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venerdì 1 dicembre 2017
Andrea Ermano: Il bollino rosso
Dall'Avvenire dei lavoratori
Il bollino rosso
Nei prossimi mesi il bollino rosso che esorta gli esponenti della sinistra italiana ad allearsi ("Basta scemenze!") accompagnerà
gli articoli dedicati alla situazione politica nel nostro paese.
di Andrea Ermano
Ognun sia libero di tifare per chi gli pare, per Corbyn o Macron, per Bersani o Renzi, per Camusso o Barbagallo, e noi propendiamo per i primi che ho detto, ma il rosso Corbyn è rimasto nel Labour anche quando alla guida c'era un leader rosatello. Non ci si poteva attendere da Bersani la stessa britannica virtù? Può darsi di no, ma adesso perché regalare seggi a chi tifa per Trump, Putin o Le Pen?
A destra si fregano le mani dalla contentezza nel constatare che la sinistra a sinistra del PD è disposta a tutto o quasi pur di rottamare il Rottamatore, che certo ha le sue gravi responsabilità (e noi, da queste colonne, certo non gliele abbiamo mandate a dire).
Però, l'Italia non può entrare in un marasma di comiche populiste, di buone intenzioni, di approssimazioni e d'improvvisazioni. È troppo pericoloso. E il popolo italiano lo sa. Il M5S è stato saggiato in numerose elezioni comunali. Verrà sconfitto. E poi aperto come una scatola di tonno.
Il problema, dunque, non sono nemmeno i grillini, ma la spaccatura a sinistra tra filo-grillini e anti-grillini. Se andiamo avanti così, a colpi di sociologismi bersanian-dalemiani, la gente riaccrediterà Forza Italia. Che nei sondaggi già supera la Lega. Dopodiché Berlusconi non potrà tornare alla guida di Palazzo Chigi. Glielo impedisce l'età, oltre che la situazione giudiziaria. Ma ancor di più glielo impediscono i mercati, perché nessun grande fondo d'investimento potrebbe accollarsi a cuor leggero le miliardate di bond italiani, necessarie a reggere il nostro debito pubblico, se alla guida del Paese tornasse il campione olimpionico di barzellette bunga bunga.
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La spaccatura a sinistra tra filo-grillini e anti-grillini offre uno spettacolo di rara subalternità. E spalanca un'autostrada al Cav. Non può riconquistare la premiership, dicevamo, ma può riprendersi la maggioranza in Parlamento e stabilire il punto di equilibrio del prossimo governo. Le cancellerie europee non osteggeranno una coalizione di centro-destra in Italia se l'unica alternativa fosse il sansepolcrismo a cinque stelle.
Noi preferiamo decisamente un punto di equilibrio tra Renzi e Bersani e Pisapia e Bonino e Grasso e Boldrini. O no?
E sbaglia della grossa chi pensa che il popolo della sinistra non tornerà alle urne finché tutti i ponti non saranno distrutti. Magari fossero queste le ragioni del rigetto antipolitico. Basterebbe epurare il re buffo di turno, come in un rito carnascialesco. Ma non funziona così.
I leader delle varie formazioni di centro-sinistra devono in fondo solo accordarsi sulle candidature uninominali, che comunque senza un'alleanza resterebbero per lo più fuori dalla loro portata. Per il resto formino pure ciascuno la propria lista con il proprio programma, se ne hanno uno. Il popolo di sinistra apprezzerà lo sforzo.
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