un articolo del tutto insoddisfacente , una panoramica di diversi approcci per trovare la via d'uscita nel recupero" dell'antichissimo spirito del liberalismo". manca la questione dirimente di recuperare una propria visione della società e delle trasformazioni che si intendono realizzare.Il massimo dell'equivoco è la riduzione del marxismo alle pretese della verità come cosa tecnica e neutra con cui illuminare le masse, accostandolo così alle posizioni di quella parte della sinistra che ha assorbito la egemonia neoliberale fino al punto di considerare verità di natura i dettami del Washington consensus. "A questa presunzione di “verità” non è stata estranea nemmeno la sinistra: si pensi all'atteggiamento talvolta acritico con cui sono state avallate misure “tecniche” in campo economico. Misure che di tecnico non avevano nulla. Erano bensì il portato di una ben precisa weltanschauung, di teorie, modelli, scuole di pensiero, mentalità, punti di vista, ai quali ne potevano e possono essere contrapposti altri di diverso segno. In questo ambito l'eredità marxista sembra aver pesato più per la sua tara antiliberale (esiste un “vero bene” dei lavoratori che si può conoscere se solo venga squarciato il velo della falsa coscienza) che per la sua poderosa capacità di essere pensiero critico, critica dell'economia politica, appunto: visione diversa, spiazzante, antidogmatica, emanazione di una differente ordinamento di priorità nell'interpretazione del cosiddetto “bene comune”.
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un articolo del tutto insoddisfacente , una panoramica di diversi approcci per trovare la via d'uscita nel recupero" dell'antichissimo spirito del liberalismo". manca la questione dirimente di recuperare una propria visione della società e delle trasformazioni che si intendono realizzare.Il massimo dell'equivoco è la riduzione del marxismo alle pretese della verità come cosa tecnica e neutra con cui illuminare le masse, accostandolo così alle posizioni di quella parte della sinistra che ha assorbito la egemonia neoliberale fino al punto di considerare verità di natura i dettami del Washington consensus.
"A questa presunzione di “verità” non è stata estranea nemmeno la sinistra: si pensi all'atteggiamento talvolta acritico con cui sono state avallate misure “tecniche” in campo economico. Misure che di tecnico non avevano nulla. Erano bensì il portato di una ben precisa weltanschauung, di teorie, modelli, scuole di pensiero, mentalità, punti di vista, ai quali ne potevano e possono essere contrapposti altri di diverso segno. In questo ambito l'eredità marxista sembra aver pesato più per la sua tara antiliberale (esiste un “vero bene” dei lavoratori che si può conoscere se solo venga squarciato il velo della falsa coscienza) che per la sua poderosa capacità di essere pensiero critico, critica dell'economia politica, appunto: visione diversa, spiazzante, antidogmatica, emanazione di una differente ordinamento di priorità nell'interpretazione del cosiddetto “bene comune”.
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