Ha ragione Pierluigi Battista: io, da uomo di sinistra (se ha ancora un senso definirsi così...) e da docente di storia contemporanea, chiedo scusa agli esuli istriani e ai familiari delle vittime delle foibe per aver rimosso e non compreso per troppo tempo il loro dramma. Però vorrei anche che il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio chiedessero scusa, una volta per tutte e definitivamente, a nome di tutti gli Italiani, ai popoli della Libia, dell'Eritrea, dell'Etiopia, della Somalia, dell'ex Jugoslavia, della Grecia, dell'Albania, che hanno subìto i danni e i lutti del colonialismo e delle occupazioni italiane. E vorrei che il ministro La Russa, che abita a pochi passi da lì, si recasse in piazza Lavater a Milano a porre un fiore sulla lapide che ricorda Sergio Kasman, capo militare delle Brigate GL milanesi, trucidato in quella piazza a 24 anni dai fascisti. Forse il ministro non lo sa, ma i tanti morti azionisti della Resistenza sono morti anche per dare a lui e agli altri spettatori del Dal Verme la libertà (ma non quella di insultare la loro memoria)
Corriere della Sera, 15 febbraio 2011, p. 43
4 commenti:
Già, da quali pulpiti vengono le prediche..
appunto: la denigrazione dei fucilati fatta da un ex comunista davanti ai fucilatori: ci è toccato vedere anche questo
Sulle foibe e l'esodo mi permetto di invitarvi a leggere il mio libro, un memoir, appena uscito per i tipi di Mursia. s'intitola "I testimoni muti" sottotitolo "Le foibe, l'esodo, i pregiudizi", e racconta la mia storia di bambino nato in un campo profughi, quello di Servigliano, da genitori fiumani, cresciuto al campo profughi del Villaggio Giuliano-Dalmata di Roma e come, pur in un ambiente di destra, comunque anticomunista, ho lentamente maturato una coscienza di sinistra, militantdo prima tra gli anarchici della FAI e quindi nel PSI, corrente lombardiana. Saluti, Diego Zandel
Giovanni, righe stupende ..
mi viene in mente
"A tutti i pasti consumati assieme, invitiamo la libertà. Il posto rimane vuoto ma il piatto resta in tavola”.
P.
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