martedì 1 dicembre 2009

Franco Bianco: Crescita e decrescita

Crescita e decrescita
Franco Bianco, 27 novembre 2009, 11:09

Dibattito Io lamento che nelle discussioni, soprattutto televisive, ci sia troppo "fair play": bisognerebbe avere il coraggio di dire a qualcuno, quando è il caso, "tu o non capisci niente oppure menti consapevolmente"



Per esempio, quando qualcuno parla - come avviene in questi giorni - della ripresa dello 0,8% che avrebbe conosciuto l'Italia nell'ultimo periodo, si dovrebbe obiettare: primo, che quella ripresa è riferita al trimestre precedente, e non è "in ragione d'anno" (poiché l' indice annuale per il 2009 resta invece ben fermo intorno al 5% di flessione); secondo, che queste "riprese" non cambiano niente del drammatico scenario sociale, ed anzi condannano a rimanere per lungo tempo nella palude.

Un esempio, un po' iperbolico ma che serve ad illustrare bene le cose: mettiamo che in un certo periodo (un anno o più non importa) un certo prodotto o settore subisca una flessione del 50%; mettiamo poi che in un periodo successivo quel medesimo prodotto o settore conosca una crescita dell'80%. In queste condizioni qualcuno dei nostri governanti - lo fanno continuamente, l'uno o l'altro, anzi gli uni e gli altri - direbbe, per ignoranza o per demagogia, che quel prodotto o quel settore hanno brillantemente superato la crisi e si sono catapultati a livelli molto superiori a quelli precedenti, essendosi verificato un progresso dell'80% a fronte di una precedente flessione del 50% (presentata in questi termini, la situazione sembra evidenziare una crescita complessiva del 30%, pari alla differenza fra flessione e incremento). Tutti contenti, quindi? No, quelle affermazioni sono semplicemente false e dimostrano solo che chi le fa o è in malafede e tenta ignobilmente di imbrogliare la gente (la quale, vivendo nella realtà e nei problemi che deve affrontare, capisce benissimo come stanno le cose, anche se non sa di matematica o di economia), oppure veramente è a digiuno dei fondamenti dell'economia e perfino della matematica elementare.

Infatti: posto uguale a 100 (in valore assoluto) un livello di partenza, una flessione del 50% porta il livello di arrivo a 50 (sempre in valore assoluto); i successivi incrementi vanno calcolati rispetto a "quel" livello, che diventa la nuova base di riferimento. Se quindi si verifica un progresso dell'80% (a partire dal valore assoluto di 50 dal quale ora si parte), questo significa un incremento assoluto di 40 (l'80% del valore di 50), che sommato alla base di partenza (che era diventata 50) dà un valore complessivo di 90 (50 + 40). Ergo, il livello raggiunto, pur dopo l'incremento dell'80%, è ancora del 10% inferiore (essendo pari a 90, in valore assoluto) a quello dell'inizio della storia (che era stato posto uguale a 100).

Con calcoli analoghi e semplici si dimostra che se l'economia italiana ha conosciuto, fra 2008 e 2009, una flessione totale del 6%, con una crescita media, mettiamo, dell'1% all'anno (che è quella che i dati attuali fanno prevedere per l'Italia, a partire dal 2010 - salvo poi vedere se veramente così sarà) occorreranno sette-anni-sette (e non cinque, come qualcuno direbbe) per riportarsi ai valori iniziali: però, intanto, altri si saranno portati a livelli più elevati, e saranno cresciuti del 9% se, mettiamo per ipotesi, durante quei sette anni che sono occorsi a noi per riportarci al valore iniziale essi avranno avuto - partendo da un livello ipotizzato pari a quello nostro - un indice medio di sviluppo del 2% annuo (contro quello nostro supposto dell'1%). Di conseguenza noi non avremo raggiunto effettivamente la posizione iniziale, perché ci troveremo a 100 mentre altri saranno arrivati a 109, con tutto quello che ne consegue in termini di condizioni sociali ed anche di capacità competitiva del sistema.

E' così difficile da capire? E' credibile che persone che hanno responsabilità di governo in campo economico non posseggano strumenti di comprensione così modesti? Se pure così fosse, bisognerebbe denunciare pubblicamente la loro incompetenza, senza temere di essere irriguardosi perché si tratta di sbugiardare chi racconta frottole, nasconde la realtà e non assume le decisioni che la gravità del momento richiede. Purtroppo, non si ha mai (o quasi) il piacere di sentire queste parole di verità, dette senza mezzi termini ed in modo che anche chi non è "attrezzato" possa capire chi cerca di imbrogliare le carte e chi invece dice come realmente stanno le cose. E questo contribuisce a tenere le persone lontane dalla politica.

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