L'articolo di Luciano Gallino conferma che quel "qualcuno" aveva proprio ragione nel ritenere "una grandissima balla" che il peso delle pensioni in Italia fosse preponderante sulla spesa pubblica. Per quanto riguarda l'Ocse, rilevo che per anni ha erroneamente inserito - non per colpa sua, ma solo perché, evidentemente, le erano stati forniti dati non corrispondenti alla realtà - il Tfr tra i costi del lavoro italiano. Nessuno si era preso la briga di evidenziare che si trattava di salario differito; "prestato" - dai lavoratori alle aziende - a tasso ridicolo.
Tra l'altro, ricordo che la richiesta di separare, nei conti Inps, le spese (effettive) per le pensioni da quelle di natura diversa (assistenziali, ecc) rappresentava già negli anni '90 una delle poche cose sensate sostenute dall'ex segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. Il problema è che troppi pseudo "esperti"; costantemente impegnati a esercitare l'arte della tuttologia, ignorano ciò che Plinio il Vecchio attribuisce all'artista greco Apelle di Coo: " Ne supra crepidam sutor judicaret"!
Ho scritto, e lo ripeto, che il peso della spesa pensionistica in Italia in rapporto al Pil, è superiore a quello di qualsiasi altro Paese. Nel 2011, ultimo anno per cui l'Ocse ha dati, l'Italia era la prima per la spesa per le pensioni sul totale della spesa pubblica: 31,9%, quasi il doppio della media dei Paesi Ocse (17,2%) e ben al di sopra di Francia (24,6%) e Germania (23,4%). Negli anni successivi al 2011,, secondo l'Ocse, la percentuale resta la più elevata. Ora, ripeto, la grandissima balla è affermare il contrario, senza portare dati, e non opinioni personali. L'articolo di Luciano Gallino non conferma affatto che il peso delle pensioni in Italia non sia preponderante, rispetto ad altri Paesi. Affermare poi che il Tfr non sia parte dei costi di lavoro, è una solenne sciocchezza. E chi lo paga, salario corrente o differito che sia, forse il padreterno o la fiscalità generale? Lo pagano le aziende, che poi certo, lo prendono a prestito. Infatti il governo propone di pagarlo subito, il Tfr. Ma non sembra che la proposta susciti entusiasmi, neppure fra i lavoratori. A tasso ridicolo, certo, tale per cui la gran maggioranza dei lavoratori preferiscono preferiscono quel tasso a quello dei fondi pensione. Che siano tuti stupidi? Anche separando le spese effettive da quelle assistenziali, la percentuale delle pensioni sul Pil in Italia resterà sempre la più elevata. Non è sminuzzando argomenti (come quello ben noto di mettere in dubbio la qualità delle fonti) che si dimostra il contrario. Questi sono i fatti. Cari saluti. Lorenzo Borla
Anche se fosse vero, che le pensioni in Italia, rispetto al PIL,sono superiori ad altri paesi europei (non Facciamo la media del pollo), che guasta sono le pensioni d’oro e le esuberanti rendite vitalizie, spesso ingiustificate. Bisogna chiarirle queste cose! Luciano L.
E' vero che le pensioni in Italia, rispetto al Pil, sono superiori ad altri Paesi europei. Sfido chiunque a portare dati in contrario. Quanto alla media del pollo, dato il numero (che non ricordo con precisione, comunque elevato) delle pensioni sotto i mille euro, questo numero dovrebbe abbassare il peso complessivo. Ma così non è. Il problema delle pensioni è il numero assoluto di quelle concesse a suo tempo (quando la lunghezza della vita era mediamente inferiore) a gente che aveva lavorato magari solo vent'anni e ne vivrà mediamente 90 (glielo auguriamo) . Erano tempi in cui i problemi del personale in esubero venivano risolti mandando la gente in pensione. Poi, certo, c'è la grande iniquità con cui sono state assegnate le pensioni a categorie privilegiate. (Lavoceinfo)
Le rendite vitalizie non sono a carico dell'INPS e come vitalizi non sono giuridicamente trattamenti pensionistici. Il TFR è un costo del lavoro, che va diminuito della differenza tra il Tasso pagato ai lavoratori e quello pagato alle banche, comunque è un errore calcolarlo come trattamento pensionistico.
Ho già detto in altre occasioni, che fu un errore da parte del Presidente dell’INPS dei primi anni 80 – eliminare il plafond dei 40 Milioni di lire, - allo scopo di percepire un po di contributi in più. Per me la pensione è un bene sociale:non deve essere ricchezza. Invece si è incorso anche in questo errore. E poi non parliamo delle decine sistemi pensionistici. Ogni uno diverso dell’altro – anche in termini di parametri di calcolo -. Ti ringrazio , Caro Lorenzo – della risposta che mi hai dato,- ma non è completa, questo lo devi ammettere. Cordiali Saluti. Luciano Lunghi
Condivido, come ex studioso di sistemi pensionistici, penso che ci si fidi troppo di dati (italiani ed europei) che purtroppo non sono omogenei ed a volte per precise scelte politiche dei Governi e dei burocrati.
Vi è un vizio d'origine: la scelta tutta democristiana di tenere distinti i vari fondi per avere un consenso delle categorie previlegiate rispetto a quelle che prevalentemente erano favorevoli alla sinistra cioè gli esclusi. In realtà, dopo i primi fallimenti di alcuni fondi, ci si rese tutti conto che solo l'unificazione dei vari sistemi (leggi Fondi categoriali) avrebbe potuto sostenere le profonde modifiche dei vari sistemi produttivi e di sviluppo. PS. Ancora oggi ciò non è ancora avvenuta compiutamente.
Anche le ruberie di una classe politica indecente, la mancata progressività delle aliquote IRPEF, le evasioni fiscali che ci vedono primi al mondo , ecc. sottraggono, oggettivamente, risorse ad altri settori, come la scuola e la cultura. Oppure si potrebbe dire all’INPS che a 75 anni deve pagare il viaggio a tutti in Svizzera per il fine vita !!!!!!!!!!!!!!
8 commenti:
L'articolo di Luciano Gallino conferma che quel "qualcuno" aveva proprio ragione nel ritenere "una grandissima balla" che il peso delle pensioni in Italia fosse preponderante sulla spesa pubblica.
Per quanto riguarda l'Ocse, rilevo che per anni ha erroneamente inserito - non per colpa sua, ma solo perché, evidentemente, le erano stati forniti dati non corrispondenti alla realtà - il Tfr tra i costi del lavoro italiano. Nessuno si era preso la briga di evidenziare che si trattava di salario differito; "prestato" - dai lavoratori alle aziende - a tasso ridicolo.
Tra l'altro, ricordo che la richiesta di separare, nei conti Inps, le spese (effettive) per le pensioni da quelle di natura diversa (assistenziali, ecc) rappresentava già negli anni '90 una delle poche cose sensate sostenute dall'ex segretario generale della Uil, Luigi Angeletti.
Il problema è che troppi pseudo "esperti"; costantemente impegnati a esercitare l'arte della tuttologia, ignorano ciò che Plinio il Vecchio attribuisce all'artista greco Apelle di Coo: " Ne supra crepidam sutor judicaret"!
Cordialità, Renato Fioretti
Ho scritto, e lo ripeto, che il peso della spesa pensionistica in Italia in rapporto al Pil, è superiore a quello di qualsiasi altro Paese. Nel 2011, ultimo anno per cui l'Ocse ha dati, l'Italia era la prima per la spesa per le pensioni sul totale della spesa pubblica: 31,9%, quasi il doppio della media dei Paesi Ocse (17,2%) e ben al di sopra di Francia (24,6%) e Germania (23,4%). Negli anni successivi al 2011,, secondo l'Ocse, la percentuale resta la più elevata. Ora, ripeto, la grandissima balla è affermare il contrario, senza portare dati, e non opinioni personali. L'articolo di Luciano Gallino non conferma affatto che il peso delle pensioni in Italia non sia preponderante, rispetto ad altri Paesi. Affermare poi che il Tfr non sia parte dei costi di lavoro, è una solenne sciocchezza. E chi lo paga, salario corrente o differito che sia, forse il padreterno o la fiscalità generale? Lo pagano le aziende, che poi certo, lo prendono a prestito. Infatti il governo propone di pagarlo subito, il Tfr. Ma non sembra che la proposta susciti entusiasmi, neppure fra i lavoratori. A tasso ridicolo, certo, tale per cui la gran maggioranza dei lavoratori preferiscono preferiscono quel tasso a quello dei fondi pensione. Che siano tuti stupidi? Anche separando le spese effettive da quelle assistenziali, la percentuale delle pensioni sul Pil in Italia resterà sempre la più elevata. Non è sminuzzando argomenti (come quello ben noto di mettere in dubbio la qualità delle fonti) che si dimostra il contrario. Questi sono i fatti. Cari saluti. Lorenzo Borla
Anche se fosse vero, che le pensioni in Italia, rispetto al PIL,sono superiori ad altri paesi europei (non Facciamo la media del pollo), che guasta sono le pensioni d’oro e le esuberanti rendite vitalizie, spesso ingiustificate. Bisogna chiarirle queste cose! Luciano L.
E' vero che le pensioni in Italia, rispetto al Pil, sono superiori ad altri Paesi europei. Sfido chiunque a portare dati in contrario. Quanto alla media del pollo, dato il numero (che non ricordo con precisione, comunque elevato) delle pensioni sotto i mille euro, questo numero dovrebbe abbassare il peso complessivo. Ma così non è. Il problema delle pensioni è il numero assoluto di quelle concesse a suo tempo (quando la lunghezza della vita era mediamente inferiore) a gente che aveva lavorato magari solo vent'anni e ne vivrà mediamente 90 (glielo auguriamo) . Erano tempi in cui i problemi del personale in esubero venivano risolti mandando la gente in pensione. Poi, certo, c'è la grande iniquità con cui sono state assegnate le pensioni a categorie privilegiate. (Lavoceinfo)
Cari saluti. Lorenzo
Le rendite vitalizie non sono a carico dell'INPS e come vitalizi non sono giuridicamente trattamenti pensionistici. Il TFR è un costo del lavoro, che va diminuito della differenza tra il Tasso pagato ai lavoratori e quello pagato alle banche, comunque è un errore calcolarlo come trattamento pensionistico.
Felice C. Besostri
Ho già detto in altre occasioni, che fu un errore da parte del Presidente dell’INPS dei primi anni 80 – eliminare il plafond dei 40 Milioni di lire, - allo scopo di percepire un po di contributi in più. Per me la pensione è un bene sociale:non deve essere ricchezza. Invece si è incorso anche in questo errore. E poi non parliamo delle decine sistemi pensionistici. Ogni uno diverso dell’altro – anche in termini di parametri di calcolo -. Ti ringrazio , Caro Lorenzo – della risposta che mi hai dato,- ma non è completa, questo lo devi ammettere. Cordiali Saluti. Luciano Lunghi
Condivido, come ex studioso di sistemi pensionistici, penso che ci si fidi troppo di dati (italiani ed europei) che purtroppo non sono omogenei ed a volte per precise scelte politiche dei Governi e dei burocrati.
Vi è un vizio d'origine: la scelta tutta democristiana di tenere distinti i vari fondi per avere un consenso delle categorie previlegiate rispetto a quelle che prevalentemente erano favorevoli alla sinistra cioè gli esclusi. In realtà, dopo i primi fallimenti di alcuni fondi, ci si rese tutti conto che solo l'unificazione dei vari sistemi (leggi Fondi categoriali) avrebbe potuto sostenere le profonde modifiche dei vari sistemi produttivi e di sviluppo.
PS. Ancora oggi ciò non è ancora avvenuta compiutamente.
Saluti.
Sergio Tremolada (Nuova Società)
Anche le ruberie di una classe politica indecente, la mancata progressività delle aliquote IRPEF, le evasioni fiscali che ci vedono primi al mondo , ecc. sottraggono, oggettivamente, risorse ad altri settori, come la scuola e la cultura. Oppure si potrebbe dire all’INPS che a 75 anni deve pagare il viaggio a tutti in Svizzera per il fine vita !!!!!!!!!!!!!!
Posta un commento