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lunedì 25 aprile 2022
Franco Astengo: Secondo turno dalla Francia
SECONDO TURNO DALLA FRANCIA di Franco Astengo
L'esito del secondo turno delle elezioni presidenziali francesi che hanno segnato la riconferma di Macron merita alcune, sia pure parziali e provvisorie, considerazioni aggiuntive.
Nel complesso si può fornire una indicazione di carattere generale che appare evidente: rispetto al 2017 la candidatura Le Pen è avanzata e quella Macron diminuita in termini di numero assoluto di suffragi raccolti e non soltanto in percentuale.
Andiamo per ordine partendo dalla partecipazione al voto.
In partenza si registrava una crescita negli aventi diritto al voto: al ballottaggio 2017 erano 47.568.693, domenica scorsa 48.752.500.
Si è rilevato un notevole incremento di schede bianche che hanno implementato la non espressione di voto (in questo caso elemento di valutazione diverso da quello della diserzione dalle urne), fenomeno che aveva già interessato il turno di ballottaggio del 2017: in quell'occasione infatti al primo turno le schede bianche erano state 659.997 salite a 3.021.499 nel secondo; nel 2022 al primo turno 543.609 in crescita a 2.228.044. Nel complesso quindi da registrare un calo di schede bianche tra il primo e il secondo turno tra il 2017 e il 2022.
Nel complesso l'espressione di voto, compresa quella del voto bianco e nullo, fa registrare un calo contenuto: nel 2017 al primo turno si registrarono 37.003.728 votanti calati al secondo a 35.467.327, con una differenza di 1.536.401 in meno; nel 2022 al primo turno 35.923.707, al secondo 35.096.391, una differenza in calo di 827.316 espressioni di voto.
Da considerare allora con attenzione il numero di voti a disposizione espressi per altri candidati al primo turno: nel 2017 assommavano a 12.659.606 , il 26,61% dell'intero corpo elettorale. 2022: i voti degli esclusi salivano a 17.261.061 (indice di crescita della dispersione) pari al 35,31% dell'intero corpo elettorale (astenuti, schede bianche e nulle inclusi).
Alla luce di questi dati consideriamo allora l'esito delle due diverse candidature riprodottesi tra il 2017 e il 2022.
2017
Candidatura Macron salita da 8.656.346 voti al primo turno ( 18,19% sull'intero corpo elettorale) a 20.743.128 nel secondo ( 43,60% sull'intero corpo elettorale). Una crescita di 12.086.782, frutto dello "spirito repubblicano", si direbbe quasi il pieno dei voti disponibili lasciati dai candidati esclusi.
Candidatura Le Pen salita da 7.678.491 voti al primo turno ( 15,74% sull'intero corpo elettorale) saliti a 10.638.475 suffragi al secondo turno ( 22,36% sull'intero corpo elettorale) con un incremento di 2.959.984 tra un turno e l'altro. Alla fine il distacco percentuale tra le due candidature calcolato sull'intero corpo elettorale è stato del 21,24%)
2022:
Candidatura Macron salita da 9.783.058 al primo turno (20,06% sull'intero corpo elettorale) a 18.779. 641 al secondo ( 38,52% sull'intero corpo elettorale) Lo "spirito repubblicano" in 5 anni ha perso, in sostanza, il 5,08%. La crescita in cifra assoluta della candidatura Macron è stata di 8.995.583, con una ridotta capacità di incidenza sul complesso dei voti lasciati dai candidati esclusi, ricordando i 7.712.520 voti raccolti dalla candidatura Melenchon, quella di Anne Hidalgo che con 604.203; il comunista Roussel con 799.352 voti; i Verdi con Jadot 1.587.541 e le due candidature trotzkiste complessivamente 461.720 voti. Nell'insieme a sinistra un totale di 11.165. 336 voti che lo "spirito repubblicano" ha recuperato solo parzialmente. Oltre 11 milioni di voti che ci dicono come la sparpagliata sinistra francese non sia comunque scomparsa e che potrebbe avere un peso nelle prossime elezioni legislative.
Candidatura Le Pen salita da 8.133.828 al primo turno ( 16,68% sull'intero corpo elettorale) a 13.297.760 voti al secondo turno ( 27,27 sull'intero corpo elettorale). Naturalmente nell'incremento avuto dalla candidatura Le Pen ( 5.163.392 voti) hanno giocato i suffragi lasciati al primo turno dalla candidatura Zemmour (2.485.526): in ogni caso è rimasto per la candidatura Le Pen un ulteriore recupero di 2.677.866 voti che probabilmente inglobano gran parte dell'elettorato gollista (al primo turno, la candidatura Pécresse ferma a 1.679.001)ma non si escludono voti provenienti da altra direzione.
In sostanza si può affermare:
1) Una crescita quasi fisiologica dell'astensione tra il primo e il secondo turno;
2) Un'avanzata concreta e non fittizia della candidatura Le Pen che ha spostato ulteriormente verso l'estrema la destra francese, come si era già intuito al primo turno;
3) Un arretramento della candidatura Macron che ha corrisposto a una perdita dello "spirito repubblicano" tradizionale a sinistra nei casi in cui ci si fosse trovati senza candidatura al ballottaggio (accade con Chirac e con lo stesso Macron nel 2017, adesso ha funzionato molto meno).
Tutto questo porta a una situazione complessa verso le legislative, mai apparse così incerte e importanti rispetto al passato: Macron e Melechon non dispongono di partiti strutturati avendo puntato tutto sulla personalizzazione.
Come funzionerà la faccenda a sinistra, dove Melenchon sta tentando un recupero unitario, e tra il centro e la sinistra nel secondo turno appaiono le due principali incognite da valutare, considerato che l'estrema destra appare più strutturata.
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