lunedì 7 maggio 2012

Peppe Giudice: Il futuro in un nuovo socialismo democratico

Il futuro in un nuovo socialismo democratico (Rosselli, Lombardi, Polanyi , Fromm).


pubblicata da Giuseppe Giudice il giorno lunedì 7 maggio 2012 alle ore 16.07 ·
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Il futuro in un nuovo socialismo democratico (Rosselli, Lombardi, Polanyi , Fromm)





I profeti della morte del socialismo democratico (di centro e di sinistra funeraria) sono rimasti alquanto delusi. La grande vittoria di Hollande (el ‘importante contributo di Melanchon . La rimonta della SPD nella regione più settentrionale, l’avanzata del labour ridiventato socialista dopo il lassativo Blair, stanno a testimoniare una certa vitalità del socialismo europeo, che se certo mantiene zone d’ombra, difficoltà e molti problemi non risolti e’ di fatto la forza di gran lunga più consistente della sinistra in Europa. Qualcuno si aggrappa maldestramente al risultato greco. Per dimostrare magari l’inizio dell’eclissi del socialismo democratico. Ma il Pasok lì ha pagato duramente e giustamente i suoi gravissimi errori. Ma basta questo ad imbastire un processo? In Spagna e in Portogallo i socialisti hanno perso malamente ma sono al 30% (la sinistra radicale è molto al di sotto del 10%). In Germania la SPD è in ripresa e la Linke in caduta (a causa dei piraten che però son qualcosa di molto diverso da Di Pietro e Grillo). In Grecia anche io avrei votato per la coalizione di sinistra democratica e libertaria (fondamentalmente di sinistra socialista), come in Olanda voterei per i socialisti di sinistra contro l’ultimo escremento bliriano, il partito laburista olandese.

L’ho detto più volte il PSE deve spostare a sinistra il suo asse mediano (quello del PSF) ma restando fermamente nell’ambito del socialismo democratico. Il socialismo che ha vinto storicamente è quello di Lombardi, Rosselli, Kautsky e Luxemburg (quello che sostiene la inscindibilità tra socialismo, democrazia e libertà). Quello che ha perso è quello di Lenin e dei suoi derivati (alcuni terribili: Stalin, Mao, Pol Pot, Honecker)

Non possiamo dimenticarlo. Il PSE dunque mandando all’aria III vie, deve ricollocarsi a sinistra recuperando i socialisti di sinistra olandesi ed altri, ma non certo gli stalinisti greci o portoghesi.

Dicevo, solo chi non vuol vedere non vede che qualcosa di importante sta avvenendo nel PSE. LO spostamento a sinistra della SPD per qualche naso sopraffino non sarà sufficiente ma credo che sia evidente. Basta leggere le dichiarazioni di Schultz e Gabriel (sulla necessità di piegare il mercato alla democrazia) e dello stesso sindacato tedesco.

Poi potrà anche fallire. Ma allora dovremo reinventarlo il socialismo democratico non certo affidarci ad improbabili ed indesiderabili riedizioni di Lenin. Meglio gli anarchici…

Ma vediamo un po’ quali sono i punti su cui costruire il nuovo socialismo. La crisi attuale coinvolge non solo la economia ma per il gioco delle interdipendenze anche la cultura, la democrazia, i rapporti umani.

Da Rosselli dobbiamo imparare che il socialismo è filosofia di libertà e liberazione dell’uomo. Umanesimo integrale ; non ricerca dell’uomo perfetto o di palingenesi, ma fiducia nella continua perfettibilità dell’uomo e quindi concepire il socialismo quale processo permanente. Da Lombardi l’idea che un processo riformatore comporta rotture continue degli assetti di potere verso un socialismo quale autoderminazione delle persone. Nonché la contestazione di una idea puramente quantitativista di sviluppo. “i socialisti vogliono una società più ricca, perché diversamente ricca” Più ricca di cultura, di rapporti umani, di ricerca che di un consumismo esasperato irrazionale: insomma un nuovo modo di produrre e consumare. Da Polanyi la grande lezione sul carattere disgregante del mercato capitalistico e sulla ricostruzione di un senso di unanità. Da Fromm il carattere emancipatorio della sociologia e della psicologia e quindi la necessità di trasforamre la persona umana facendo emergere quegli impulsi sociali positivi alla cooperazione che per FROMM vengono repressi sia dal capitalismo che dal comunismo autoritario. Inoltre in Fromm c’è una visione delle riforme vicina a quella di Lombardi. Per Fromm una riforma seria non può che essere radicale cioè andare alle cause alle radici. E Fromm distingue nettamente radicalità e ribellismo. Il primo è aspirazione a costruire un mondo più giusto. IL secondo è solo rabbia e frustrazione.

PEPPE GIUDICE

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