giovedì 3 novembre 2011

Francesca Maria Mariotti: l'Europa, l'emergenza, il futuro

Segnalo il Manifesto per l'Europa, pubblicato dal Sole24Ore, seguito da una lettera di Carlo Azeglio Ciampi: è un tentativo di riassumere le riforme necessarie per costruire una Europa politica che possa sanare la zoppìa della nostra costituzione continentale.


In questo momento di tensione, però, questi progetti, anche se ambiziosi e giusti, potrebbero non bastare, non essere abbastanza veloci: nell'emergenza - quasi bellica, oserei dire, viste anche le tensioni fra gli stessi paesi europei - potrebbero essere necessarie manovre totalmente straordinarie, fatte senza aspettare le riforme dei Trattati e la formale estensione del mandato della BCE (già ipotizzate nel punto 2 del Manifesto).


Mi pare vadano in questa direzione i suggerimenti di Martin Wolf a Mario Draghi che ho già riportato in altro post, (e di cui abbiamo parlato in questa ml, nota per il Rosselli).


I governi europei sanciscano i principi di fondo di questa nuova costituzione politica e "coprano" politicamente l'azione del nuovo Presidente della BCE, se sarà necessaria.


Per quanto possa sembrare paradossale, non possiamo che salvarci da soli, come Italiani; ma non possiamo più salvarci da soli, come Europei. E dobbiamo andare oltre il "normale" mercato, per salvare il mercato, il nostro lavoro, i nostri risparmi, le nostre libertà.


Oggi forse nell'assurdità del caso Grecia e nell'angoscia del caso Italia muore un fantasma di Europa; e - forse, speriamo - può sorgere realmente l'Europa politica, nostra nuova patria.


Francesco Maria


(...) Muoversi speditamente verso un vero Governo dell'economia, decidendo in fretta se scegliere la strada di un supercommissario europeo, appena intrapresa dall'Esecutivo Ue di José Manuel Barroso, o di un ministro delle Finanze europeo, proposta dal presidente uscente della Bce, Jean-Claude Trichet. Uno strumento efficace per sostenere la crescita, convogliando risorse verso infrastrutture che possono stimolare la competitività, è quello degli Euro project bond, ovvero obbligazioni comuni finalizzate al finanziamento di grandi progetti. Per dissipare i dubbi del mercato appaiono poi preziosi gli Euro union bond, (...)
di Daniele Bellasio e Enrico Brivio - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/hsLXd


(...) La missione di una sola moneta per nazioni che nel Novecento erano nemiche in armi e ora si ritrovano sotto l'unico mantello dell'Euro, moneta forse "visionaria", ma proprio per questo più forte perchè fondata sulla storia di popoli antichi e sul futuro di un continente destinato, si spera il più presto possibile, a guarire l'attuale zoppìa politica. È, questo, l'unico vero male dell'Europa: la mancanza di una vera leadership unitaria, di una vera politica economica comune che, certo, nessun vertice bilaterale potrà sanare in modo serio e duraturo. Uno squilibrio destinato, prima o poi – con la persuasione della ragione politica o con la forza brutale mostrata finora dai mercati finanziari - ad essere superato (...) di Carlo Azeglio Ciampi - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/WInpG


(..) Qualsiasi sforzo da parte della Bce per trasformarsi in quel prestatore di ultima istanza di cui gli Stati membri hanno bisogno scatenerà un fuoco di fila di proteste. Diranno che la Banca centrale potrebbe rimetterci, che si rischia di aggravare l'azzardo morale e di scatenare l'inflazione. Per la prima di queste obiezioni, la risposta corretta è: e allora? Lo scopo di una Banca centrale è quello di stabilizzare l'economia di un Paese, non di fare soldi; anzi, ci sono molte più probabilità di perdere soldi con interventi titubanti che con interventi energici ed efficaci. (...) di Martin Wolf - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/2L6lo

1 commento:

roberto ha detto...

Ferm restando che un equilibrio ecoomico-finanziario europeo va pur trovato, al di là delle elucubrazioni sul salvataggio ( di chi e di che cosa?) sarebbe da vedere cosa e dove sono i risparmi del 90% degli italiani che detengono solo il 40% della ricchezza...Di questo si parla troppo poco.
Roberto