domenica 9 marzo 2014

Vittorio Melandri: La speculazione edilizia

LA SPECULAZIONE EDILIZIA POTEVA ANDARE DIVERSAMENTE?.... SÌ!!! …… MA LA NOSTRA GENERAZIONE HA FATTO VERAMENTE SCHIFO Leggo che Giovanna Calvino è intervenuta su Fb per difendere un “abuso di citazione” messo in opera dall’autorevole esponente del PD Vincenzo De Luca, sindaco pluri incensato di Salerno, che appunto ha citato il padre Italo Calvino, per difendere la validità di una “scelta edilizia” del comune che De Luca amministra da molti anni. Questo è quanto mi suggerisce questa ennesima vicenda, che oltre che maltrattare come sempre il devastato territorio italiano, maltratta la nostra di per sé colpevole, in quanto davvero scarsa, attenzione di popolo per la speculazione edilizia in cui siamo immersi. La parola edificio deriva dal latino aedificium, ed è composto di aedes «casa» e dal tema di facåre «fare». Cosa c’è di più umanamente nobile del fare case? Il sostantivo femminile “edilizia” che è facile intuitivamente cogliere come ne derivi, indica appunto il….. “complesso delle attività che si riferiscono alla costruzione di edifici d’ogni genere”. Quand’è che al termine edilizia si è accostato per la prima volta il termine “speculazione”, inteso nel suo significato di .. “attività intesa a conseguire un profitto o un vantaggio personale, condotta senza scrupoli”? Non so rispondere, ma come tutti i cittadini italiani che come me sono nati nel secondo dopoguerra, so che “la speculazione edilizia” mi è coeva, è cresciuta insieme a me, e si è abbattuta senza soluzione di continuità sul Paese dove siamo nati, in presenza di una singolare circostanza…., al cospetto delle denuncie più varie e circostanziate, varie per le forme che via via hanno assunto, e circostanziate per lo scrupolo con cui sono state documentate, al cospetto dell’evidenza più evidente, gli “edifici”, di qualsiasi natura essi siano, non sono occultabili alla vista, in Italia ….. la “speculazione edilizia” ha continuato a crescere senza sosta, indifferente a tutto, comprese le crisi economiche congiunturali e/o di sistema, ché manco loro sono riuscite a fermarla. Così in poco più di sessant’anni, usando parole di Lanfranco Caretti scritte nel 1958 a commento del racconto lungo del 1957 di Italo Calvino richiamato dalla figlia, “… al ritmo precìpite del generale sfacelo, della comune corruzione…”, siamo arrivati a devastare un Paese che secoli e secoli di storia ci avevano consegnato, e che nemmeno due ultime guerre mondiali avevano reso irriconoscibile allo sguardo, come appunto è riuscita a fare la “speculazione edilizia” posta a titolo del libro ristampato nel 2011 negli Oscar Mondadori, che è sarcasticamente preceduto dalla nota: “I luoghi, i fatti, le persone, i nomi di questo racconto sono assolutamente fantastici e non possono esservi trovati riferimenti con la realtà ….. se non per caso”. Poteva andare diversamente? A leggere e raccogliere gli insegnamenti contenuti negli “Scritti di urbanistica e di industria 1933-1943” raccolti sotto il titolo CIVITAS HOMINUM di Adriano Olivetti e riproposti alla nostra attenzione dall’editore Aragno nel 2008, che contiene fra l’altro “Il piano regionale della Valle d’Aosta” del 1935… A guardare e senza rimuovere il raccapriccio che ingenera, “Le mani sulla città”, film del 1963 diretto da Francesco Rosi, intriso di impegno civile, espressione di una spietata denuncia della corruzione e della speculazione edilizia dell’Italia degli anni sessanta, “Le mani sulla città” che ha avuto il Leone d’oro a Venezia nel 1963 ed il cui personaggio centrale, è quell’Edoardo Nottola (Rod Steiger doppiato da Aldo Giuffré) che radunato con alcuni in un terreno brullo, sullo sfondo dell’estrema periferia di Napoli, ad un compare che gli chiede: “e mo cambiamo il piano regolatore?” risponde: «Non c’è bisogno…. la città va in là? .. e questa è zona agricola e quanto la puoi pagare oggi 300, 400, 1000 lire al metro quadrato? … ma domani questa terra questo stesso metro quadrato ne può valere sessanta settantamila e pure di più tutto dipende da noi, il cinquemilapercento di profitto … eccolo là, quello è l’oro oggi, e chi te lo dà il commercio l’industria? … l’avvenire industriale del mezzogiorno … sì investili i tuoi soldi in una fabbrica, sindacati rivendicazioni scioperi cassa malattia, ti fanno venire l’infarto con stì cose, e invece niente affanni e niente preoccupazioni tutto guadagno e nessun rischio, noi dobbiamo solo fare in modo che il comune porti qua le strade le fogne e l’acqua il gas la luce e il telefono….». A guardare senza essere sopraffatti dalla malinconia che instilla, “C’eravamo tanto amati”, il film del 1974, diretto da Ettore Scola che è sì una commedia all’italiana, ma dal gusto amarissimo, affiorante dalla denuncia spietata del degradare della società italiana… Viene di rispondere che sì, sarebbe stato possibile, ma avremmo dovuto ribellarci tutti quanti insieme, non bastava una minoranza, manco se fosse stata classe dirigente… … e non l’abbiamo fatto…. perché la nostra generazione (quella coeva alla nostra Costituzione)….. HA FATTO VERAMENTE SCHIFO….. (Ettore Scola per bocca di Vittorio Gassman) vittorio melandri

4 commenti:

elio ha detto...

Poteva andare diversamente certo. I responsabili dello sfacelo italiano, della devastazione del territorio, della compromissione dell'ambiente, del dissesto idrogeologico, del degrado delle città, dell'abbandono del patrimonio culturale e monumentale, sono i sindaci che in grande maggioranza hanno favorito la distruzione del bel paese, anche quando sono stati votati con numeri blebiscitari. Elio Veltri

mario ha detto...

Caro Elio,
tu –di certo- ne sai più di me, ma non credo davvero che le semplificazioni servano, nel nostro caso.
Alla devastazione di gran parte del territorio han concorso in tanti: i sindaci e gli amministratori (elettivi o burocratici) locali portano responsabilità gravi ma non esclusive né maggiori di quelle del legislatore nazionale e di quello regionale (che han prodotto sanatorie o, comunque, disposizioni utili, non di rado, più alla speculazione e al maluso che all’uso compatibile del suolo) oppure di quanti, tra i professionisti (liberi od incardinati nelle diverse pp. aa.) e gli operatori del settore, han preferito trarre qualche (anche relativamente grande) utilità piuttosto che preoccuparsi di contenere il proprio intervento entro limiti della correttezza o, almeno, della liceità oppure di quanti, tra i magistrati ed i titolari di poteri di vigilanza, hanno -non di rado- lasciato correre o non han visto, quando addirittura non si sono pronunciati a favore delle operazioni speculative e dei loro protagonisti.
L’elenco delle negligenze, delle omissioni, delle connivenze e dei concorsi oltreché dei casi di malagestione se non di accertata o comunque evidente corruzione in materie che vanno ben oltre l’urbanistica (dai rifiuti alle cave, dai lavori pubblici all’energia) è davvero lunghissimo e coinvolge tanti. Perciò non credo sia utile semplificare, specie in un momento in cui tanti nodi vengono al pettine ed in cui non ce la possiamo cavare crocifiggendo questo o quello ma evitando di trovare le ragioni profonde che hanno portato l’intero paese a questo punto e di ricercare le azioni -davvero complesse- che possono farci cambiar registro.
Questo vale pure -a volte in misura maggiore- per la compromissione dell’ambiente, per il dissesto idrogeologico, per il degrado delle città e per l’abbandono del patrimonio culturale e monumentale.
Ma son certo che sei d’accordo.
Mario Viviani

claudio ha detto...

si , certo, sono stati fatti obbrobri quasi ovunque (meno che nella provincia di Bolzano, e in buona parte della Val d’Aosta). Però io che son un contabile vorrei che ragionaste anche su queste cifre: cento anni fa, alla vigilia della prima guerra mondiale, l’Italia aveva 35 milioni di abitanti, raggruppati in famiglie numerose e plurigenerazionali: grosso modo occupavano poco più di 5 milioni di abitazioni. Da allora siamo cresciuti a 60 milioni di abitanti, con famiglie pochissimo numerose, e ogni famiglia ha 2 abitazioni: perchè ha ancora la casa nel paese da cui è emigrata in città , o da sud a nord, oppure ha una casa da vacanza. Circa 40 milioni di alloggi al posto di 5 milioni di case., per ragioni demografiche. Anche i migliori sindaci non han potuto fare altre che assecondare: e una parte delle entrate dei comune erano connesse all’iva sui materiali edili e agli oneri di urbanizzazione, poi è arrivata l’IMU

Vittorio Melandri ha detto...

Alla luce delle osservazioni di Claudio credo si possa almeno formulare la domanda.... l'unico modo di passare da 5 a 40 milioni di alloggi poteva essere solo quello praticato???

Nel frattempo....


Il “gentile” Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, uomo di punta del PD sotto molti aspetti, non ultimo appunto quello di essere “Sindaco” ovvero di per sé una garanzia di….. appartenere alla stirpe politica emergente…. ha replicato con la sobria grazia che lo contraddistingue alla figlia di Calvino.

«E’ incredibile. Sono stati capaci di chiamare in causa a New York la figlia di Calvino – che presumibilmente non sa niente di Salerno – per arruolarla tra i sostenitori del nulla.
Osservo.
1) La citazione di Zora è assolutamente corretta. Essa è riferita non ad una singola opera ma, come è ovvio, alla sottocultura della conservazione a prescindere, del rifiuto ottuso e pregiudiziale all’innovazione. La frase è lì ed è quella. Che cosa si contesta? La grammatica?»

DELLE SUE PAROLE MI PREME SOTTOLINEARNE SOPRATTUTTO UNA…..

“SOTTOCULTURA”

Parola che un politico italiano, anche di quelli dotati di 4 lauree e di qualcuna honoris causa, dovrebbe avere il pudore di usare suo malgrado con le proverbiali pinze.

Certo è che…. l’arroganza di De Luca traspare da ogni suo poro, mentre….
… essere figlia di Calvino, se non è un merito, non può però essere nemmeno una colpa.

Restano allora in gioco il suo diritto di esprimere la sua valutazione innanzi tutto sulle cose scritte dal padre, e qui si tratta di raccordarle, le parole di Calvino, con la realtà che ci circonda.

Ho fatto un giro dalle parti di Salerno con Google earth, l’immagine che non posso qui allegare a questa mia è datata 21 giugno 2013, ed una cosa spicca in tutta evidenza ….

….. l’arco di verde che si coglie a far da cornice al lungo mare nella parte destra dell’immagine, prosegue direi quasi senza soluzione di continuità, con l’arco del fabbricato oggetto di contestazione, che si sviluppa lungo un arco a mezzaluna (da cui il suo nome “Crescent”) di 300 mt. per un’altezza di 30 mt.

Per quanto quel fabbricato sia figlio di procedure “legali” (cosa per altro che mi risulta essere sotto esame della magistratura), e per quanto sia architettonicamente anche mirabile, progetto di un architetto di chiara fama…., e pure sottoposto al voto di una maggioranza elettorale….

…. che sia ….

UNA ENNESIMA COLATA DI CEMENTO….

….lungo una bella spiaggia italiana, mi pare di difficile contestazione.

E qui mi fermo, perché se in Italia, l’esempio di Adriano Olivetti, ovvero quello dato con il PRG della Valle d’Aosta datato 1935, fosse stato seguito anche in minima minimissima parte, Italo Calvino non avrebbe con ogni probabilità scritto un racconto titolandolo già alla fine degli anni cinquanta….. “SPECULAZIONE EDILIZIA”.

Forse poi, un amministratore come DE LUCA, avrebbe potuto difendere le sue scelte amministrative con una arroganza ridotta del 1000/1000 rispetto a quella che usa per magnificare innanzi tutto sé stesso, senza dimenticare che in questo disgraziato paese, niente, letteralmente niente è stato edificato senza appunto….

magnificarne prima la bellezza

garantendone poi la legalità

e risolvendo ogni volta….

LE BRUTTURE UNA VOLTA EVIDENTI

…. con il ricorso ad ignominiosi CONDONI EDILIZI…. che fanno pendant con la bellezza, la legalità, la maggioranza, dietro alle quali si sono puntualmente approvati.

Quanto alla Zora di Calvino tanto cara a De Luca….

“ … obbligata a restare immobile e uguale a se stessa per essere meglio ricordata, Zora languì, si disfece e scomparve. La terra l’ha dimenticata”.

Mi chiedo se si possa dire che in Italia il….

“territorio… sia rimasto immobile, uguale a sé stesso”

…. e non come è di tutta evidenza, sia stato invece letteralmente divorato, per essere poi per altro…. e pure malamente ….. RIGETTATO.

COS’È ALLORA CHE DIMENTICHIAMO IN ITALIA????