giovedì 27 settembre 2018

Luigi Fasce: Sull'identità

Luigi Fasce Mia dissertazione su articolo di Piero Bevilacqua del 18 9 2018 pubblicato su il manifesto: L’identità ha bisogno del nemico, a uso e consumo elettorale. Mi qualifico, sono psicologo di scuola psicoanalitica con quasi cinquanta anni anni di esperienza. Pur partendo dall’assunto di Bevilacqua che <…l’identità è un costrutto ideologico-culturale, finalizzato a scopi di aggregazione umana e di coesione sociale. ... Ma l'identità si costruisce sempre in contrapposizione a quella di un altro, altrimenti essa non nasce. Se siamo tutti uguali, non è necessario un nemico che ci spinge a unirci per combatterlo.> In scienza e coscienza non sono d’accordo. Mi spiace contraddire Piero Bevilacqua di cui ammiro molte delle sue riflessioni, che cito anche nel mio libro di recente pubblicazione "Politiche costituzionali per le riforme” ma trovo riduttiva e distorna questa sua opinione sulla questione “identità”. Senza identità non c'è la possibilità di relazione umana con l'Altro pur sempre “diverso” da sè. In senso psicoanalitico io con la mia identità, con altro da me, posso fare all’amore, instaurare amicizia ma anche conflittualità e inamicizia. Dunque perché mai l'identità presuppone solo il nemico ? Da dove spunta fuori questa affermazione assoluta ? Ritorniamo a “l’identità è un costrutto ideologico-culturale”. Giusto, però va declinata nel modo appropriato. Qui invece si riduce identità a identità etnica, linguistica, religiosa, ecc., ma nel caso delle identità politiche, nazional-statuali, nella modernità, vanno riferite alla scelta costituzionale che ogni Stato-nazione si è dotato. L’identità politica del Popolo Italiano è definita nella nostra Costituzione. Inizia così. >Art. 1. L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.> L''art.3 – voglio sottolinearlo bene - sancisce il principio della laicità dello Stato: E poi a proposito di identità che presuppone il nemico rileggere l'>Art. 11. L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.> E poi, le nostre Madri e Padri costituenti che avevano ben presente la lezione marxiana per cui “chi detiene i mezzi di produzione é padrone", e che pertanto i soli principi, pur "fondamentali" se non sono innestati sul modello economico in cui il potere pubblico è prevalente e controlla il potere economico privato hanno scritto a ciò finalizzato il titolo terzo Rapporti economici (da art.35 a art.47). E’ su questo impianto economico-sociale che diventa possibile il principio fondamentale sancito per cui “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, …”struttura che determina l’identità della persona umana.

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