Il Circolo Carlo Rosselli è una realtà associativa presente a Milano sin dal 1981. http://www.circolorossellimilano.org/
sabato 28 maggio 2022
venerdì 27 maggio 2022
giovedì 26 maggio 2022
mercoledì 25 maggio 2022
“Mosca è isolata, ma dall’Africa all’India in tanti non seguono l’Occidente”, parla Silvio Pons - Il Riformista
“Mosca è isolata, ma dall’Africa all’India in tanti non seguono l’Occidente”, parla Silvio Pons - Il Riformista: La guerra e la narrazione di Putin. Le idee dei socialisti europei e il rischio di un nuovo, devastante, conflitto...
Franco Astengo: Democrazia
RILEGGERE LE PAROLE DELLA DEMOCRAZIA di Franco Astengo
La discussione sulla difficoltà che incontra la forma di democrazia cosiddetta liberale che conosciamo nell'Occidente avanzato da almeno due secoli appare ormai aperta e resa incalzante dai fatti che ci stanno accadendo attorno.
Negli ultimi trent'anni si è passati dalla convinzione della "fine della storia" come concetto basato sull'idea di un successo pieno del modello rappresentativo (e della necessità della sua esportazione) all'esplicitarsi di un duro confronto con forme di rinnovata autocrazia.
Un confronto che sta assumendo aspetti di violenza bellica a dimensione generalizzata e non circoscritti semplicemente in ambiti locali.
Un duro confronto quello tra i due modelli di forma di governo e di esercizio del potere che pare ormai sfuggire a quei canoni interpretativi che si affermarono nella seconda metà del '900 prevedendo, a differenza da quanto stiamo assistendo in questa fase, il misurarsi di opposte concezioni ideologiche.
Ancora una volta la libertà economica fondata sul laissez faire, si sta traducendo in forme di monopolio del potere da parte di élite accumulatrici e corporative.
Nella ricerca di una nuova radicalità dell'agire politico molti hanno considerato la democrazia rappresentativa come figlia dell'illuminismo (compresa la sua parte più direttamente rivolta al popolo come quella giacobina).
Quell'illuminisno che era agito attraverso la capacità di operare da parte degli intellettuali all'interno della sfera dell'opinione pubblica interpretando i bisogni e le aspirazioni della società civile, piuttosto che suggerire una nuova originale proposta di organizzazione del potere.
A quel punto, nella storia, è sempre apparsa assente la necessità di riconoscere l'esistenza dei conflitti sociali e la conseguente esigenza di organizzarli in una cornice istituzionale capace di consentirne una soluzione pattizia.
Sembrava sufficiente la repressione fondata sul monopolio della forza.
Va considerata invece la necessità di recuperare il principio di mediazione all'interno dell'esercizio democratico al fine di contrastare l'espressione di una radicalità fondata esclusivamente su bisogni e aspirazioni.
Da molte parti ci si sta interrogando sulla necessità di recuperare un nuovo "vocabolario della democrazia".
Nell'incalzare di una post -modernità che ci sta riportando davanti ad antichi dilemmi la proposta da portare avanti potrebbe essere quella di trovare la forze per rileggere in forma collettiva quei termini che nella storia sono comparsi come il frutto di soluzioni "mediane" affidate a chi stava cercando di interpretare politicamente proprio i termini della riflessione illuminista: Contratto Sociale, Costituzione, Rappresentanza, Partito, Diritto di Resistenza.
Termini antichi da declinare in dimensioni inedite della rappresentanza politica.
martedì 24 maggio 2022
lunedì 23 maggio 2022
Attualità della Nota Aggiuntiva
Attualità della Nota Aggiuntiva: il commento politico, political comments, political opinion
venerdì 20 maggio 2022
Finlandia e Svezia dicono addio alla neutralità - Gwynne Dyer - Internazionale
Finlandia e Svezia dicono addio alla neutralità - Gwynne Dyer - Internazionale: L’invasione russa dell’Ucraina ha spinto i due paesi ad abbandonare la storica neutralità. Gli eserciti di Finlandia e Svezia sono efficienti, ma in caso di conflitto con la Russia avrebbero bisogno del deterrente nucleare della Nato. Leggi
Felice Besostri: Legittima difesa, ma proporzionata
Dall'Avvenire dei lavoratori
periscopio
legittima difesa
ma proporzionata
Saltando piè pari Joe "Boiled" Biden e Jens "Foolish" Stoltenberg vorrei contribuire con il presente testo a sedare le polemiche a sinistra contro chi si oppone, in modo assolutamente legittimo, all’invio di armi all’Ucraina. Fermo restando che aiutare il paese invaso dai russi è almeno altrettanto legittimo. C’è differenza tra le armi inviate ai partigiani. Una differenza tra due avvenimenti in luoghi e tempi diversi c’è sempre, come tra l’aggressione russa all’Ucraina e quella nazista alla Cecoslovacchia. Ma questa non può essere strumentalizzata per giustificare un’opposizione politica.
di Felice Besostri
Tu aiuti la parte che senti più vicina. E per l’obiettivo che persegue l’Ucraina aggredita ha diritto alla legittima difesa, diritto inalienabile che non viola il nostro articolo 11 Cost.
Aiutare l’Ucraina anche con armi è dunque legittimo. Ma la legittima difesa deve essere proporzionata, questo vale anche nel codice penale. Quindi se l’Ucraina riceve per esempio un missile, non può usarlo per uccidere civili in una città russa anche al confine, ma se serve a colpire basi russe coinvolte lancio missili in Crimea, questo configura una difesa sicuramente proporzionata.
Chi sta spostando l'opinione pubblica italiana da una posizione filo-ucraina è non la dezinformatzija russa, ma il mainstream massmediatico con le dichiarazioni di Joe "Boiled" Biden o le interviste di Jens "Foolish" Stoltenberg. Il primo ossessionato dalle elezioni midterm americane, il secondo incazzato per aver dovuto rinunciare a dodici mesi del ben più remunerato e prestigioso incarico di Governatore della Banca di Norvegia.
Né "Boiled" né "Foolish" né il primo ministro di Sua Maestà dovrebbero guidare la strategia militare di sostegno all’Ucraina, perché nutrono obiettivi diversi da quelli della “legittima difesa”. Anche la componente di detta strategia dovrebbe corrispondere a nient’altro che un’autonoma decisione ucraina.
Ciò detto, la contrarietà all’invio di armi “sempre e comunque” appartiene a quelli che avrebbero preferito una resa o una fuga all’estero del Presidente ucraino. Costoro muovono da un giudizio negativo circa l’allargamento a Est della NATO. Condivido, ma questo non giustificava, non giustifica e mai giustificherà né l’aggressione russa decisa da Putin né i crimini di guerra compiuti.
L’Ucraina ci dimostra che la sinistra italiana non solo non ha i voti per governare l’Italia, ma nemmeno idee adeguate a una politica estera di un Paese membro della UE e della NATO oltre che dell’ONU nel rispetto della Costituzione, articoli 11 e 52 compresi. In questo contesto la NATO rappresenta un problema importante. Sarà compatibile con un esercito europeo? Problema che non si risolverà né “buttando a mare le basi americane” (come sostenevano taluni) né contentandoci del pensiero ovvio e scontato secondo cui ci ha meglio tutelato del Patto di Varsavia.
Nel suo discorso per la sfilata commemorativa della vittoria nella “Grande Guerra Patriottica” Putin ha ripreso la giustificazione dell’Operazione militare speciale come “reazione preventiva”, ma allo stesso tempo ha escluso ogni intenzione d’allargamento della guerra come pure l’impiego, in questo quadro, di armi atomiche. Per chi fosse stato interessato alla ricerca di soluzioni diplomatiche c’erano spunti utili a mantenere aperta anche questa strada. Ma senza la fornitura delle armi che sono servite a vanificare le velleità putiniane avremmo avuto un Cremlino più aggressivo e minaccioso.
La strada diplomatica, anche lasciando la Crimea da parte, non sarà cosparsa di rose e fiori.
Per esempio, un conto è l’incorporazione delle (al momento due) repubbliche del Donbass nella Federazione russa, ben altra cosa la loro trasformazione in Repubbliche autonome nell’ambito di un’Ucraina federale, stato membro della UE.
Ma, prima di ciò, occorrerà semplicemente definirne l’estensione territoriale, se coincidente o meno con le oblast di Luhans'k e Donec'k. E come tutelare il diritto a prendere parte ad un referendum non manipolato sul futuro delle Repubbliche autoproclamate, quando proprio l’aggressione ha dimostrato che russofoni e russofili non coincidono?
giovedì 19 maggio 2022
mercoledì 18 maggio 2022
Franco Astengo: Scenari
SCENARI di Franco Astengo
L’invasione russa dell’Ucraina sta portando progressivamente a una sistemazione geo-politica del quadro post-globalizzazione: emergono questioni sulle quali la sinistra italiana (in un contesto europeo) dovrebbe cercare di prendere posizione occupandosi in maniera non semplicisticamente episodica di politica estera:
1) La logica dei blocchi tra Est/Ovest sta riprendendo forma e sostanza ben oltre la previsione di una funzione attenuante che sarebbe stata svolta dall’intreccio di affari verificatosi nella fase post-caduta del Muro, fine della storia, idea di un mercato occidentale ormai invincibile;
2) Sullo scacchiere europeo (limitandoci ad una analisi riferita in quell’ambito) si sta annullando la possibilità di disporre di una “cintura – cuscinetto” rispetto al confronto diretto NATO/Russia. Naturalmente forme e modi della possibile conclusione della vicenda ucraina saranno determinanti in questo senso ma emergono altri livelli di implicazione;
3) L’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO , al di là della valutazione da compiere sul piano strategico – militare, appare indicativa di due elementi (anche leggendo l’intervista all’ex-primo ministro finlandese Stubb, che adesso dirige la “School of Transnational Governance” dell’IUE): il primo è quello della riduzione di spazio per i non allineati, almeno sul piano europeo; il secondo quello del tentativo in atto di far coincidere NATO e Confederazione Europea, ponendo al centro del progetto il riarmo dell’Europa posto in coordinamento appunto con la NATO;
4) Per arrivare a questo esito si pensa di costruire strutture istituzionali e vertici che comprendano 40 paesi: strutture nelle cui sedi si possa superare l’unanimità e quindi costruire maggioranza che potrebbero poggiare su nazioni rette dalle rampanti “democrazie illiberali”. In questo modo non si affronterebbe la questione di una effettiva democratizzazione dell’Unione ma si lavorerebbe per un allargamento posto proprio in funzione di un ritorno alla logica dei blocchi (mi rendo conto: una definizione semplificatoria ma credo sufficientemente esemplificativa).
I temi in discussione sono allora quelli della neutralità e del disarmo, della non coincidenza tra NATO e UE, dell’esercizio della democrazia rappresentativa all’interno della istituzioni europee: la sinistra italiana dovrebbe essere chiamata a rifletterci anche per poter presentare, nelle imminenti elezioni politiche, una propria politica estera coerentemente autonoma e provvista di una qualche visione per il futuro.
martedì 17 maggio 2022
lunedì 16 maggio 2022
domenica 15 maggio 2022
venerdì 13 maggio 2022
Roberto Biscardini: Guerra, democrazia, lavoro
Da Democrazia socialista
GUERRA, DEMOCRAZIA E LAVORO. Tre questioni centrali per un Movimento socialista e popolare.
Roberto Biscardini, 10 maggio 2022.
Sono passati alcuni mesi da quando, per questo giornale, avevo messo in conto che il 2022 avrebbe potuto essere per i socialisti l’anno della ricostruzione di una nuova prospettiva politica, in grado di superare le tante incertezze e gli errori che hanno caratterizzato la vita degli ultimi decenni.
Una prospettiva socialista e socialdemocratica. Un progetto, un percorso e una piattaforma in grado di cogliere nella specificità della politica italiana la distanza abissale tra il bisogno di una rappresentanza politica socialista, assolutamente presente nella società, e un’inadeguata offerta politica.
Un progetto, un percorso una piattaforma da costruire nel concreto, partendo dalla realtà. Su questioni di grande rilevanza politica e sociale.
La guerra ad esempio. La guerra che ha aperto anche nelle nostre coscienze scenari fino a pochi mesi fa del tutto insospettabili. Ha posto tutti noi davanti a scelte difficili. Ci si deve tutti adeguare all’imbarbarimento del clima politico, e dello spazio pubblico dei media di maggior successo, o si può difendere il diritto alla riflessione, alla ponderazione dei giudizi e all’equilibrio? Si può nutrire qualche dubbio sulla opportunità o meno di inviare troppe armi in Ucraina, oppure no? E’ legittimo pensare che sia più facile arrivare al cessate il fuoco con una forte iniziativa diplomatica internazionale piuttosto che con le armi, oppure no? Si può credere che le armi non fermano una guerra? Si può, una volta ribadita senza se e senza la condanna dell’aggressione russa, si può stare dalla parte della pace senza stare dalla parte di Putin? Si può essere dalla parte di una politica europea, anche di difesa europea, senza bisogno di sdraiarsi sugli interessi americani che sono diversi dai nostri? Si può eccepire sul ruolo della Nato, oggi, e per la prima volta, attiva militarmente in un paese non Nato? Si può continuare a sostenere che i socialisti sono dalla parte della pace, come lo sono sempre stati, senza sentirsi dalla parte sbagliata? Io credo sì. Si può avere il dritto di aver le proprie idee? Tanto più adesso di fronte ad un occidente che è passato dall’appoggio alla resistenza ucraina alla ricerca di una vittoria con le armi. E tanto più che queste preoccupazioni e questi sentimenti sono entrati nella coscienza della maggioranza delle persone, nonostante l’azione dei governanti e della grande stampa. Oggi, che la tradizionale cultura di pace del socialismo esce confortata dalle parole di Papa Francesco.
La democrazia. La democrazia soffre in Italia uno dei momenti più tristi della nostra storia repubblicana. Anzi la democrazia sembra sospesa. Su più fronti. Per stare alla attualità appunto: si può esprimere il nostro disappunto di fronte ad una maggioranza di governo tanta larga, quanto litigiosa sulle cose di poco conto e assolutamente silente sulla grandi questioni? Si può essere preoccupati del fatto che di fronte alla guerra tutto passi sotto silenzio? Dal Pnrr alla crisi economica, Dalla grande questione sociale alla crisi economica, dall’inflazione drammaticamente in crescita ai contratti scaduti. Dalla morti sul lavoro all’aumento della povertà delle famiglie. Dal continuo calo del potere di acquisto dei salari, alle difficoltà occupazionali. Dalla crisi di molti settori professionali e delle imprese. Si può essere preoccupati da una recessione che colpirà i ceti più fragili. Direi proprio di sì. E si può chiedere ad un governo che si muove come se l’Italia fosse in guerra, di sottoporre le proprie decisioni al giudizio del parlamento? Direi ancora di sì.
Per non parlare della sospensione della democrazia nei comuni, nelle regioni e nelle province, con l’elezione diretta dei Sindaci e dei Presidenti, con le assemblee elettive ridotte a zero.
Infine il lavoro. I salari sono ormai stagnanti da anni. Anzi il loro potere d’acquisto negli ultimi trent’anni si è ridotto di molto. Il Pil non cresce. In venti paesi europei esiste la legge sul salario minimo, mentre da noi il salario minimo legale non esiste ancora. Siamo il paese che ha subito negli ultimi decenni una riduzione dei salari medi, quando in tutti gli altri paesi europei c’è il tasso è stato positivo. Si può ancora denunciare diseguaglianze sociali e diseguaglianze economiche sempre più forti? E’ ammissibile che in Italia ci siano manager che hanno una retribuzione 600 volte quella dei loro operai? Siamo il paese con il maggior numero di disoccupati giovani. Siamo il paese con un tasso di mortalità sul lavoro altissimo. Siamo il paese delle disparità tra uomo e donna. Stiamo discutendo di reddito di cittadinanza confondendo i limiti della sua applicazione con la bontà del provvedimento generale.
Tre questioni: guerra, democrazia, lavoro, centrale nell’attuale momento politico, che bastano e avanzano per ricostruire un pensiero unitario del mondo socialista largo. Ma bisogna volerlo! Per ricostruire un movimento politico in grado di dare il proprio contributo, per concorrere, con altri a ricostruire una cultura socialista applicata alla realtà di oggi e non alla storia.
Capace di essere socialista perché il socialismo è una necessità concreta delle persone che ne hanno più bisogno. Perché il socialismo presente nella società non può essere soffocato dalla debolezza della politica. Perché la proposta socialista non riguarda solo i socialisti ma tutta a sinistra, che o sarà socialista o non sarà.
Queste erano le ragione che spinsero alcuni di noi a dar vita a “Socialisti in Movimento”, un organizzazione senza tessere, ma presente sul territorio dal 2017.
Nella convinzione che il nostro compito non fosse solo quello di contribuire a costruire un soggetto autonomo e alternativo al pensiero unico egemone negli ultimi trent’anni,, ma anche una proposta politica complessiva, per rilanciare nel paese una politica socialista e ricostruire lo Stato, che invece rischia di non esserci più, nell’economia e nel sociale, a garanzia di uguaglianza e di giustizia.
Un pensiero politico concreto e una battaglia per garantire migliori condizioni di vita alla maggior parte della popolazione.
Un progetto ancora valido, che può incontrare nuovi consensi Per costruire quel movimento socialista e popolare di cui abbiamo bisogno, con il sostegno di tutti coloro che non hanno paura delle battaglie coraggiose.
Jeremy Corbyn: We Can Build a New Economic Order
Jeremy Corbyn: We Can Build a New Economic Order: In a speech to the Progressive International, former Labour Party leader Jeremy Corbyn says now is not a time for retreat. We must build a powerful alternative to capitalist destruction.
giovedì 12 maggio 2022
In libreria il lavoro di Stefano Sylos Labini sulla moneta fiscale. "Un modo per ridare al paese margini di intervento in economia" - Il Fatto Quotidiano
In libreria il lavoro di Stefano Sylos Labini sulla moneta fiscale. "Un modo per ridare al paese margini di intervento in economia" - Il Fatto Quotidiano: E’ da pochi giorni in libreria “La battaglia della moneta fiscale”, scritto da Stefano Sylos Labini ed edito da Il Ponte editore. Il libro dà conto dei risultati di un lavoro decennale, svolto anche nell’ambito del Gruppo moneta fiscale a cui aderì anche Luciano Gallino e che continuato a sviluppare un’attività incessante non solo sul …
mercoledì 11 maggio 2022
martedì 10 maggio 2022
L’Italia, l’Ue, la Nato e il diritto. Quattro lenti per capire il conflitto | Reset
L’Italia, l’Ue, la Nato e il diritto. Quattro lenti per capire il conflitto | Reset: Ogni valutazione su guerra e pace passa da quattro livelli di analisi - A. Ferrara
lunedì 9 maggio 2022
domenica 8 maggio 2022
The coming world order – Marc Saxer
The coming world order – Marc Saxer: Russia’s invasion of Ukraine has upended the world order—and with it the energy, production, distribution and finance systems.
The French Left’s Next Chance
The French Left’s Next Chance: After narrowly missing out on the presidential runoff, the French left has agreed a landmark pact ahead of legislative elections – and could pose Macron his biggest challenge yet.
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In Francia la sinistra si unisce, accordo tra Mélenchon e Verdi • Diritti Globali: Il sito del Rapporto sui Diritti Globali
La rivista il Mulino: Le elezioni in Slovenia
La rivista il Mulino: Le elezioni in Slovenia: Non era scontata la netta affermazione della nuova formazione politica ambientalista GS dell’imprenditore Robert Golob, che ha ottenuto oltre il 34% dei voti e 41 seggi su 90, staccando di quasi dieci punti il premier uscente Janez Janša
Sachs: «Il grande errore degli Usa è credere che la Nato sconfiggerà la Russia» - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro
Sachs: «Il grande errore degli Usa è credere che la Nato sconfiggerà la Russia» - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro: L’economista della Columbia University: «Gli Stati Uniti sono più riluttanti della Russia nella ricerca di una pace negoziata. Negli anni Novanta l’America sbagliò a negare gli aiuti a Mosca, la responsabilità fu di Bush padre e di Clinton». Da Il Corriere della Sera.
Jean-Luc Mélenchon: What Popular Union?
Jean-Luc Mélenchon: What Popular Union?: As in the previous presidential election, Jean-Luc Mélenchon outpaced all his competitors on the left by several million votes. His electorate is both in continuity with the 2017 election and undergoing profound transformations.
sabato 7 maggio 2022
Franco Astengo: Ritorna in scena la legge elettorale?
RITORNA IN SCENA LA LEGGE ELETTORALE ? di Franco Astengo
Nei giorni scorsi il tema della legge elettorale sembrava tornato d’attualità: scriviamo di legge elettorale e non semplicemente di “formula” per l’attribuzione dei seggi perché il tema è stato affrontato da entrambi i lati, da una parte il PD ha espresso nuovamente l’intenzione di ritornare al proporzionale (questo per quel che riguarda la “formula”) e dall’altro lato il ministro per i rapporti con il Parlamento ha tracciato alcune linee di modifica nella possibilità di partecipazione al voto attraverso l’utilizzo di strumenti informatici : una modifica che sarebbe attuata anche allo scopo di contrastare il crescente astensionismo.
Il secondo punto, quello delle modalità di partecipazione al voto posto in relazione alla diserzione dalle urne meriterebbe particolare attenzione e sarà il caso, nel prossimo futuro, di dedicargliela ( ad esempio non si è riflettuto abbastanza sul colpo mortale dato alla percentuale dei votanti inferto dalla Legge Bassanini con l’istituzione della tessera elettorale in luogo della consegna, ad ogni scadenza, del relativo certificato).
Torniamo però al punto relativo alla formula elettorale cercando di indicare alcuni elementi fondamentali per il dibattito:
1) E’ indispensabile uscire dal tunnel di una formula elettorale elaborata sul contingente degli interessi immediati delle forze politiche. La proporzionale deve corrispondere al senso complessivo dell’indicazione costituzionale sulla centralità del Parlamento. Le elezioni legislative generali, infatti, debbono essere indirizzate a costruire la rappresentanza politica e territoriale del Paese e non ad eleggere direttamente l’esecutivo. Un adeguato livello di rappresentanza, sia politico sia territoriale, appare però molto difficile da realizzare nelle Camere a “scartamento ridotto” costruite attraverso la disastrosa scelta di riduzione del numero delle elette/i;
2) Deve essere restituita ad elettrici ed elettori la possibilità di scegliere i propri rappresentanti. Se si mantiene lo schema dell’attuale formula elettorale abolendo i collegi uninominali avremo 49 circoscrizioni mediamente con 8 candidati da eleggere. A questo punto si impone come elemento di discussione il tema della espressione di preferenza, non essendo pensabile di mantenere le liste bloccate come accade dal 1994 ( va anche ricordato come per la parte proporzionale anche nel Mattarellum, in vigore dal 1994 al 2001, non c’era la possibilità di espressione di preferenza). Oppure si può scegliere la via di una formula elettorale del tipo di quella utilizzata per il Senato dal 1958 al 1992 oppure per le Province fino al momento dell’elezione diretta che prevedevano collegi uninominali e assegnazione proporzionale dei seggi o con il metodo “Hare corretto” oppure “D’Hondt” (difficile però a questo punto modificare la Costituzione nel punto dove indica la “base regionale” dell’elezione per il Senato).
venerdì 6 maggio 2022
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