martedì 1 maggio 2012

franco astengo: democrazia limitata

DEMOCRAZIA LIMITATA
La nomina, da parte del governo dei cosiddetti “tecnici” di tre commissari “ad acta” (uno dei quali addirittura già due volte Presidente del Consiglio) per i tagli alla spesa pubblica, il finanziamento ai partiti e gli aiuti alle imprese, conferma come davvero il nostro Paese (pressato, inoltre, dagli iugulatori “diktat” della finanza europea), si trovi sul serio in una situazione di “democrazia limitata”: una sorta di “Protettorato” esercitata da due figure, l’una eletta da un Parlamento la cui composizione ormai è lontana anni-luce dalla volontà collettiva dell’elettorato, e l’altra nominato “senatore a vita” dal suo corrispondente in un pomeriggio e poi incaricato di formare un governo di persone mai misuratesi in una competizione politica.
Tanto più che i partiti presenti in parlamento si trovano, da un lato, in una situazione di assoluta incredibilità per l’emergere di una “questione morale” (il cui punto principale riguarda, comunque, l’ex-Presidente del Consiglio e il tema del conflitto d’interessi: questo elemento va ricordato sempre, scanso equivoci e a futura memoria) di rilevantissime e inedite proporzioni, e dall’altro lato nell’auto-manifesta incapacità di proporsi direttamente al governo del Paese (almeno stando, nel caso specifico, alle dichiarazioni del segretario del PD).
Partiti che, per l’appunto, accettano di farsi commissariare per quello che riguarda il loro finanziamento: incapaci, quindi, non soltanto a esprimere un’alternativa politica ma anche di regolare autonomamente la propria vita democratica.
La nomina del commissario “ad acta” per i tagli della spesa pubblica (in una nazione nella quale la pressione fiscale è ormai arrivata al 50%) dimostra anche (sempre se mai ce ne fosse stato bisogno) il vero e proprio “furore ideologico” che anima questo Governo in senso di una concezione meramente aziendalista della conduzione di uno Stato.
L’idea di fondo è quella dell’inutilità della “politica” quale rappresentanza dei diversi ceti sociali, delle complesse istanze di una società pluralista all’interno della quale agiscono diverse tensioni ideali, morali, culturali, civili: del resto l’inserimento in Costituzione all’articolo 81 del pareggio di bilancio è stata la testimonianza diretta di questo stato di cose.
Sono questi gli elementi che alimentano e promuovono quella che incautamente viene definita “antipolitica”, non certamente le sparate di questo o di quello (non c’è soltanto il comico genovese per intenderci, ad esempio il brizzolato bolognese leader dei “moderati” che scopre i 70.000 baraccati e s’indigna come populista non la cede proprio a nessuno, ma altri potrebbero essere chiamati in causa su questo terreno).
Il tutto si verifica (torno al tema dei commissari “ad acta) proprio il 1 Maggio, giorno della festa dei lavoratori che celebrano il riscatto sociale e la democrazia.
Savona, li 1 maggio 2012 Franco Astengo

1 commento:

paola ha detto...

Sottoscrivo ampiamente quanto scrive il compagno Franco. E' una china precipitosa e molto, molto pericolosa, e lo scivolamento, che ci coinvolge tutti (salvo gli inamovibili, i doppiostipendiati, i possessori di patrimoni veri, e, credo, ancora tanto sottobosco affaristico e famelico), pare inarrestabile. Pare anche che ci sia assai poca consapevolezza, in giro. Oppure no, però c'è tanta paura, c'è tanto smarrimento ... Lo Stato come la Parmalat (con rispetto parlando). Chissà come descriveremo questo tempo, se mai potremo e vorremo farlo.
P.M.