martedì 15 novembre 2011

Luigi Fasce: Intervento al seminario di Passignano

«Vivere semplicemente per permettere agli altri semplicemente di vivere» (M. K. Gandhi)

ASSEMBLEA NAZIONALE
Idee per l'alternativa 1ª Edizione
12 NOVEMBRE 2011

SEMINARIO SULLE RAGIONI DELLA CRISI.
LE PROPOSTE DELLA SINISTRA PER UN NUOVO GOVERNO DELL'ECONOMIA.
Intervento di Luigi Fasce

Prima tappa: illuminare diagnosticamente la nostra epoca
Questo primo seminario del Network per il socialismo europeo è per me l'occasione di continuare un percorso di riflessione cominciata alla fine degli anni novanta, avendo presente il monito di Jürgen Habermas «dalla mancanza di un orientamento capace di illuminare diagnosticamente la nostra epoca noi dovremmo concludere che siamo capaci di apprendimento soltanto se colpiti da catastrofi» e constatando lo scombussolamento ideologico e la deriva liberista dell'ultimo ventennio anche del socialismo europeo, ho cominciato a studiare e a riflettere per mettere a fuoco le ragioni della crisi e per individuare nel solco del riformismo del 21 secolo, un progetto della sinistra per un governo dell'economia, ma anche per la ridefinizione di un sistema politico-istituzionale laico-liberalsocialista ecologista (in definitiva un modesto ritocco di quello stabilito dalla Costituzione Italiana).
Diversamente dal pensiero corrente che fa partire la crisi del sistema politico e sistema economico dal 1994 dopo tangentopoli io ritengo invece che la deriva liberista mondiale avviata già dagli anni reganiani-thatcheriani sia stata sancita in Europa nel 1992 con la firma del Trattato di Mastrich, trattato internazionale firmato il 7 febbraio 1992 dall'allora ministro degli esteri De Michelis del governo Craxi. Impossibile che Craxi non sapesse. Penso che già in allora cavalcasse l'onda liberista in largo anticipo su Blair (primo ministro inglese dal 1997 al 2007) e su Schroeder (cancelliere del governo tedesco dal 1998 al 2005).
Trattato che ha determinato il dissolvimento del sistema economico “socialdemocratico” sancito in Italia dalla Carta costituzionale e sorto e sviluppato con la “prima repubblica”. Da allora la costituzione liberista dell'Unione Europea voluta da multinazionali banchieri ha sostituito la Costituzione italiana e dettato politiche europee fino ai giorni nostri. “Nuovo ordine internazionale liberista” riconfermato successivamente dal trattato di Lisbona datato 2007 (appena un anno prima del crollo delle Borse mondiali) che in politica economica codifica la dittatura dell'Unione e della Banca centrale europea Trattato sostenuto e difeso convintamente anche dal PSE, consapevoli, credo, che i referenti europei del potere plutocratico mondiale piazzati nei governi europei e nella, privata, Banca centrale europea avevano acquisito appieno il titolo giuridico per bocciare qualunque misura per difendere la propria economia, l’occupazione, i redditi, l’industria e l’agricoltura, ed intervenire sui prezzi, decisa da qualsivoglia governo degli stati nazionali, come sta succedendo attualmente con il commissariamento del nostro governo.
E' l'economia finanziarizzata globalizzata che governa sopra i governi. Gli strumenti sono le banche centrali e tutti gli altri istituti internazionali a ciò preposti che controllano che tutto si muova all'interno del disegno liberista mondiale.
Il misfatto dello scippo della Costituzione italiana compiuto a Maastrich, lo sottolineo, è stato commesso in modo surrettizio ed è passato, che io sappia, con la complicità consapevole o inconsapevole dell'intera sinistra. I trattati internazionali quale è quello di Maastrich e di Lisbona pochi lo sanno, questa la genialata cavillosa degli adepti del liberismo, non possono essere sottoposti a referendum.
Pur tuttavia il Trattato di Maastrich e di Lisbona violano almeno due articoli della Costituzione italiana, l'art.1 e l'11.
Poi non si capisce perché l'Inghilterra possa far parte dell'Unione Europea ma permettersi di rifiutare l'euro che gli consente di manovrare la leva monetaria in modo vantaggioso rispetto agli altri stati europei bloccati dai ceppi del trattato.
Dunque due i tradimenti perpetrati dal ministro De Michelis in dispregio della Costituzione (in particolare art.1e titolo III parte economica) nei confronti del Popolo italiano sovrano, il secondo di tipo politico altrettanto grave nei confronti del socialismo italiano ma anche europeo tenuto conto che se ben ricordo in Europa in nessuno stato che contava, né in Germania né in Inghilterra, c'erano i socialisti al governo.
In base alla nostra Costituzione il trattato di Maastrich, almeno per quanto attiene la parte economica, non avrebbe dovuto essere firmato da nessun tipo di governo italiano, tanto meno da uno a guida socialista.
Quasi nessuno in Italia ma nemmeno in tutto l'Europa nel 1992 sapeva cosa volesse dire economia liberista e dei suoi effetti letali che si sarebbero manifestati nel tempo. Ma De Michelis si, così come successivamente Amato e così pure D'Alema e infine Prodi.
Siamo oramai pienamente consapevoli che l'affondo neoliberista-teocon è stato radicale, sono giunti a imporre per legge, privatizzazioni delle reti municipalizzate dei Comuni, così come dei servizi pubblici nazionali, dei Beni Comuni, considerati dalle scienze economiche “monopoli naturali” dunque da non poter mettere alla libera concorrenza sul “Mercato”.
Ma ha lasciata spalancata la porta all'economia mafiosa sempre più estesa, si parla del 40% del totale.
Economia mafiosa finanziata da un fiume di denaro proveniente da droga e prostituzione, per cui l'unico antidoto, ecco l'intreccio poco comprensibile ai molti, tra economia e diritti individuali, sarebbe la legalizzazione della droga e della prostituzione. Ma il pervasivo conservatorismo religioso tanto puritano delle chiese evangeliche nel mondo anglosassone tanto quello cattolico in Italia che si è fatto pensiero egemone nella società fornisce l'alibi morale alle forze di destra di opporsi all'unica possibile soluzione per stroncare il mercato illegale tanto della droga, tanto della prostituzione tanto del finanziamento alle imprese mafiose, tanto del lavoro in nero, tanto della concorrenza sleale nei confronti delle altre imprese che rispettano i vincoli di legalità e del lavoro.

Non basta, hanno privatizzato la Moneta, che viene stampata ad libitum dalla azienda privata, costituita da un pool di banche, la cosiddetta Banca Centrale Europea.
Hanno azzerato le banche di interesse nazionale.
Come cancrena le conseguenze disastrose si sono diffuse silenziosamente fino ad apparire eclatanti i sintomi con la crisi finanziaria alla fine del 2008.
Ciononostante sebbene “colpiti da catastrofe” a da allora e fino ai giorni nostri la politica liberista in Europa continua imperterrita e ora richiede le amputazioni di parti vitali del corpo dello Stato, beni pubblici, servizi pubblici, welfare, imprese strategiche. Insomma macelleria sociale.
Questo per contribuire ad “ illuminare diagnosticamente la nostra epoca” ma la malattia liberista purtroppo senza vigorose reazioni adeguate da parte del PSE si sta aggravando facendo presagire prognosi infausta.
Seconda fase: “proposte economiche per un governo della sinistra”
Consapevoli che capitalismo nell'arco di questi ultimi duecento anni è riuscito a conculcare nella testa della gente che la “competizione” è il principio necessario, senza metafora, naturale, della libera impresa e commercio, dobbiamo far capire il carattere distruttivo del liberismo sfrenato nei confronti dell'umanità intera prima ancora che sulla sfera economica, a partire dagli stessi suoi presunti assunti pseudo scientifici contrabbandati per veri.
Ricordo che i comportamenti competitivi di alcune specie di mammiferi non sono generalizzabili a tutte le specie, in genere più rituali che letali e non portano quasi mai alla morte del competitore perdente, che continua a vive nel gruppo magari con un grado nel rango inferiore e che in caso di difesa del gruppo stesso, in alleanza con il “capo”, si pone in difesa dei membri più deboli del gruppo, in primo luogo i cuccioli. Gli studi etologici sui babbuini in questo senso sono illuminanti, ma quelli sui bonobi sono inequivocabili per testimoniare la natura socievole e cooperativa di questi più prossimi nostri fratelli. Inoltre l'etologia, scienza con metodo ben più raffinato di quello utilizzato da Darwin, ha fatto chiarezza sullo stretto rapporto tra cultura e natura. Sarebbe molto meglio se si tenessero in conto i risultati sperimentali di questa scienza a proposito dell'aumento esponenziale dell'aggressività in una popolazione di ratti chiusa in uno spazio ridotto. Alludo al superamento della soglia di 7 miliardi di persone sulla piccola Terra. Altro discorso da fare sulla distruttività umana che stiamo compiendo sull'ambiente, parossistica, unica in tutti i tempi storici.
Detto questo come nota di sottofondo, dopo le analisi fatte dopo il 2008 da economisti e politologi, noi compresi, tutte più o meno convergenti sulla critica al pensiero unico liberista e sulle devastanti conseguenze sociali e ecologiche, ma ancora diabolicamente perseguite dai governi mondiali e questo è il peggio anche dall'Unione Europea culla quarantennale del compromesso virtuoso tra capitale e lavoro,dobbiamo passare alla parte costruens con proposte progettuali e lo abbiamo cominciato a fare già da tempo come Gruppo di Volpedo, mediante convegni e seminari, a partire da Galliate nel 2008 con “Il socialismo al tempo della globalizzazione”proseguendo con Volpedo 1 2 3 e 4.(vedasi Eventi in www.gruppodivolpedo.it.
Ecco, Volpedo 4 l'ultimo convegno fatto nel settembre scorso, che non a caso si è concentrato sui due cardini dell'economia, il lavoro e il territorio, senza omettere all'interno di questo percorso il convegno di Genova del 2009 titolato “Il riformismo socialista per un nuovo modello di economia per il terzo millennio”, poi nel febbraio 2010 a Roma il convegno dal titolo “Un nuovo sistema paese: democrazia economica e programmazione dello sviluppo organizzato” da Ass. LABOUR "Riccardo Lombardi”Associazione Socialismo e Sinistra, e infine, importantissima tappa del nostro percorso, il convegno di Livorno “Dalla scissione comunista all'unione per il socialismo nel 21° secolo” fatto a febbraio 2011.Nell'ultima tappa di Volpedo 4 nella seconda parte del convegno intitolata “La rifondazione dell'economia a partire dai territori” che aldilà del limiti delle relazioni sull'ambizioso argomento presentate dagli assessori intervenuti, quasi tutti di fresca nomina e per la forte preoccupazione per non riuscire a gestire anche i normali servizi a causa dello strangolamento del governo. Eppure si è confermata valida la proposta di programma strategico degli enti locali per contribuire a sviluppare una nuova economia a partire dai territori, che qualcuno, mi pare Besostri, ha indicato come retaggio storico del socialismo munipale, da recuperare e il compagno Merlo in chiave “glocale” ha indicato nell'attualità del sistema economico globalizzato come unica possibilità di agire efficacemente nella polarità locale. In questa auspicata rifondazione dell'economia locale si colloca anche la difesa dei beni comuni, e l'acqua lo è bene comune universale prima di ogni altro bene, di cui si comincia a invocare la necessaria costituzionalizzazione. Cito da Ugo Mattei (“Beni comuni - Un manifesto” Laterza Roma-Bari 2011) “Di ciò manca la consapevolezza non solo a livello politico, visto che la privatizzazione è considerata un'opzione assolutamente libera e percorribile dal governo in carica per il solo fatto di esserlo, ma anche a livello di operatori e teorici del diritto (non solo italiani) , proprio per mancanza di elaborazione teorica della nozione di bene comune. …. La consapevolezza dei beni comuni come strumenti politici e costituzionali di soddisfazione diretta dei bisogni e dei diritti fondamentali della collettività (mia l'evidenziazione) non emerge a tavolino. Essa costituisce piuttosto un collante politico, ancora tecnicamente amorfo che si radica nel senso profondo dell'ingiustizia che da vita al diritto.”
Ecco, oltre ai finanziamenti, quello che mancava agli assessori colà convenuti a Volpedo, la formazione di politica economica e istituzionale, ma sono almeno 20 anni che in tal senso non c'è formazione politica di sinistra, quella di destra liberista è tutta messa in pratica.
Per questo noi, in questa fase, siamo utili almeno per suggerire e pungolare.
Terza fase: la necessità di far prevalere le politiche di sinistra sul finanzcapitalismo globalizzato
Dopo tanto ragionare più che illuminazione ecco l'uovo di Colombo, non sono gli economisti che devono determinare i sistemi economici e più in generale i sistemi politico sociali, ma sono i politici in democrazia , in nome e per conto del popolo, che li devono determinare. E' stata politica la scelta di adottare questo tipo di sistema economico globalizzato sfrenato a egemonia finanzcapitalista (copyright Gallino). Deve essere la politica, della sinistra, a definire il programma per il nuovo modello di economia per questo nostro 21 secolo.
Dunque apriamo qui il discorso sul secondo tema di questo seminario
LA POLITICA, I PARTITI, LA SINISTRA, L'EUROPA
Visti gli importanti contributi fino qua giunti che mi sembrano tutti pertinenti e utili mi posso concentrare sulla questione partiti della sinistra a partire da come sono attualmente per arrivare a come lo vorrei, unico laico liberalsocialista ecologista.
Certo non ha aiutato i due partiti della sinistra italiana il PCI e il PSI dopo il crollo dell'URSS e tangentopoli vedere la socialdemocrazia avvilupparsi nell'abbraccio mortale del pensiero unico liberista. Certo imbellettato da “terza via” ma nella sostanza le politiche liberiste sono state fatte proprie dai socialisti che erano al governo in Europa in ben 13 stati su 15 per almeno un decennio e proprio quello a cavallo del ventesimo e ventunesimo secolo.
Periodo proprio quello che si è compiuto in Europa il passaggio dal modello socialdemocratico dell'economia mista a quello liberista-teocon.
Si perché il pensiero liberista si è affermato facendo leva sul conservatorismo cristiano e cattolico.
Se non ci hanno creduto i socialdemocratici europei al modello socialdemocratico perché mai avrebbero dovuto crederci gli ex comunisti ?Diciamolo chiaramente, l'unico socialdemocratico che ha creduto nella socialdemocrazia è stato in quel periodo il tanto vituperato Lafontaine.
Quale il depositato ultimo, quello ancora attuale, che è emerso dopo il lungo intorbimento politico ? Scusate ma non ho voglia di dilungarmi sui contorcimenti degli ex PCI così come sulla tristissima dissolvenza del PSI, né tantomeno sul coacervo prima ulivista e poi dell'Unione. E' disgraziata storia della sinistra in Italia dell'ultimo ventennio.
Mentre c'è da dire molto sugli attuali partiti che dovrebbero ricomporre il nuovo, unico partito della sinistra in Italia, PSI, Partito Democratico e SEL.
A prescindere da quanto illustrato dai nostri compagni Borioni, Giudice, Porcelluzzi, mi pare di poter dire che stia diventando sempre più urgente per noi confrontarsi in prima battuta con questi partiti ma anche con la Sinistra di Diliberto e Ferrero.
Riusciamo a stendere un documento con il quale andiamo a confrontarci con questi partiti ? Spero di sì. Perché è sulla base di questo confronto che stabiliremo la convergenza o la divergenza con questi nostri indispensabili interlocutori. Molti di noi hanno già fatto la propria scelta di aderire a questo o quello, scelta, se siamo qui, subordinata a verifica.
Poi, dopo questo confronto, una prima verifica sarà stata fatta. Personalmente sarei molto soddisfatto se uno, qualsiasi, di questi partiti corrispondesse alle nostre aspettative, mi adagerei volentieri in quel comodo nido.
Però se questo disgraziatamente non fosse, ebbene allora da cultori della materia politica dovremo, sulla base di un manifesto e di programma costituirci in movimento politico e fare la nostra battaglia. Se qualcuno pensa che tutto questo sia velleitario, ebbene anche Giolitti, i Rosselli, Calogero, Capitini, Pertini, per citarne solo alcuni dei nostri Padri socialisti erano velleitari.

Nessun commento: