sabato 20 luglio 2013

Beppe Merlo: Solidarietà a Franco D'Alfonso

La disputa D'Alfonso vs Dolce & Gabbana non può' e non deve essere inquadrata nel più o meno politically correct, soprattutto se riguarda un amministratore, che essendo nominato non dispone delle guarentigie virtuali del così detto consenso. D'Alfonso con la sua provocazione pone un problema serio a tuta la comunità, se possano o no sussistere conformismi e opportunismi di fronte al più odioso dei reati contro la società e le comunità : non pagare le tasse. Il vero nodo e' che dopo Mani Pulite, e' avvenuta un'alterazione della scala dei valori per doversi indignare, e l'interesse privato nella gestione pubblica e' in cima alla scala della indignazione. Negli anni 90, davanti al Palazzo di Giustizia si affollavano gli indignati, prima ancora dei processi, Emilio Fede vi aveva persino posto una telecamera ed un cronista fissi, oggi il Gossip sono le conseguenze della "sessuopatia" di Berlusconi, e dei collaboratori di piacere. Bossi investe nelle esigenze familiari il lauto finanziamento pubblico, che sotto la spinta per l'indignazione di Tangentopoli, i partiti della seconda repubblica si sono accaparrati e nessuno si indigna e tira monetine, si attendono i tempi della giustizia perché il " mandato preventivo di cattura" non può' più essere prassi; così come la condanna per evasione fiscale di Berlusconi e' derubricata in stabilita' di Governo e si fa il tifo per una clemenza della Corte. Abbiamo il più alto tasso di fiscalità mai raggiunto nella storia del Paese e tra i più alti nel mondo, abbiamo il più alto tasso di evasione fiscale, abbiamo tra i più alti debiti pubblici che erano il futuro delle nuove generazioni e della cui genesi l'evasione fiscale con la fuga dei capitali sono una componente. Indignarsi deve essere un dovere dei cittadini che le tasse le pagano e soprattutto quelli che magari subiscono le vessazioni dell'Agenzia delle Entrate per gli errori formali, e se ad evadere sono Berlusconi o Dolce & Gabbana ovvero coloro che stanno alla ribalta l'indignazione deve essere doppia o tripla perché denota l'assenza di solidarietà sociale, soprattutto verso quegli imprenditori marginali, cui una minore fiscalità segna il confine tra il proseguire e il chiudere. Sono i milanesi che debbono fare la serrata verso D@G e non viceversa, e contro tutti coloro che evadono le regole sociali e concorrenza. La scelta e' tra la solidarietà nei confronti di chi può' o riesce ad evadere o la consapevolezza che le tasse possono ridursi se tutti le pagano. Solidarizzare apertamente con l'Assessore e' un atto di sensibilità civica, la forma può andare a farsi benedire. I Milanesi sono i maggiori contribuenti, e' giusto che protestino contro un costante crescere delle tasse, ma prima di protestare si indignino contro chi le tasse le evade.be

3 commenti:

claudio ha detto...

Parole sacrosante: ci vorrebbe un richiamo solenne, una raccolta di firme
contro l'arroganza tutta berlusconiana di chi ritiene suo diritto non pagare
le tasse. Ma siamo diventati matti? un proclama del genere, sotto il profilo
giuridico dovrebbe costituire una motivazione dell'arresto , per volontà di
continuare nel reato...

franco ha detto...

Condivido, soprattutto al riguardo della "serrata" verso gli evasori di
lusso, in questa società dell'economia "comportamentale", dell'induzione al
consumismo individualistico, dell'annullamento di tutti valori e i principi
di solidarietà ed eguaglianza. Nell'idea di una "società sobria" dovrebbe
essere lanciata una campagna di boicottaggio: ma questa crisi, come sempre,
rende i ricchi più ricchi ed i poveri sempre più poveri ingoiandosi quelli
che si illudono di essere "ceto medio". Franco Astengo

elio ha detto...

Caro D'Alfonso, la settimana scorsa abbiamo saputo che negli anni 2000-2012 lo Stato ha emesso ruoli per 850 miliardi di Euro e ha incassato solo 69 miliardi. Lo Stato incassa 9 euro per ogni cento di tasse da pagare. All'informazione ha fatto seguito una inchiesta di Sole 24 ore costituita da molti articoli. L'economia sommersa in Italia supera i 480 miliardi di PIL con una evasione di circa 260-70 miliardi. Al sommerso è da aggiungere l'economia criminale che vale 200 miliardi di PIl. Una vera catastrofe. Dopo l'informazione del sottosegretario non è successo niente e a fornire i dati i governi che si sono succeduti hanno impiegato 12 anni. Nessun governo nazionale e regionale ha affrontato seriamente i problemi dell'economia sommersa, criminale, riciclaggio, evasione fiscale, paradisi ficali ed esportazione di capitali, che imperversano. Ho seguito l'incidente con Dolce e Gabbana. Il comune di Milano potrebbe affrontare il problema nel suo complesso e nei singoli aspetti, anche perchè Milano è la capitale della Ndrangheta. Forse, se si intervenisse con una impostazione generale, si eviterebbero incidenti personali. Io sull'evasione condiviso quanto scrivi e mi occupo di questi argomenti da almeno 10 anni collaborando con Paolo Sylos Labini, Ruffolo, Archibugi, Zanda. Gli impegni assunti di volta in volta dagli esponenti politici sono stati sempre disattesi il giorno dopo. Elio Veltri