Lanfranco turci 17/2/2011
cosa c'è dietro la candidatura di rosy bindi a premier
Ha sollevato molte discussioni e dubbi la proposta dei giorni scorsi di Vendola di candidare Rosy Bindi a premier per una eventuale coalizioni di tutte le opposizioni contro Berlusconi e il centro destra.E' tuttavia evidente anche per i militanti e i "simpatizzanti" di Sel che Vendola non può stare a sventolare la bandiera delle primarie all'infinito,pena il rischio dell'isolamento e del solipsismo,mentre tutto attorno si parla d'altro e ci si preoccupa d'altro:dalla fiat alla crisi economica,dal degrado civile indotto dagli scandali di berlusconi fino al rischio di una vera rottura istituzionale.L'ipotesi del Cln nasce da questi ultimi due fattori e la proposta Bindi sembra mirata a evitare che la scelta del Cln finisca per dare la palma puramente e semplicemente a Casini.Ma questa scelta incontra varie obiezioni:1 )che berlusconi cada davvero e non riesca invece a durare comunque,magari allontanando l'impatto immediato degli scandali,2 )che tutto il centro possa acconsentire a questa scelta(v. le difficoltà di Fini),3) che difficilmente si può fare un governo su solo tre o quattro obiettivi di tipo istituzionale ,rinviando a una seconda fase i temi e le scelte su cui inevitabilmente il Cln si dividerebbe,visto il tempo che la complessità degli obiettivi istituzionali richiederebbe.D'altro lato con questa immonda legge elettorale il rischio che una opposizione divisa riconsegni il governo a berlusconi c'è tutto.Come se ne esce?Credo che per quanto possa apparire schematico e semplicistico,si debba scommettere su uno dei due possibili scenari e su quello impostare le scelte tattiche e strategiche.In altri termini o si accetta l'ipotesi di uno scenario alla caimano e allora bisogna a tutti i costi puntare su cln e liberazione,o si scommette su una legislatura che cmq continua e allora da sinistra bisogna scegliere di accumulare più fieno possibile in cascina,cioè cercare nuovi consensi politici e sociali,accentuando i temi programmatici distintivi di una sinistra che io definirei socialista nel senso forte del termine e che cmq ha in sel oggi la più significativa espressione.Questo vuol dire accentuare il confronto e l'iniziativa sui temi sociali,a cominciare dalle scelte pericolose che si stanno discutendo in queste settimane in europa e che sembrano totalmente fuori dal radar del pd.E con essi i temi della disoccupazione e della precarietà,recuperando i raporti col movimento dei giovani,con le lotte per il lavoro e cogliendo il grande significato di rivolta civile delle manifestazioni delle donne di domenica scorsa.naturalmente i due scenari possono avere molti punti di contatto,ma la scelta fra l'uno o l'altro definisce il posizionamento conseguente.
10 commenti:
Ci manca altro che ci si divida sulla Bindi. Trovo che la sia candidatura rietri nella vecchia politica della tattica, della mossa a sorpresa per spiazare l'antagonista. Non mi date le primarie? Allora vi candido la Bindi. Non è serio, per di più trovo la candidatura Bindi sbagliata come candidato premier. In questo ho un pregiudizio di tutela del buon nome socialista. Per la Bindi i socialisti son tutti craxiani, per di più con un'idea di Craxi molto riduttiva, senza le luci, ma solo con le ombre.
Trovo inoltre la sua candidatura uno dei sintomi della debolezza della sinistra italana, cioè di essere incapace di rivendicare la guida del governo con un suo esponente e con un suo programma, come con Prodi, che come credente è più adulto della Bindi. Però non dobbiamo reagire con ostracismo, cioè ripagare la BINDI CON LA STESSA MONETA. Dobbiamo essere i primi sostenitori di Rosy alla presidenza della Repubblica dopo Napolitano.
Caro Besostri,
mi permetto ad un tempo di condividere la premessa (l'indicazione vendoliana della Bindi premier, quale indice di frustrazione), ma non quanto segue nelle conclusioni.
L'idea di Bindi presidente della Repubblica mi sembra davvero non coerente con la premessa e inadeguata e inopportuna nel merito.
Sia perche' la stessa non rappresenta nemmeno piu' quel che e' rimasto del cosiddetto elettorato "cattolico" in altre faccende affaccendato.
Sia perche' si tratta di un personaggio, in senso obiettivo, poco "presentabile" nel nord del paese, che vagamente ricorda Oscar Luigi Scalfaro, anch'egli datato e peraltro di gran lunga migliore in senso istituzionale quantomeno.
Il Pertini della situazione non c'e'.
Come eludere la realta', anche grigia per molti versi e non "rossa", che vede, nolenti o volenti solo le seguenti alternative, salvo che l'immaginazione si risolva a prendere il potere:
1) Bersani e' il segretario eletto con le primarie dal PD, per cui e' ragionevole che sia il candidato anche di un'alleanza con SEL e Di Pietro e altri
2) Vendola candidato premier e', per molte ragioni oggtttive e soggettive, improponibile;
3) Casini e' incompatibile con Di Pietro e viceversa., mentre forse e' compatibile con il PD di Bersani, ergo Pd con UDC e FLI (?), senza Vendola (?) potrebbero allearsi e candidato premier potra' essere verosimilmente Casini: Mentre al SEL resterebbe in alternativa l'alleanza con Di Pietro e la Federazione della Snistra(?)
4) Il terzopolo cosiddetto si presenterebbe da solo e allora ne deriverebbe l'alleanza del SEL con Di Pietro e Vendola.
In tutti i casi , salva l'ipotesi di grosse koalition anti belusconiana, (FLN da B) con l'attuale legge elettorale vicnerebbe probabilmente se non certamente Berlusconi con la Lega, quanto piu' tempo passera'.
Vittoria tragica se accompagnata, casomai dalla condanna nel processo di Milano, ma ovviamente anche in caso di proscioglimento., su cui c'e' davvero da meditare.
Credo che occorra darsi molto fare. e fare quanto si puo'.
Antonio Caputo
Felice, condivido quasi in pieno la tua analisi. Fino a: "non dobbiamo reagire con ostracismo, cioè ripagare la BINDI CON LA STESSA MONETA".
Il passaggio successivo invece, non solo non lo condivido ma non lo comprendo.
Perchè, se non va bene come premier (e come dicevo, concordo pienamente) deve andar invece bene come Presidente della Repubblica?
Soprattutto considerando il fatto che la figura del Presidente della Repubblica deve essere quella di garante e non figura politica. Cosa che invece la Bindi è in pieno.
Credo poi sia palese a tutti come la Bindi rappresenti l'antiberlusconismo, forse più spinto e ideologico.
Alla manifestazione indetta dalle donne, a cui ho partecipato anche io domenica scorsa nonostante non condividessi tutti i punti dell'agenda politica, la Bindi era (accompaganta da un paio di suore: VERE) tra i politici quella che ha cercato ed avuto più visibilità. Soprattutto in nome dell'offesa ricevuta mesi fa dal cavaliere.
Per concludere, utilizzando un'iperbole, mi permetto di affermare che l'ipotetica candidatura di Bindi alla Presidenza della Repubblica, per l'area di centrosinistra , sta a quella insensata e "pericolosa" di Silvio Berlusconi per lo schieramento di centrodestra.
Quindi mi sfugge la ratio di questa proposta.
Fraterni saluti
Marco Alberio
Credo che questa uscita di Vendola (insieme a quelle recenti su mirafiori e le mille altre sulle quali il buon Niky non ha perso occasione per dire la sua) diano il senso della pochezza di Vendola. Come tutti può aiutare a costruire un progetto, ma sarebbe ora che imparasse a fare due cose:
a) governare la puglia (perchè lo vedo ovunque meno che nella regione dove pare essere ancora il governatore);
b) provare ad immaginare di potere tenere la bocca chiusa e con una discreta dose di umiltà mettersi al servizio di questa sinistra che ha bisogno di idee e di progetti non di verità in tasca urlate o megafonate in tutte le piazze reali o digitali.
Ancora una considerazione possibile che si debba parlare solo di candidati e non di programmi? possibile che non riesca a leggere da nessuna parte un call for ideas sui vari temi che dovremmo provare ad affrontare in questo momento davvero complesso per il Paese?
Perchè non proviamo a lanciare noi qualche tavolo di discussione iniziando a ragionare sulla necessità di definire una gerarchia di bisogni? Perchè non proviamo a generare laboratori (ora si chiamano così) che provino ad aggredire i bisogni con idee e progetti? perchè non proviamo a cercare in questo martoriato paese intelligenze da coinvolgere nel generare progetti, modalità, percorsi? Perchè io su questo blog leggo su Milano il fiorire di candidature e non di progetti?
Concludendo brava Bindi nella risposta a Niky. Sia nei toni sia nei contenuti (e visto che ci siamo brava anche per come ha affrontato il giovane "Renzi" un altro che farebbe meglio a pensare a fare il sindaco invece che girare per talk show e ville berlusconiane.
SOTTOSCRIVO IL PENSIERO DEL COMPAGNO MAZZOLENI!
UNA SOLA CONSIDERAZIONE: NN SI PUò DECLINARE SOLO LA GERARCHIA DEI BISOGNI, OCCORREREBBE ANCHE CONIUGARLA CON LA VALORIZZAZIONE DEI MERITI E DEI TALENTI
P.S. SE SI ELEGGESSE DIRETTAMENTE IL CAPO DELLO STATO, PERSONALMENTE NN VOTEREI PER BINDI
SALUTI SOCIALISTI E SICILIANI
Cari amici e compagni, perchè cadiamo nella provocazione del personalismo, invece di avviare una concreta discussione di merito? Non è problema di questo o di quella, almeno al momento, ma è problema di recuperare la legalità repubblicana e stabilire le basi per una nuova soggettività unitaria della sinistra italiana, conservando tradizioni e differenze, ma trovando la strada di un progetto comune. Grazier per l'attenzione Franco Astengo
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sono sempre più contento di aver votato per la Bindi e non per Veltroni
se sarà questo parlamento a eleggere il presidente, dopo che i due candidati iniziali vengono scornati dai franchi tiratori, salterà fuori un presidente di destra civile (Tremonti?) o neutro (monti?)
Le funzioni del Presidente della Repubblica sono in gran parte determinate dalla prassi. Per nostra fortuna Napolitano ha saputo non prestare orecchio a chi(Di pietro e Travaglio per fare 2 nomi) lo tirava per la giacchetta e ne voleva fare un protagonista della dialettica politica quotidiana. Stavano preparando un presidenzialismo interventista, di cui ci possiamo immaginare i guasti se della carica si fosse impadronito un esponente della destra. Con una legge ordinaria,quella elettorale,abbiamo stravolto la forma di governo parlamentare delineata dalla nostra Costituzione. Lo stravolgimento con un presidente interventista sarebbe letale. Primo Ministro e Presidente della Repubblica non sono intercambiabili, quindi se ritengo sbagliato proporre la Bindi come primo ministro, non sono in contraddizione nel proporla come Presidente della Repubblica. E'democratica, è donna, sarebbe la prima, è cattolica dopo due laici. La proposta motivata e proveniente da ambienti socialisti potrebbe folgorarla come Paolo sulla via di Damasco e indurla a fare penitenza per l'antisocialismo primario. Poi basta pensarci: se riusciamo ad eleggere la Bindi presidente con il disastro delle regionali 2010 significa che abbiamo vinto alla grande le elezioni politiche. Di fronte ad un tale evento non è il caso di fare i sofisti schizzinosi. Pace e bene e il Signore sia con voi
Rosy Bindi incarna perfettamente il significato dell'impegno dei cattolici in politica. Ha saputo dimostrare il rispetto per i laici cercando di coniugare le sensibilità dei cattolici con i valori di una società laica.
Questo ne fa, al netto della sua specchiata moralità, onestà intellettuale, la candidata migliore per ritornare a vincere o almeno a guidare una prima fase di deberluscomizzazione dell'Italia. Detto questo mi chiedo che senso abbia un partito come il Pd che da tempo è chiamato a discutere di candidature proposte da altri e ad accettarle per evitare di restare isolato. Non è stato così anche per la Bonino alla regione Lazio? Saluti socialisti.
Pippo Di Natale
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