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domenica 4 settembre 2022
Luciano Belli Paci: L'ora è fuggita....
L’ORA È FUGGITA E VOTO DISPERATO
Più si avvicina il giorno delle elezioni e più mi frulla nella testa la romanza della Tosca: “… l’ora è fuggita e muoio disperato”. Ma fortunatamente, mentre Cavaradossi si dispera perché deve morire, io mi dispero solo perché devo votare.
L’ora è fuggita e non è stato realizzato quel “partito che non c’è” che nel 2018 avevo invocato come meta dell’operazione Liberi e Uguali ( https://www.facebook.com/luciano.bellipaci.9/posts/pfbid0jZ3nFz4Z2JDBZjjDojuGNdyeMS6MD2iXFTErSNaYJ8BjbBbFj358kdPeyCA2Tw4Ml ).
I partitini fondatori di LeU sono sempre lì, sempre più esangui, settari e senza scopo. Dopo anni da separati in casa nello stesso gruppo, adesso lo sono nella stessa coalizione.
L’ora è fuggita e non è stata fatta una decente legge elettorale. Così si rivota con la legge più pazza del mondo, ma questa volta con rischi decuplicati. E sì che da anni erano stati avvisati che il Rosatellum era una bomba innescata e che tic-tac tic-tac, prima o poi … ( https://www.facebook.com/luciano.bellipaci.9/posts/pfbid0KqYhqPB8D2Y4gt6aw6HKcHASCp3CZYvN4uSixovQ7SbJJBGYkCkUSKmhoMyzGTrFl )
L’ora è fuggita e M5S e PD hanno buttato nel cesso il vaccino che li salvava dai rispettivi virus, e che era anche l’unico scudo che avrebbe potuto contrastare il trionfo delle destre: il campo largo. Quella strana alleanza stava educando i grillini a non confondere le istituzioni con scatole di tonno, e il Pd a non pensare alle brioche ogni volta che il popolo protesta. Niente, Conte senza neanche rendersene conto ha creato l’incidente che ha portato alla crisi, e Letta come nella barzelletta ha fatto il marito tradito che si taglia gli attributi: due geni !
L’ora è fuggita ed è arrivata, inattesa, la guerra in Europa. E come al solito la guerra divide la sinistra, sconvolgendo anche legami e amicizie. Per me è impossibile stare con quelli che, replicando in forma farsesca gli errori del 1939, non si schierano senza remore contro quanto c’è di più simile al fascismo nel nostro tempo: l’aggressività di Putin e dell’internazionale che a lui fa riferimento. Con quelli che per decenni hanno strepitato contro l’imperialismo e per l’autodeterminazione dei popoli ma, evidentemente, coltivavano solo una suprema ostilità verso l’Occidente.
L’ora è fuggita ed io, che ho sempre votato con passione per partiti dei quali spesso ero anche iscritto e militante, questa volta mi ritrovo a lottare contro la tentazione fortissima di non votare. In queste elezioni non c’è nessuno che mi rappresenti, neppure approssimativamente; nessuno merita davvero il mio voto, anzi tutti (parlo ovviamente del mio campo, che è la sinistra democratica) meriterebbero di essere mandati con tutto il cuore a quel paese.
Eppure devo votare, per non dovermi rimproverare un giorno di non averlo fatto. Devo vincere la nausea e la rabbia, turarmi naso, occhi e orecchie, ma voterò. Non voterò a favore, ma solo contro. Pur di votare contro, il 25 settembre voterò l’unico schieramento che ha una possibilità, ancorché minima, di contenere le dimensioni della vittoria delle destre: l’alleanza di centro-sinistra. E lì dentro voterò, per mancanza di alternative accettabili, il partito senz’anima che mai avrei pensato di votare e la cui stessa esistenza costituisce dall’origine un’ipoteca per l’evoluzione della sinistra e dell’intero assetto politico nel nostro Paese: il Pd, o meglio (così mi distraggo un po’) la lista Italia democratica e progressista.
Per aumentare la mia disperazione, mi hanno messo nell’uninominale Camera il pannelliano di destra Benedetto Della Vedova, e nella lista proporzionale Senato capolista Carlo Cottarelli. Quello che si è candidato per “evitare che il Pd si sbilanci troppo a sinistra”. Non ditemi niente, forse stava meglio Cavaradossi.
Luciano Belli Paci
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