lunedì 11 agosto 2014

Luciano Belli Paci: Ostellino e Renzi

> > > Questo pezzo di Ostellino di oggi mi pare la migliore > risposta alle domande retoriche di Vicario. Ostellino non > è proprio sospettabile di ostilità pregiudiziale né nei > confronti di Renzi né nei confronti di Berlusconi, anzi, > eppure anche lui denuncia un serio rischio per la nostra > democrazia. Ora i casi sono due: o abbiamo tutti le > allucinazioni come dice la novella statista aretina, > oppure un problema esiste. Nessuno nel dibattito del > Circolo Rosselli sospetta, mi pare, che vi sia un disegno > totalitario da parte del bullo fiorentino. C'è, > piuttosto, un problema di insipienza, di faciloneria, di > ansia da prestazione, di esibizionismo, di > sopravvalutazione di sé. Il punto è che un pericolo per > la salute della democrazia repubblicana non diventa meno > grave per il fatto che viene arrecato in modo > preterintenzionale. E gli amici di Renzi farebbero bene a > farlo riflettere, invece di suonare la grancassa, prima > che si arrivi all'irreparabile . > > LBP > > SENATO, LE RIFORME E L'EQUILIBRIO DEL PAESE - Corsera - > Sabato 9 agosto 2014 > > Sabato 09 Agosto 2014 07:46 > > Valutazione > attuale:http://www.ilbenecomunenewsletter.it/templates/joomspirit_18/images/rating_star_blank.pnghttp://www.ilbenecomunenewsletter.it/templates/joomspirit_18/images/rating_star_blank.pnghttp://www.ilbenecomunenewsletter.it/templates/joomspirit_18/images/rating_star_blank.pnghttp://www.ilbenecomunenewsletter.it/templates/joomspirit_18/images/rating_star_blank.pnghttp://www.ilbenecomunenewsletter.it/templates/joomspirit_18/images/rating_star_blank.png > / 0 > ScarsoOttimo > > http://www.ilbenecomunenewsletter.it/images/stories/ostellino.jpg > > http://www.ilbenecomunenewsletter.it/images/stories/0908-cors.1.jpg > > di PIERO OSTELLINO > > Chi accusa il Movimento 5 stelle di non essere > propriamente l'Opposizione (britannica) di Sua Maestà non > ha tutti i torti. > > Ma non può neppure negare che l'opposizione grillina a > Renzi non abbia un fondamento di verità. L'articolo 10 di > riforma dell'articolo 72 della Costituzione dice che «il > governo può chiedere alla Camera dei deputati di > deliberare che un disegno di legge sia iscritto con > priorità all'ordine del giorno e sottoposto alla votazione > entro 60 giorni dalla richiesta, ovvero entro un termine > inferiore determinato in base al regolamento tenuto conto > della complessità della materia. Decorso il termine il > testo proposto dal governo, su sua richiesta, è posto in > votazione, senza modifiche, articolo per articolo con > votazione finale» (Senato della Repubblica, atto n° 1429, > punto i, lettera b). > > È evidente che, così concepito, questo aspetto della > cosiddetta riforma del Senato si propone di evitare gli > ingorghi prodotti dal numero eccessivo di emendamenti che > avevano caratterizzato, e ritardato, finora, > l'approvazione delle leggi da parte del Parlamento e di > accelerarne i lavori. Se esso, però, non è anche un > maldestro tentativo di esautoramento del Parlamento non so > in quale altro modo lo si dovrebbe chiamare. Del resto, > pare in sintonia sia con la vocazione monopolistica > «padronale» di Berlusconi, sia con la disinvolta e cinica > superficialità del giovane fiorentino - prigioniero delle > proprie stesse chiacchiere - che fa da battistrada al > totalitarismo latente di un partito, il Pd, che non ha > ripensato criticamente il proprio passato comunista. > L'articolo conferisce all'esecutivo nuovi e più poteri, > sottraendoli al legislativo, che fa da contrappeso al > governo. La nostra democrazia è su un crinale; ancora un > passo e precipita nel totalitarismo. L'analogia con il > 1922, per quanto forzata, non dovrebbe essere > sottovalutata. Avevo scritto che Matteo Renzi è un innocuo > chiacchierone. Spero di essermi sbagliato. Ma è troppo > pieno di sé e - poiché glielo fanno credere - tanto > convinto del proprio salvifico destino, per essere un > «incidente di percorso». A me pare, perciò, che Giorgio > Napolitano rischi di assomigliare a Facta e di ripetere > l'errore di Vittorio Emanuele III - che si era opposto > allo stato d'assedio contro la marcia su Roma perché aveva > creduto a chi, anche sul versante liberale, l'aveva > ritenuta un modo di rimettere ordine a un sistema politico > indebolito - e che, un volta che avesse assolto il proprio > compito sarebbe stato facile ricondurre Mussolini > nell'alveo della democrazia. > > Non pretendo neppure di rifare il verso a Giovanni > Amendola e a Piero Gobetti, che s'erano esposti ai > pericoli del caso. Faccio il mio mestiere di giornalista, > fra molti che non lo fanno, pensando, sulla scorta della > funzione che Tocqueville assegna al giornalismo in una > democrazia liberale, che non sia sbagliato gridare «al > lupo autoritario» se le circostanze lo suggeriscano e > ancora lo si possa fare. Credo lo si debba fare sopratutto > quando si è ancora in tempo. Perche prima o poi, il lupo > arriva e, di solito, non e' più tempo per rimediare... > postellino@corriere.it

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