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mercoledì 24 dicembre 2025
Franco Astengo: Legge di bilancio
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Franco Astengo
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LEGGE DI BILANCIO: ESITO POLITICO di Franco Astengo
Un quadro non esaltante anzi piuttosto deprimente alla vigilia di una prova molto difficile come quella del referendum sul ruolo della magistratura in una democrazia italiana in cui sono in pericolo la Costituzione e lo stesso principio illuminista della separazione dei poteri.
L'esito concreto della vicenda riguardante la legge di bilancio, almeno nella versione approvata dal Senato (e qui si apre il discorso del bicameralismo) può essere riassunta in 3 punti:
a) un decreto aggiuntivo per soddisfare gli appetiti della Confindustria;
b) la spesa militare ricondotta nell'alveo della crescita fino al 5% sul Pil come indicato dal piano di guerra targato Von der Leyen;
c) l'evidente sbilanciamento a favore dei ceti sociali più forti.
Scusandomi per la personalità della sintesi credo si debba prestare attenzione agli esiti politici di questa fase convulsa e tormentata:
1) Si è verificato un ulteriore passaggio sopravvenienza della "Costituzione materiale" sulla Costituzione repubblicana. Un passaggio cruciale effettuato soprattutto sotto l'aspetto della riduzione di quella che un tempo era definita "centralità del parlamento" (lo ha anche fatto notare con crudezza lo stesso ministro Giorgetti). Una riduzione nel ruolo del parlamento (elemento non secondario di una riduzione complessiva nel rapporto politica/società) che si è realizzato sotto due aspetti: il "salto del dibattito" ponendo la fiducia sulla decretazione; il concreto ridimensionamento del bicameralismo a monocameralismo con la seconda camera chiamata in causa (in questo caso quella dei deputati) semplicemente per "ratificare". Senza voler forzare alcunché è comunque il caso di richiamare questi passaggi in previsione del referendum sulla magistratura : i provvedimenti che saranno oggetto del voto fanno parte dello stesso pacchetto di costruzione di una "Costituzione Materiale" (già avviato ai tempi delle presidenze Berlusconi e poi in parte stoppata dall'improvvidezza del tentativo di rafforzamento attuato con la presidenza Renzi) di accentramento dei meccanismi di governabilità utilizzati per aprire la strada al presidenzialismo (che nella versione della destra ha assunto la veste del premierato). Tutta questa partita si tiene e deve essere oggetto del contendere nel corso della partita referendaria. Se si abbassa il tono e ci si riduce al fatto tecnico della separazione delle carriere oppure se si invocherà semplicisticamente una "spallata" verso il governo le possibilità di spuntarla risulteranno sicuramente ridotte;
2) L'opposizione. Al principio di questa brutta storia vissuta nelle ultime settimane alcune associazioni di cultura politica legate alla storia della sinistra italiana e operanti sul piano nazionale avevano proposto alle opposizioni di non tenere un atteggiamento "emendatario" ma di adottare uno schema pienamente alternativo facendo riferimento alla "Controfinanziaria" che ogni anno prepara il gruppo di "Sbilanciamoci" (cosa avvenuta anche quest'anno con un documento presentato alla Camera dei Deputati il 4 dicembre). L'obiettivo era quella di proporre un intervento che anche su specifici aspetti fosse basato su di un progetto complessivo. Questo non è avvenuto, la proposta delle associazioni non è stata considerata . Soltanto la CGIL è stata in grado di sviluppare una mobilitazione di massa e alla fine per arrivare al ritiro di alcuni provvedimenti del tutto sballati (e fortemente impopolari) si è dovuto assistere ad un duro scontro interno alla maggioranza stessa e a interventi "esterni" (quello della Confindustria prontamente ascoltato con l'emanazione del decreto già citato). Neppure c'è stata la volontà di intervenire nel dissidio interno che ha avuto protagonista la Lega che come sappiamo è molto sensibile alla questione pensionistica.
Al riguardo dell'opposizione rimane da comprendere un punto nodale: se si ritiene possibile un'alternanza a "bipolarismo temperato" oppure se si pensa, nel 2027, di andare a un confronto personalistico che oggi come oggi apparirebbe comunque perdente.
Insomma: una situazione quanto mai problematica nella quale si sono posti da parte delle opposizioni evidenze di nodi non sciolti cui si aggiungono le esitazioni riguardanti la politica estera.
Ripetiamo quanto già scritto in epigrafe:
Un quadro non esaltante anzi piuttosto deprimente alla vigilia di una prova molto difficile come quella del referendum sul ruolo della magistratura in una democrazia italiana in cui sono in pericolo la Costituzione e lo stesso principio illuminista della separazione dei poteri.
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