contrastando l'idea della governabilità quale fine esaustivo, dell'orizzonte europeo, del rinnovamento dello stato sociale, della necessità di un intervento pubblico in economia, del superamento dell'iperliberismo, della democrazia costituzionale come orizzonte di fondo.
Non mi pare, però, che Vendola e Bertinotti fautori del personalismo e del movimentismo (vedi gestione del PRC, di SeL e del rapporto con i movimenti, emblamatico il caso del G8) siano gli interlocutori adatti. E' necessario ripartire superando è vero i retaggi di antiche divisioni, ma da un confronto di idee e di contenuti, poi i gruppi dirigenti si costruiranno. Se poi l'appello a SeL è strumentale, per via dei sondaggi, allora è un altro paio di maniche. Grazie per l'attenzione Franco Astengo
Grazie, caro Turci. Hai riassunto con maestria pensieri, aspirazioni e propositi di molti socialisti , aprendo l’animo alla speranza. Cari saluti. Giovanni Baccalini
I sondaggi, lo sanno bene quelli della Sinistra Arcobaleno, sono ingannevoli. Nel caso di SEL poi stanno provocando uno strano rifesso di chiusura, per cui, a livell locale, sulla base dei sondaggi i ristretti gruppi dirigenti locali si assegnano i ruoli istituzionali prossimi venturi e pertanto "nuovi arrivi" costituiscono un problema. I sondaggi più generosi assegnano un 10% a SEL, un bel progresso rispetto a Sinistra Arcobaleno(2008), Sinistra e Libertà e Federazione della Sinistra(2009) e rispetto alle Regionali 2010, ma se pensiamo in termini di sinistra nel suo complesso[la prima operazione mentale da fare se veramente vogliamo superare le divisioni del XX° ( e del XIX° secolo per il filone libertario) per un Socialismo nel XXI° secolo] è poco più del miglior risultato di Rifondazione Comunusta. Gli entusiasmi per la Linke si sono in parte spenti quando fatti 4 conti si è constatato che recuperava circa 1/6 delle perdite SPD e insieme ai Verdi poco meno di 1/3.
La Sinistra può vincere in Germania se la SPD recupera la propria astensione e non a danno di Linke e Verdi. In Italia il problema sono i voti persi dall 1996 al 2010 rispetto alla somma di Ulivo e Rifondazione. Finora SEL ha recuperato una frazione troppo piccola di quell'astensionismo superiore a 6 miloni, almeno di voti.
Con la legge attuale e il premio di maggioranza se PD,PSI,Verdi,IDV e SEL si comportano da vasi comunicanti la loro somma resta inferiore a quella di PdL-Lega.
Per questo il 16 marzo prossimo AL TRIBUNALE DI MILANO si gioca una battaglia politica importante: il rinvio o no della legge elettorale alla Corte Costituzionale. Nella più totale indifferenza dei media e dei partiti di centro-sinistra. Si capisce senza premio di maggioranza le vocazioni centriste restano senza alibi tecnici e se c'è rinvio è probabile che coinvolga le liste bloccate, cioè il vero meccanismo di potere delle oligarchie al comando dei partiti, anche di sinistra. Posso assicurare compagni, come uno dei coautori del testo della lettera aperta, che non c'è strumentalità ma sviluppo di un'idea di fondo, cioè della ricostruzione di una sinistra italiana in un contesto europeo. Son idee del Manifesto di Volpedo, come della Dichiarazione di Intenti del Network per il Socialismo europeo. Il confronto è aperto a tutti, basta vedere i contributi dati a Volpedo III e a Livorno di compagni come Fulvio Papi, fuori da ogni logica di partito, o di Cesare Salvi, che rappresenta Socialismo 2000, cioè una delle formazioni costituenti la Federazione della Sinistra. Proprio perché siamo pluralisti non si condannano i nostalgici del comunismo, ma con chi celebra la scissione di Livorno come atto positivo di liberazione dai socialtraditori, non si prospettano azioni comuni in positivo, anche se son tutti benvenuti per ovresciare la B(Berlusconi)anda B(Bossi)assotti al potere. Sono invece convinto che il "comunsmo" nel senso di Papi: come senso di una comunità solidaria e fortemente egalitaria, sia una delle componenti essenziali della nuova sinistra.
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