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giovedì 26 novembre 2020
Roberto Biscardini: Liste socialiste per l'unità socialista
LISTE SOCIALISTE PER L’UNITÀ SOCIALISTA di Roberto Biscardini
Con un po’ di ritardo commento l’articolo che Pieraldo Ciucchi qualche settimana fa ha dedicato ai risultati conseguiti dal Psi alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre scorso.
Articolo che condivido nell’analisi, nella generosità degli intenti e nella prospettiva politica delineata per l’immediato futuro.
Sintesi: il risultato elettorale del Psi è incoraggiante soprattutto là dove il Partito Socialista si è presentato con la propria lista o dentro una prospettiva politica più marcatamente autonoma: Campania, Puglia, non sottovalutando l’esperimento di Matera.
Parallelamente, la debolezza che l’attuale gruppo dirigente del Psi eredita dalla gestione precedente è contrassegnata dall’incapacità di presentare liste proprie in alcune regioni e persino dall’insuccesso delle liste nelle quali si è presentato in alleanza con altre formazioni politiche. E’ il caso emblematico della Toscana, ma anche deludente della Liguria, del Veneto e delle Marche.
A ciò si è aggiunta la difficoltà del Psi di presentare proprie liste a livello comunale, nei comuni al di sopra dei 15.000 abitanti.
Quindi, il partito non elegge pressoché nessuno pensando di continuare a sopravvivere presentando i propri candidati nelle liste altrui (là dove non ha la forza né di presentare proprie liste né di avere le preferenze necessarie per eleggere un proprio candidato).
Tenendo conto della difficoltà di presentare proprie liste nella maggioranza dei Comuni e delle Regioni d’Italia, può solo pensare di diventare lui per primo il promotore di processi unitari e di ricostruzione di comunità socialiste, con l’obiettivo preciso e prioritario di presentare liste espressione di un socialismo largo.
Liste capaci di interpretare un bisogno sociale diffuso, rapportandosi, pur nella situazione difficile, ai mondi vitali del lavoro, della scuola e della sicurezza sociale e a quanti sono socialisti, senza saperlo e senza ammetterlo.
Il Psi può recuperare una propria rilevanza politica diventando soggetto unificante, assumendo con grande generosità il ruolo di federatore e con grande umiltà lasciandosi federare da tutte quelle realtà di natura socialista che nel corso degli anni hanno retto fuori dall’organizzazione politica del partito.
E’ dentro questo doppio binario che il Psi può ricostruire una propria credibilità.
Può ritornare ad essere riconoscibile presso gli elettori e può ritornare ad essere “utile”, dimostrando così di esistere, riaffermando con orgoglio la propria identità e la propria storia.
In fondo, abbiamo un unico vero punto di vantaggio rispetto agli altri, perché nel bene o nel male i socialisti italiani a livello nazionale e locale, non possono essere ritenuti responsabili del disastro politico che si è consumato in questi ultimi venticinque anni.
Non hanno la responsabilità di aver governato come hanno fatto gli altri, senza identità e senza visione, lasciando invadere alla destra il campo della sinistra. Lasciando che ogni politica fosse subalterna ai poteri economici più forti, lasciando che le politiche sociali ed economiche producessero diseguaglianze ormai non più sopportabili.
La paura di ammalarsi (che non era degli italiani prima di questa fase) e la paura di impoverire fino ad arrivare ad un livello tale di indigenza. Senza mezzi di sostentamento e con lo spettro della miseria. Un grave danno dal punto di vista economico che incide sulla dignità delle persone e delle famiglie. Contemporaneamente il cittadino si sente abbandonato dallo Stato a fronte di una politica debole e incapace.
Il socialismo non può ammettere questo stato di cose.
Deve reagire e deve porsi come problema prioritario quello di ritornare nelle istituzioni, non con l’obiettivo di occupare qualche posto ma, come è sempre stato nelle migliori tradizioni del socialismo italiano ed europeo, per ricercare nelle istituzioni le modalità migliori per tradurre concretamente, nell’amministrazione delle città e nelle strutture dello Stato, quei contenuti ideali e quei valori per i quali ci siamo battuti noi e i nostri padri. Per realizzare quelle riforme e quei cambiamenti che abbiamo il dovere di perseguire per il fatto di essere socialisti, per non tradire il mandato e per non tradire ciò in cui crediamo.
Presentare liste socialiste nelle elezioni del 2021, in primo luogo a Milano, Torino, Roma e Napoli così come in molti altri Comuni, è l’unica prova significativa che possiamo tutti insieme mettere in campo oggi, senza il cui obiettivo molte parole pur giuste e appropriate rischiano di non avere più alcun senso.
Il Psi e tutti coloro già pronti generosamente a lavorare insieme, possono fare ciò che non si è fatto in venticinque anni.
Chiamare circoli, associazioni, testate di giornali grandi e piccoli, cittadini, personalità, giovani ed anziani a costruire questo nuovo progetto: ridare al paese una forza socialista partendo proprio dalla presentazione di liste socialiste unitarie.
Il processo inverso si è dimostrato impossibile.
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