Non voglio passare per il guastafeste di turno, oltretutto all’indomani di un’innegabile vittoria. Tuttavia, rimangono, a mio avviso, forti elementi di preoccupazione per i simpatizzanti socialisti, soprattutto in vista delle elezioni presindenziali dell’anno venturo.
La strategia della droitisation, che l’UMP di Sarkozy porta avanti da anni, ha avuto come principale effetto di sdoganare il Front National, facendo perdere al partito presidenziale voti a destra come al centro. A forza di sentire la “destra istituzionale” parlare strumentalmente di delinquenza, immigrazione, ed Islam, una parte consistente dell’elettorato moderato ha finito per accettare le tesi xenofobe di Marine Lepen. Questo non era il caso all’epoca di Chirac, che fu sotto molti punti di vista un pessimo presidente, però ebbe il merito di essere (quasi) sempre fermo nelle sue posizioni contro l’estrema destra – anche a costo di perdere le elezioni, come nel 1997.
Mi si dirà: cosa c’entrano i socialisti con queste faide interne della destra? C’entrano purtroppo. In effetti, per quanto il risultato delle cantonali sia positivo elettoralmente – il PS conquista 3 cantons – resta un quesito. Alla luce del bilancio di Sarkozy, che molti francesi, anche di destra, considerano come catastrofico, come mai la vittoria non è stata netta? Ci sono due elementi che possono, forse, fornire una risposta: 1) il tasso d’astensione altissimo (55%). Alcuni elettori non si recano alle urne perché considerano le cantonali delle “elezioni minori”. Una parte dell’elettorato di destra, deluso da Sarkozy, preferisce astenersi piuttosto che dare il proprio voto alla sinistra. Infine, ci sono sempre più elettori che credono nel “tous pourris” poujadista, senza per questo votare Lepen. In qualunque modo si vedano le cose, si può dire che il PS non è riuscito a convincere queste importanti fette dell’elettorato. 2) Per quanto sia prematuro fare analisi sociologiche del voto, è preoccupante il fatto che una cospicua parte dell’elettorato popolare abbia dato il propio voto a Marine Lepen piuttosto che alla sinistra.
L’impressione è che il partito socialista francese vinca quasi esclusivamente a causa del pessimo bilancio della destra. Non esiste un vero voto d’adesione socialista, come poteva essere nel caso di Mitterrand nel 1981 e, in misura minore, di Jospin nel 1997 – anche se è vero che pure in quei due casi, la vittoria socialista fu, in parte, propiziata dalle divisioni interne della destra... L’elettore francese che vota socialista spesso non lo fa per, parafrasando lo slogan di Mitterand del 1981, “changer la vie” o la società, ma lo fa perché il PS è meno peggio dell’UMP. Il problema è che con questa strategia del “meno peggio”, non si conquistano le classi popolari, il che mi sembra grave per un partito che si definisce “socialista”. Se Sarkozy è il candidato della destra, magari si vincono anche le presidenziali, però cosa si fa una volta arrivati al potere? Si fa come Papandreu e Zapatero, che hanno tagliato le pensioni e soppresso posti di lavoro nel settore pubblico, seguendo diligentemente i diktat dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale? L’annacquamento dell’identità socialista coincide con lo smarrimento della ragion d’essere del PS – la democratizzazione dell’economia, della politica, della società; l’economia al servizio dell’uomo e non viceversa. È chiaro che solo con gli ideali ed i miti non si governa. Però senza un autentico progetto di società – che il PS ancora non ha – resta...la gestione del potere: ed i risultati si sono visti con il PSI di Craxi, la SPD di Schroeder, ed il Labor di Tony Blair. Tra le altre cose, ieri ci sono state altre importanti elezioni nel Bad Wüttenberg, in Germania: avete seguito i risultati? La sinistra ha vinto per la prima volta in 60 anni contro la CDU, ma la SPD è stato scalvalcata dai Verdi.
Insomma, la vittoria del PS alle elezioni cantonali è di per sè un fatto positivo. Però, è necessario che il partito capitalizzi questo risultato proponendo un vero programma socialista, di riforme politiche, economiche, e sociali davvero di sinistra. Sennò l’elettorato popolare darà, a torto, ragione a Marine Lepen quando sostiene che “la destra e la sinistra sono la stessa cosa” o quando parla di UMPS – facendo una facile quanto menzoniera crasi tra UMP e PS.
I socialisti hanno ancora 13 mesi per preparare un vero programma di governo e per presentare un candidato degno di questo nome. Da militante, con tanto di tessera del Parti socialiste, dico “speriamo in bene” o “esperons bien”!
2 commenti:
Caro Giovanni,
Non voglio passare per il guastafeste di turno, oltretutto all’indomani di un’innegabile vittoria. Tuttavia, rimangono, a mio avviso, forti elementi di preoccupazione per i simpatizzanti socialisti, soprattutto in vista delle elezioni presindenziali dell’anno venturo.
La strategia della droitisation, che l’UMP di Sarkozy porta avanti da anni, ha avuto come principale effetto di sdoganare il Front National, facendo perdere al partito presidenziale voti a destra come al centro. A forza di sentire la “destra istituzionale” parlare strumentalmente di delinquenza, immigrazione, ed Islam, una parte consistente dell’elettorato moderato ha finito per accettare le tesi xenofobe di Marine Lepen. Questo non era il caso all’epoca di Chirac, che fu sotto molti punti di vista un pessimo presidente, però ebbe il merito di essere (quasi) sempre fermo nelle sue posizioni contro l’estrema destra – anche a costo di perdere le elezioni, come nel 1997.
segue
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Mi si dirà: cosa c’entrano i socialisti con queste faide interne della destra? C’entrano purtroppo. In effetti, per quanto il risultato delle cantonali sia positivo elettoralmente – il PS conquista 3 cantons – resta un quesito. Alla luce del bilancio di Sarkozy, che molti francesi, anche di destra, considerano come catastrofico, come mai la vittoria non è stata netta? Ci sono due elementi che possono, forse, fornire una risposta: 1) il tasso d’astensione altissimo (55%). Alcuni elettori non si recano alle urne perché considerano le cantonali delle “elezioni minori”. Una parte dell’elettorato di destra, deluso da Sarkozy, preferisce astenersi piuttosto che dare il proprio voto alla sinistra. Infine, ci sono sempre più elettori che credono nel “tous pourris” poujadista, senza per questo votare Lepen. In qualunque modo si vedano le cose, si può dire che il PS non è riuscito a convincere queste importanti fette dell’elettorato. 2) Per quanto sia prematuro fare analisi sociologiche del voto, è preoccupante il fatto che una cospicua parte dell’elettorato popolare abbia dato il propio voto a Marine Lepen piuttosto che alla sinistra.
L’impressione è che il partito socialista francese vinca quasi esclusivamente a causa del pessimo bilancio della destra. Non esiste un vero voto d’adesione socialista, come poteva essere nel caso di Mitterrand nel 1981 e, in misura minore, di Jospin nel 1997 – anche se è vero che pure in quei due casi, la vittoria socialista fu, in parte, propiziata dalle divisioni interne della destra... L’elettore francese che vota socialista spesso non lo fa per, parafrasando lo slogan di Mitterand del 1981, “changer la vie” o la società, ma lo fa perché il PS è meno peggio dell’UMP. Il problema è che con questa strategia del “meno peggio”, non si conquistano le classi popolari, il che mi sembra grave per un partito che si definisce “socialista”. Se Sarkozy è il candidato della destra, magari si vincono anche le presidenziali, però cosa si fa una volta arrivati al potere? Si fa come Papandreu e Zapatero, che hanno tagliato le pensioni e soppresso posti di lavoro nel settore pubblico, seguendo diligentemente i diktat dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale? L’annacquamento dell’identità socialista coincide con lo smarrimento della ragion d’essere del PS – la democratizzazione dell’economia, della politica, della società; l’economia al servizio dell’uomo e non viceversa. È chiaro che solo con gli ideali ed i miti non si governa. Però senza un autentico progetto di società – che il PS ancora non ha – resta...la gestione del potere: ed i risultati si sono visti con il PSI di Craxi, la SPD di Schroeder, ed il Labor di Tony Blair. Tra le altre cose, ieri ci sono state altre importanti elezioni nel Bad Wüttenberg, in Germania: avete seguito i risultati? La sinistra ha vinto per la prima volta in 60 anni contro la CDU, ma la SPD è stato scalvalcata dai Verdi.
Insomma, la vittoria del PS alle elezioni cantonali è di per sè un fatto positivo. Però, è necessario che il partito capitalizzi questo risultato proponendo un vero programma socialista, di riforme politiche, economiche, e sociali davvero di sinistra. Sennò l’elettorato popolare darà, a torto, ragione a Marine Lepen quando sostiene che “la destra e la sinistra sono la stessa cosa” o quando parla di UMPS – facendo una facile quanto menzoniera crasi tra UMP e PS.
I socialisti hanno ancora 13 mesi per preparare un vero programma di governo e per presentare un candidato degno di questo nome. Da militante, con tanto di tessera del Parti socialiste, dico “speriamo in bene” o “esperons bien”!
Un caro saluto,
Diego
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