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lunedì 12 settembre 2022
Roberto Biscardini: A due settimane dal voto
A DUE SETTIMANE DAL VOTO
di Roberto Biscardini
A poco più di due settimane dal voto del 25 settembre non diminuisce l’incertezza degli elettori a fronte di una campagna elettorale sostanzialmente inesistente. Spesa nelle prime settimane quasi esclusivamente a discutere di candidature per rispondere ad una legge elettorale pessima e incostituzionale, che consente ai segretari dei partiti di determinare a tavolino, a meno di qualche seggio ancora contendibili, i parlamentari che saranno eletti.
Non è un caso infatti che nessun segretario di partito si sia impegnato veramente per cambiare questa legge, non rinunciando a scegliere i parlamentari a loro più vicini, dopo avere peraltro approvato il taglio del numero dei parlamentari e ridotto così ulteriormente il diritto di rappresentanza dei cittadini e dei territori.
E’ in questo quadro che la disaffezione e la delusione nei confronti della politica non è diminuita, e cresce in molti la sensazione che il proprio voto sia sostanzialmente inutile.
Tutto sembra già deciso e il risultato scontato: che la coalizione di centrodestra possa vincere alla grande rispetto a quella di centrosinistra e che il successo di Giorgia Meloni possa essere non solo sicuro ma anche di rilevanti dimensioni. Un’avanzata della destra, segno di un generale degrado della politica dovuto all’affermazione progressiva della cultura e del disegno neo-liberista, all’assenza per anni di una politica di sinistra da parte delle forze che si erano candidate a rappresentarla, alla crisi del sistema istituzionale.
E così al fisiologico voto della destra e dei conservatori si aggiungerebbe oggi quello espressione della crisi di fiducia nella politica e quello delle aree economiche più disagiate che si appoggiano di volta in volta su chi appare in quel momento più forte e credibile.
Pur con le ovvie differenze, ciò che rimane del vecchio bipolarismo ha in comune più la conservazione degli attuali assetti sociali che non la contrapposizione di progetti tra loro alternativi. Entrambi portano la responsabilità di aver annullato il ruolo democratico ed essenziale dei partiti, di aver lasciato campo libero agli interessi della speculazione finanziaria e della burocrazia parassitaria, facendo carta straccia di molte pagine della nostra Costituzione nonostante la retorica della “Costituzione più bella del mondo”.
Nonostante questo scenario assolutamente preoccupante, spetta a noi, e a chi ha ancora voglia di reagire, di non ritenere il 25 settembre l’ultima spiaggia rispetto alla necessità di un cambio di rotta. Un cambiamento necessario, nella prospettiva di costruire una nuova alleanza sociale ed elettorale per rispondere alle istanze economiche e sociali della fasce più deboli, dei lavoratori dipendenti e precari e dei ceti medi impoveriti. Per tutti coloro le cui ingiustizie e disuguaglianze sono aggravate dagli effetti della guerra e dal crescere delle difficoltà economiche dei prossimi mesi.
Costruire una nuova offerta politica a fronte di una domanda crescente con non ha trovato da anni alcuna risposta.
Oggi, in assenza di una lista dichiaratamente socialista e socialdemocratica, chi per identità o per scelta riconosce nei fatti, e in questo particolare momento, l’urgenza di una svolta e il bisogno di politiche socialiste come necessità concreta, potrà, pur con opzioni diverse, sostenere quelle forze e quei candidati che danno maggiori garanzie affinché nel prossimo Parlamento ci sia un’opposizione forte ed efficace al possibile governo della destra.
Scelte elettorali, tutte in qualche modo giustificabili, a condizione di non ritenere che la partita di ricostruzione di un nuovo socialismo, all’altezza della gravità della situazione, sia chiusa.
Rimarrà, dal giorno dopo, come aprire questa nuova fase, attraverso la partecipazione di tutti coloro che si rendono disponibili a costruire una nuova sinistra, oggi non più riconoscibile e che ha fatto della sua debolezza una delle cause principali sia della crisi del sistema, sia del possibile successo della destra.
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